Attività | Pani Loriga (SU)
Attività Pani Loriga (SU)
Responsabile scientifico: prof. Massimo Botto
Le indagini all’insediamento fenicio e punico di Pani Loriga di Santadi, nella Sardegna sud-occidentale (SU), condotte dal CNR in modo continuativo a partire dal 2005, hanno riguardato l’abitato punico che si sviluppa sul versante orientale della collina e la necropoli fenicia ubicata sul versante occidentale (Fig. 1). L’abitato doveva essere particolarmente grande e suddiviso in quartieri con funzionalità diverse. Sul pianoro a sud dell’acropoli (Area A), gli scavi diretti da Ida Oggiano con la collaborazione di Tatiana Pedrazzi hanno interessato un’abitazione privata composta da due vani, uno parzialmente coperto e l’altro scoperto, in funzione fra la fine del VI e la metà ca. del IV sec. a.C. Lo stesso arco di tempo segna la vita del grande edificio scavato nel settore nord-orientale della collina (Area B) (Fig. 2). Le indagini, condotte da Massimo Botto con la collaborazione sino al 2015 di Federica Candelato, sono riprese nel 2017 con Livia Tirabassi ed Emanuele Madrigali mettendo in luce una struttura articolata in numerosi vani fra loro solidali disposti su due file parallele (Fig. 3). L’edificio è delimitato a sud da una strada carraia ampia oltre 4 m, che rappresenta uno dei principali assi viari dell’insediamento. Si tratta di un complesso nel quale si svolgevano molteplici attività. Infatti è stata documentata la presenza di un luogo di culto e di una serie di ambienti destinati alla preparazione, alla conservazione e al consumo di beni alimentari. La presenza di un numero considerevole di coppe sia di produzione locale sia d’importazione, come nel caso della splendida kotyle proveniente da Corinto (Fig. 4), attesta il consumo sociale del vino. Analisi biochimiche condotte su vari recipienti ceramici e su anfore hanno confermato il fiorire a Pani Loriga nel corso del V sec. a.C. di attività agricole destinate alla produzione e alla commercializzazione di vino e di olio d’oliva. Sempre riguardo all’abitato punico, dal 2016 sono state avviate le indagini nell’area delle c.d. casematte (Area C), ubicata nel versante orientale della collina, subito al di sotto del pianoro che doveva ospitare l’acropoli dell’insediamento. L’area è stata oggetto di ricerca negli anni ’70 del secolo scorso da parte di Ferruccio Barreca, che ne ha rilevato le strutture allora visibili. I lavori, attualmente in corso, sono diretti da Marco Arizza, Giuseppe Garbati e, Tatiana Pedrazzi. Le ricerche si sono concentrate nel settore meridionale dell’area sopraindicata e specificamente nel vano definito come 1 (A e B) nella pianta elaborata a seguito delle indagini di Barreca (Fig. 5). L’obiettivo, a lungo termine, è quello di chiarire la fisionomia, la configurazione e la destinazione del complesso di strutture, note in letteratura come pertinenti a un articolato sistema di difesa della collina impostato in età punica, ma la cui funzione rimane da chiarire. Tra le evidenze più interessanti va segnalata la presenza di una piccola struttura rettangolare in pietra, collocata in prossimità dell’angolo nord-occidentale del vano 1A; al suo interno sono stati recuperati ossa animali, ciottoli di fiume, un alare in argilla cruda, nonché diversi reperti ceramici tra i quali un c.d. kernos, la cui tipologia risulta prevalentemente collegata, allo stato attuale, alla dimensione rituale.
