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LA STABILITÀ DEL SISTEMA BANCARIO: ANALISI, IMPLICAZIONI, PROSPETTIVE
Lavorando su un campione di imprese bancarie appartenenti a Paesi europei ed extraeuropei (fonte: Bankscope), la ricerca si pone come obiettivo l’individuazione e la valutazione di idonee misure di stabilità finanziaria (a livello di singolo istituto e di Paese), nonché l’analisi delle relazioni esistenti fra tali misure ed alcuni indicatori strutturali o di condotta delle imprese bancarie.Ai fini della misurazione del grado di stabilità finanziaria di una banca, e di conseguenza di un sistema bancario, verranno calcolati i più importanti indicatori già presenti in letteratura. Oltre al livello delle sofferenze (che guarda più al rischio di credito) e alla volatilità dei profitti (che invece si focalizza sulla capacità della banca di generare rendimenti costanti nel tempo), per ogni banca si calcolerà lo z-score, una misura di solvibilità molto utilizzata negli studi empirici degli ultimi anni, il quale combina informazioni su profitti, livello del capitale e volatilità dei rendimenti. Si proverà anche a desumere dai dati di bilancio un indicatore molto utilizzato per le banche quotate (e quindi calcolato sull’andamento delle quotazioni giornaliere di mercato), ovvero la distanza dal default (distance to default), che Moody’s quantifica ai fini della determinazione della probabilità che un’impresa fallisca entro un determinato periodo di tempo (EDF, Expected Default Frequency).Una volta individuati gli indicatori della stabilità bancaria, verranno implementate idonee procedure econometriche per metterli in relazione con altre grandezze determinate a livello di banca (ed eventualmente aggregate al fine di avere un valore sintetico per Paese). Si guarderà quindi alla dimensione dell’istituto, alla sua capitalizzazione e alla sua capacità di rispettare i requisiti patrimoniali fissati da Basilea III, al suo business mix (in special modo alla divisione tra risorse destinate ai prestiti alle clientela e risorse dedicate ad attività non tradizionali).Anche il nesso tra concorrenza e stabilità nell’industria bancaria sarà oggetto di analisi in quanto, se è vero che l’eredità della crisi finanziaria del 2008 consiste anche in una maggiore concentrazione dei mercati bancari (dovuta a liquidazioni e fallimenti, come pure alle acquisizioni che si sono rese necessarie per salvare istituti in difficoltà), è cruciale che regolatori e policy-makers siano consapevoli dell’impatto che un mercato più concentrato può avere sulla stabilità dell’intero sistema, e non solo su quella delle singole banche. Infatti, in letteratura non è stato ancora chiarito se il legame tra concorrenza e stabilità sia positivo oppure negativo.Si tenterà di comprendere il ruolo della forma proprietaria e/o organizzativa, ovvero se le banche private e in forma di società per azioni (quindi tipicamente profit-oriented) sono più o meno stabili rispetto alle banche di proprietà statale o a quelle di tipo cooperativo. In linea generale, si proverà a dare una valutazione di pro e contro degli strumenti di intervento regolatorio per il settore bancario, incluse la riduzione dei costi esterni legati ai dissesti bancari e l'imposizione di una disciplina di condotta sul mercato, con uno sguardo anche alla vigilanza bancaria sovranazionale e ai suoi effetti in presenza di eterogeneità nel grado dei fallimenti e nei costi da essi imposti all’interno dei vari Paesi.
Department | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES | |
Principal Investigator | COCCORESE Paolo | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 2.671,00 euro | |
Project duration | 20 November 2017 - 20 November 2020 | |
Proroga | 20 febbraio 2021 | |
Research Team | COCCORESE Paolo (Project Coordinator) CARLUCCI Fabio (Researcher) DESTEFANIS Sergio Pietro (Researcher) SANTUCCI LAURA (Researcher) |