Pithekoussai

Attività Pithekoussai

Pithekoussai

Il quartiere di Mazzola


Responsabile scientifico: prof. Matteo D'Acunto

Gli scavi della Scuola di Specializzazione “Or.Sa” e dell’Università di Napoli L’Orientale a Pithekoussai, nel sito di Mazzola, si svolgono sotto la direzione di Teresa E. Cinquantaquattro (Segretario regionale MiC per la Campania), Matteo D’Acunto (Università di Napoli L’Orientale e Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni Archeologici “Or.Sa”) e Maria Luisa Tardugno (Soprintendenza ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli).

Le ricerche si concentrano sul cd. “quartiere metallurgico” di Mazzola. Esse mirano ad ampliare il quadro delle conoscenze relativo all’articolazione dell’insediamento greco di Pithekoussai, attraverso il riesame dei dati emersi nel corso delle indagini condotte nel sito da J. Rutter nel 1969 e da J.J. Klein tra il 1970 e il 1972 e grazie ai nuovi scavi: un primo intervento è stato effettuato tra ottobre 2023 e febbraio 2024 dalla Soprintendenza ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli, sotto la direzione di T.E. Cinquantaquattro e M.L. Tardugno, e a partire dal 2024 come concessione del MiC all’Università di Napoli L’Orientale, sotto la responsabilità scientifica di M. D’Acunto.

L’ area di Mazzola è interessata da una frequentazione dell’Età del Bronzo (II millennio a.C.) e viene rioccupata, al momento della fondazione di Pithekoussai, a partire dal 750 a.C. Le strutture, portate alla luce da J. Rutter e da J. Klein, si organizzano su terrazze digradanti da Sud a Nord. Quattro edifici, la cui planimetria è stata modificata nel corso del tempo (ovale, absidata, rettangolare), si riferiscono al periodo geometrico: uno interpretato come abitazione (I) e tre (II-IV) identificati come officine per la lavorazione del ferro, del bronzo, del piombo e verosimilmente dei metalli preziosi. Le strutture erano costituite da piccoli blocchi di trachite sbozzati e l'edificio III conservava, lungo il circuito interno dei muri, i fori per i pali di legno che sostenevano il tetto. Dopo un apparente abbandono nel secondo quarto del VII sec. a.C., l’area è rioccupata nel corso del VI sec. a.C., con la costruzione di nuovi edifici a pianta quadrangolare (V e VI). Le attività metallurgiche sono illustrate da numerose testimonianze dallo scavo Rutter-Klein. Ad esempio, nell'edificio IV sono state portate alla luce due incudini in pietra e una forgia. I reperti mobili includono numerose scorie di ferro e di bronzo di vario tipo. L’officina produceva oggetti in bronzo, tra cui fibule e appliques. Sebbene non siano state rinvenute testimonianze dirette della lavorazione di metalli preziosi, un reperto suggerisce che vi si svolgessero contemporaneamente lavori di oreficeria: un peso in piombo e in bronzo per bilancia di precisione, corrispondente allo statere euboico-attico (circa 8,7 g). All’interno e all’esterno delle strutture sono stati portati alla luce anche numerosi reperti ceramici. Tra di essi si segnala il frammento di un cratere con la rappresentazione probabilmente di una sirena e la più antica firma di vasaio nota da tutto il mondo greco (ca. 730-710 a.C.).

Sebbene rimasto in larga parte inedito, lo scavo di J. Rutter e J.J. Klein nel quartiere di Mazzola ha dato un contributo fondamentale alla comprensione dell’economia dell’insediamento: gli artigiani, e nella fattispecie i metallurghi, vi giocavano un ruolo trainante. I metalli – il bronzo, il ferro e forse l’oro/argento – arrivavano sotto la forma di metallo allo stato grezzo e di lingotti a Pithekoussai, dove venivano rilavorati sotto la forma di prodotti finiti, destinati ad essere rivenduti nel mercato della Campania. La coesistenza di una possibile abitazione in prossimità delle strutture e delle aree deputate alla metallurgia documenta un modello insediativo di tipo alto-arcaico, in cui all’ abitazione si affiancano le attività produttive.

Nel corso dell’intervento della Soprintendenza (ottobre 2023-febbraio 2024) e durante la prima campagna di scavo (settembre 2024) sono stati effettuati dei saggi stratigrafici finalizzati a: precisare ulteriormente le fasi di occupazione dell’ area già scavata; datare, laddove ancora possibile, le strutture murarie sulla base delle stratigrafie associate; indagare, attraverso saggi di approfondimento al di sotto dei piani di calpestio delle strutture di età geometrica, l’ occupazione dell’ Età del Bronzo, portata alla luce parzialmente nello scavo della SABAP di Napoli; verificare se le stratigrafie intatte di età geometrica e arcaica possano ulteriormente chiarire la funzione delle relative strutture e dei processi metallurgici praticati in questo settore dell’abitato.

In particolare, sono stati effettuati saggi stratigrafici all’interno dell’Edificio III, dell’Edificio I e della Struttura VIII. L’Edificio III ha restituito evidenze riferibili ad attività di produzione metallurgica tra il Tardo Geometrico I (750-720 a.C.) e il Protocorinzio Medio (690-650 a.C.), confermando la destinazione funzionale dell’edificio e il relativo arco cronologico di utilizzo, mentre nel caso dell’Edificio I e della Struttura VIII sono stati intercettati livelli ascrivibili ai momenti inziali di occupazione e strutturazione del quartiere in epoca greca, riferibile al Tardo Geometrico I. In tutti i saggi stratigrafici sono stati individuati materiali residuali riferibili al Bronzo Medio che testimoniano l’occupazione sistematica del sito in epoca preistorica, come documentato dagli scavi del 2024 della SABAP.

