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IL SETTORE ELETTRICO NEL MEZZOGIORNO NEL PRIMO VENTENNIO DEL XX SECOLO: TRA ¿RESISTENZE¿ ED OPPORTUNITA¿ DI INNOVAZIONE E SVILUPPO
Nel panorama industriale italiano, il settore energetico, ed in specie il comparto elettrico, presenta alcune peculiarità che gli hanno conferito storicamente un ruolo ‘barometrico’ dello stato di salute complessivo del nostro sistema economico. La prima peculiarità del settore elettrico deriva dalla sussistenza di una correlazione diretta tra sviluppo industriale, livello di impiego e standard di consumo dell’energia elettrica; la seconda trae origine dai linkages che il settore elettrico stabilisce, per sua natura, con una serie di industrie del sistema economico di riferimento, oltre che con i settori a monte e a valle della filiera produttiva. Non possiamo trascurare poi che, per effetto del rilevante impiego di capitali richiesti, quella elettrica si sarebbe caratterizzata per essere un’industria capital-intensive e a processo continuo. In questo settore, infatti, l’acquisto di un macchinario necessitava di investimenti ponderosi, per ammortizzare i quali si poneva la necessità di un uso intensivo delle macchine, come avviene, ad esempio, nella chimica di base e nella siderurgia. Di conseguenza, l’intervento dell’operatore bancario si sarebbe imposto di necessità, finendo per condizionare gli assetti e le prospettive evolutive del comparto energetico nel suo complesso. Un’ulteriore peculiarità dell’industria elettrica italiana è quella della localizzazione degli impianti, che vede storicamente prevalere - come opzione privilegiata, dettata essenzialmente da vincoli di natura tecnica - la vicinanza ai corsi d’acqua e alle strutture portuali, oltre che ai mercati di approvvigionamento delle materie prime. Alla luce di questi criteri di localizzazione, si spiega la precoce presenza di poli di specializzazione produttiva in alcune aree del paese, come il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, per cui emergeva, anche sotto questo profilo, uno svantaggio competitivo del Mezzogiorno nei confronti del resto del paese. Infatti, declinato nel contesto dell’economia meridionale del primo ventennio del 900, lo studio della nascita e della prima evoluzione del settore elettrico consente di ripercorrere, da un osservatorio privilegiato, la prima stagione dell’industrializzazione del Sud Italia, inaugurata dalla legge speciale del 1904 e dall’affermazione del modello nittiano di start-up industriale.Una serie di resistenze e di opportunità per lo sviluppo del settore energetico sarebbero poi scaturite, nel Mezzogiorno, dalle dirompenti novità, in termini logistici, del sistema di economia di guerra e della mobilitazione industriale.Si tende spesso ad identificare la vicenda dell’industria elettrica meridionale con la storia della Società Meridionale di Elettricità (SME) istituita nel marzo 1899. Tuttavia esistevano, nel contesto meridionale, altre imprese, tra cui, le principali erano la Società Generale per l’illuminazione, sorta a Roma nel 1875 e trasferitasi nel 1899 a Napoli; la Compagnia Napolitana d’illuminazione e scaldamento col Gas, sorta nel 1862, come derivazione di una società nata nel 1837 per iniziativa di Ferdinando II di Borbone; la Società napoletana per imprese elettriche, sorta nel 1899 con capitali torinesi e napoletani. Sulla storia di queste società e dei loro rapporti con la SME e con l’Ente autonomo Volturno (istituto creato per effetto della legge speciale del 1904, allo scopo di tenere bassi i prezzi della corrente elettrica) intenderemmo condurre una puntuale ricostruzione.In definitiva, emerge un coacervo di intrecci e di problemi che rendono lo studio del settore elettrico nel Mezzogiorno particolarmente interessante in termini di ricerca. Sicché, un’analisi storica ad ampio raggio, condotta in termini di path dependence sul settore elettrico, potrebbe consentirci di scoprire passaggi nodali talvolta trascurati dalla letteratura, ma importanti per fornire utili spunti di riflessione per chi è impegnato nel lavoro di riflessione teorica in materia di ritardi dell’industrializzazione del Mezzogiorno.
Department | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES | |
Principal Investigator | SANTILLO Marco | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 2.164,00 euro | |
Project duration | 28 July 2015 - 28 July 2017 | |
Proroga | 28 Luglio 2018 | |
Research Team | SANTILLO Marco (Project Coordinator) CARLUCCI Fabio (Researcher) DI SALVIA Biagio (Researcher) MONTAUDO Aldo (Researcher) ROSSI Roberto (Researcher) |