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IL CONTROLLO DELL'ECONOMIA: BILANCIO E PROSPETTIVE
Momento centrale in ogni processo di teorizzazione è la creazione di un modello, cioè di un costrutto matematico che “con l’aggiunta di certe interpretazioni verbali, descrive fenomeni osservati” (Gleick, 1997, p. 268). I processi caratteristici dei sistemi che si ritiene li descrivono e li interpretano vengono così tradotti in linguaggio matematico e utilizzati per spiegarne l’evoluzione e predirne gli stati futuri. Ciò permetterà la costruzione di un modello interpretativo, nel quale si individuano gli obiettivi e il modo attraverso cui conseguirli. La realtà descritta dal modello, tuttavia, non è che una sua rappresentazione parziale e limitata e, soprattutto, nasce da una ben precisa visione del mondo, da un ben determinato punto di vista. Cosa, come e quanto descrivere dipende dall’impostazione del ricercatore e dal desiderio-necessità di realizzare un modello quanto più realistico possibile. La parzialità e la soggettività della rappresentazione racchiusa in un modello inducono a doverne valutare l’efficacia in termini di descrizione e comprensione della realtà. È necessario cioè verificare se il modello permette di acquisire informazioni sempre più dettagliate e realistiche del fenomeno che descrive. Nei modelli di politica economica, mentre obiettivi e strumenti sono manifestazioni delle preferenze dei policy-maker, la forma funzionale del modello, è definita dall’economista, sulla base di quella che è la sua visione del fenomeno economico. Non pochi economisti, anche alla luce dell’incapacità di prevedere l’attuale crisi, stanno puntato l’indice contro modelli sviluppati e utilizzati dalla teoria economica tradizionale, i cui assunti non hanno riscontro nell’operare quotidiano degli agenti economici - individui, imprese o Stato che siano. Il fallimento delle previsioni macroeconomiche e l’inadeguatezza delle politiche economiche teorizzate, una volta applicate ai problemi reali, sono da imputare al fatto che i modelli utilizzati sono una rappresentazione troppo semplificata e semplicistica della realtà e che le ipotesi su cui si basano sono spesso non corrette. I policy-maker nell’implementare gli interventi di politica, come accade per i teorici della fisica classica, ritengono di poter operare su un ben definito sistema. Il sistema oggetto di studio può essere concettualmente isolato per cui nel corso del tempo non subisce sostanziali cambiamenti e attraverso una completa specificazione del sistema è possibile prevederne il comportamento futuro. In tale contesto una forza esterna produrrà un cambiamento prevedibile, mentre una piccola perturbazione non produce un effetto rilevante. Il comportamento del sistema non manifesta erraticità né cambia totalmente la sua natura qualitativa. Le modificazioni del mondo esterno e le loro conseguenze sono prese in considerazione, ma unicamente come semplici perturbazioni, temporaneamente destabilizzanti, da poter smorzare attraverso l’azione di controllo. I governi sono costantemente spinti a prendere delle decisioni sulla base di stime e previsioni che derivano da questi modelli. Ma se il costrutto teorico su cui questi si basano è quantomeno dubbio, quale efficacia può avere l’indicazione di policy? Da ciò deriva che un intervento di politica economica produrrà un previsto e ben definito risultato. Quindi, se il sistema manifesta un comportamento diverso da quello previsto dal modello è possibile esercitare un controllo così da smorzare l’indesiderata oscillazione. Questo è quanto perseguito dall’applicazione della teoria dei controlli all’economia. La ricerca sarà così articolata. In una prima fase si procederà ad rassegna bibliografica sui diversi approcci utilizzati nella teoria dei controlli tradizionale, evidenziandone le peculiarità e i limiti. Successivamente saranno descritte le diverse tecniche di controllo del caos. Anche per queste si procederà ad una disamina dei diversi approcci, per i quali saranno presentati alcuni esempi applicativi.
Department | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES | |
Principal Investigator | FAGGINI Marisa | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 2.800,00 euro | |
Project duration | 11 December 2013 - 11 December 2015 | |
Proroga | 11 dicembre 2016 | |
Research Team | FAGGINI Marisa (Project Coordinator) ABATEMARCO Antonio (Researcher) BRUNO Bruna (Researcher) CATONE MARIA CARMELA (Researcher) DE CHIARA Pasquale (Researcher) MAGLIO Monica (Researcher) MORRIELLO Michele (Researcher) SENATORE Luigi (Researcher) SENATORE Giuseppina (Researcher) VINCI Concetto Paolo (Researcher) |