In merito alle fasi principali di occupazione del sito, gli obiettivi della ricerca e le possibili ricadute in termini di conoscenze storico-archeologiche del contesto di riferimento, sono: stabilire la natura dell’occupazione dell’ Età del Bronzo e il suo excursus cronologico (Medio Bronzo II-III?); la presenza/assenza di una lacuna dell’occupazione dell’area nel corso dell’Età del Ferro (900-750 a.C.), al fine di chiarire la situazione del sito (se deserto o occupato da un villaggio pre-ellenico), al momento della fondazione di Pithekoussai da parte dei coloni euboici; ricostruire l' evoluzione del quartiere in età geometrica (tra la metà dell’VIII e i primi decenni del VII sec. a.C.), in particolare analizzando lo sviluppo diacronico delle strutture e seguendone le trasformazioni planimetriche (a pianta ovale/absidata/quadrangolare); accertare l’eventuale abbandono dell’area nel secondo quarto del VII sec. a.C., verificando, attraverso le stratigrafie, se cause naturali, frutto di eventi vulcanici e tellurici, possano avere concorso a determinare tale situazione di abbandono; ricostruire l'evoluzione del quartiere in età arcaica (VI sec. a.C.). Infine, il rinvenimento di apprestamenti metallurgici e scorie di lavorazione, nelle nuove stratigrafie portate alla luce, darà luogo a indagini scientifiche, attraverso il coinvolgimento di altri enti di ricerca specializzati, al fine di ricostruire le specifiche pratiche metallurgiche, ivi messe in atto.

Bibliografia:
Bats – B. d’Agostino (eds.), Euboica, L’Eubea e la presenza euboica in Calcidica e in Occidente, Atti del Convegno Internazionale di Napoli (13-16 novembre 1996), in Collection du Centre Jean Bérard 15/AION Archeologia e Storia Antica, Quaderno 12, Napoli 1998; B. d’Agostino, D. Ridgway (a cura di), APOIKIA. I più antichi insediamenti greci in Occidente: funzioni e modi dell’organizzazione politica et sociale. Scritti in onore di Giorgio Buchner. AION Annali di archeologia e storia antica 1. Napoli 1994; G. Buchner, ‘Recent work at Pithekoussai (Ischia), 1965-1971’, in AR 17, 1970-1971, pp. 63-67; G. Buchner – C. Gialanella, Museo archeologico di Pithecusae, Isola d’Ischia, Roma 1994; T.E. Cinquantaquattro – M. D’Acunto – F. Iannone (eds.), Euboica II, Pithekoussai and Euboea between East and West, Proceedings of the Conference (Lacco Ameno,14-17 May 2018), vol.2, in AIONArchStAnt, n. s. 28, Napoli 2021 (2024); T.E. Cinquantaquattro – F. Nitti – M.L. Tardugno, ‘Pithekoussai: nuove indagini di scavo nel quartiere artigianale di Mazzola (2023-2024)’, in AIONArchStAnt n. s. 30, pp. 19-57; M. Cuozzo, ‘Produzioni ceramiche dell’area di Mazzola’, in Cinquantaquattro – D’Acunto – Iannone (eds.), Napoli 2021, pp. 201-220; M. D’Acunto, ‘The Bay of Naples’, in I.S. Lemos – A. Kotsonas (eds.), A Companion to the Archaeology of Early Greece and the Mediterranean, volume 2, editore John Wiley & Sons, Inc, Hoboken NJ (USA) 2020, pp. 1287-1310; C. Gialanella – P.G. Guzzo, ‘The Manufacturing District in Mazzola and its Metal Production’, in Cinquantaquattro – D’Acunto – Iannone (eds.), Napoli 2021, pp. 125-146; J.J. Klein, ‘A Greek Metal-Working Quarter: Eighth Century Excavations on Ischia’, Expedition 14/2, 1972, pp. 34-39; N. Manzi, Tra oikos ed eragasterion, l’insediamento tardo geometrico-arcaico di Mazzola a Ischia, Tesi del Dottorato di ricerca in Archeologia della Magna Grecia, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ciclo XVI, a.a. 2005; D. Ridgway, L’alba della Magna Grecia, Milano 1984.

Componenti del gruppo di ricerca:

dott. Francesco Nitti, dott.ssa Chiara Improta (responsabili delle attività sul campo); dott.ssa Cristiana Merluzzo (responsabile attività di analisi e studio dei materiali)

Periodo della missione e orari di lavoro: 1-26 settembre 2025; ore 8:30-12:30/13:30-16:30
Posti disponibili per gli Allievi: 6
Termine prenotazione: 30 maggio
Vitto incluso: si
Alloggio incluso: si
Ulteriori richieste: indispensabili certificato di vaccinazione antitetanica in corso di validità (validità decennale); certificato medico di idoneità allo scavo (annuale); certificato del Corso sulla sicurezza nei cantieri (validità 5 anni).
Attrezzatura e presidi di sicurezza personale necessari: calzature da cantiere; eventuali attrezzi da scavo personali.

Media

Monte Vico-panoramaLo scavoLo scavo, al lavoroIl gruppo di lavoro

News

News Correlate