Nel 2016 e nel 2023 sono stati condotti da Massimo Botto con Sara Lancia (2023) e Simona Ledda (2016) (Fig. 6) interventi mirati nella necropoli fenicia, che hanno portato all’individuazione di due tombe a fossa monumentale databili in base ai corredi ceramici nella prima metà del VI sec. a.C. Nelle due sepolture era stato praticato il rituale alternativo dell’inumazione, rispetto al rituale predominante dell’incinerazione secondaria, che prevedeva la dispersione delle ossa combuste del defunto sul fondo della fossa. In precedenza, durante gli scavi diretti da Ferruccio Barreca, questo rituale era stato individuato solo in un’altra tomba a fossa monumentale (T 33), molto vicina a quelle indagate dal CNR. Le differenze nel rituale, nella tipologia tombale e nella composizione e natura del corredo ceramico, con tipologie vascolari di chiara derivazione cartaginese, di queste tre tombe rispetto alle circa 150 sepolture di epoca fenicia individuate sul sito, hanno permesso di ipotizzare che vi fosse un’area della necropoli destinata a seppellire individui provenienti da altre regioni dell’irradiazione fenicia nel Mediterraneo centrale, ed in particolare da Cartagine, dove il rituale dell’inumazione risulta dominante sin da epoca arcaica rispetto alla totalità degli insediamenti fenici di Occidente, nei quali si praticava prevalentemente l’incinerazione primaria e secondaria.
A partire dal 2016 è nato il progetto Landscape Archaeology of Southwest Sardinia (LASS) diretto da Thomas Leppard e Elizabeth Murpy della Florida State University, il cui obiettivo è di investigare diacronicamente le caratteristiche insediative e di uso del suolo sul lungo termine nella regione del Sulcis orientale. Dal 2020 le indagini si avvalgono della metodologia LiDAR da drone grazie alla collaborazione con l’équipe del Laboratorio CNR-ISPC della sede di Potenza diretta da Nicola Masini.
Botto, Massimo (ed.), Il complesso archeologico di Pani Loriga, Sassari 2016; Castiglione, Marianna, «La ceramica da cucina fenicio-punica di Pani Loriga (Area A): contesti, forme e usi», in Michele Guirguis (ed.), From the Mediterranean to the Atlantic: People, Goods and Ideas between East and West (Proceedings of the 8th International Congress of Phoenician and Punic Studies; Carbonia-Sant’Antioco 2013) (Folia Phoenicia, 2), Pisa-Roma 2018, pp. 59-64; Madrigali, Emanuele, Tirabassi, Livia, «Risorse e pratiche nel Sulcis di età punica: i dati di Pani Loriga», in Sebastián Celestino Pérez, Esther Rodriguez González (edd.), Un viaje entre el Oriente y el Occidente del Mediterráneo (Actas del IX Congreso Internacional de Estudios Fenicios y Púnicos; Mérida 2018) (Mytra, 5), Mérida 2020, pp. 645-658; Arizza, Marco, Garbati, Giuseppe, Pedrazzi, Tatiana, «L’insediamento fenicio e punico di Pani Loriga. Risultati preliminari degli scavi 2016-2017 alle “Casematte” (Area C)», in Bollettino di Archeologia On Line, 12 (2), 2021, pp. 55-97; Botto, Massimo et alii, «Recenti indagini alla necropoli fenicia di Pani Loriga», in Bollettino di Archeologia On Line, 12 (2), 2021, pp. 5-53; Botto, Massimo et alii, «Riti alimentari nella Sardegna punica: il caso di Pani Loriga», in Dominique Frère, Barbara Del Mastro, Priscilla Munzi, Claude Pouzadoux (edd.), Manger, boire, se parfumer pour l’éternité. Rituels alimentaires et odorants en Italie et en Gaule du IXe siècle avant au Ier siècle après J.-C. (Collection du Centre Jean Bérard, 53), Naples 2021, pp. 273-292; Andrea Roppa, Massimo Botto, Peter van Dommelen (edd.), Il Mediterraneo occidentale dalla fase fenicia all'egemonia cartaginese. Dinamiche insediative, forme rituali e cultura materiale nel V secolo a.C., Roma 2021, pp. 71-80.
Componenti del gruppo di ricerca:
Marco Arizza; Giuseppe Garbati; Sara Lancia; Emanuele Madrigali; Tatiana Pedrazzi; Livia Tirabassi.