Pompei@UNISA
La lunga crisi di questi anni è stata responsabile di forti discontinuità. Tanti i cambiamenti ancora in atto negli stili di vita e nei modelli di consumo, ma soprattutto nella riconfigurazione degli asset competitivi del nostro paese. Una profonda riflessione ha avuto inizio anche sul ruolo del nostro patrimonio culturale nelle politiche di sviluppo del territorio e sul suo contributo alla produzione della ricchezza nazionale.
La crisi ha scosso l’assuefazione ad una ricchezza immensa, risvegliato un senso nuovo di responsabilità sociale e culturale e ha dato il via ad una fase di rinnovamento gestionale del nostro patrimonio culturale, anche indotta dai risultati di paesi meno dotati del nostro, ma molto più attenti ad una sua sistematica valorizzazione.
Tutela e valorizzazione, obiettivi chiari ed evidenti da perseguire con determinazione per una nuova consapevolezza del nostro immenso patrimonio culturale.
Ma basta questo per spiegare la pressione sempre più incalzante dei media, dell’opinione pubblica, di operatori e accademici sui temi del cultural heritage? Siamo finalmente di fronte ad un cambio di rotta verso la comprensione più profonda delle potenzialità inespresse di questo smisurato capitale accumulato in secoli di storia?
Il segreto sembra essere una più matura prospettiva integrata. Un approccio sistemico e interdisciplinare al tema della cultura in senso ampio.
È proprio questa sembra essere la giusta angolazione per affrontare un tema ormai prioritario nelle Agende di Enti, Istituzioni e del Governo. Ed è la stessa che ha consentito all’Ateneo Salernitano di svolgere un ruolo da protagonista in quello che sarà il futuro del sito archeologico di Pompei. Una visione integrata multidisciplinare e una rete di competenze che coinvolge non solo archeologi ma anche ingegneri, fotografi, architetti, strutturisti esterni e tanto altro ancora.
Nell'ambito del Grande Progetto Pompei, promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dalla Commissione Europea, finalizzato alla realizzazione di un sistema avanzato in grado di raccogliere e gestire le conoscenze attuali pertinenti al sito archeologico di Pompei, l'Università degli Studi di Salerno si è aggiudicata il Lotto 2, che comprende la Regio II, in cui insistono la Villa dei Misteri, la Villa di Diomede, l'Anfiteatro di cui si eseguiranno anche restituzioni in 3D, la Palestra, le Terme Suburbane, le principali necropoli situate presso Porta Nocera e Porta Ercolano e una serie di edifici residenziali periurbani.
Ma quali sono i risultati che si attendono da questo sforzo congiunto di tante professionalità che convergono per valorizzare uno dei siti archeologici più importanti del mondo?
Il progetto si concentra sulla mappatura dello stato attuale del sito, attraverso l’utilizzo di tecnologie sofisticate di ultima generazione. Riprese laser scanner per evidenziare in modo accurato le condizioni di degrado ad esempio dello stato murario, sia da un punto di vista delle superfici sia del dissesto strutturale. Fotografie ortorettificate per una mappatura delle pitture. Il tutto con collegamenti ipertestuali attraverso l’inserimento di shapefile georeferiti per l’archiviazione di tutte le schede realizzate.
Ma il Progetto Pompei per l’Università di Salerno prende anche molte derive che incontrano il grande pubblico. Tra tutte, l’organizzazione con molti partner prestigiosi della Mostra “Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei”, per sottolineare il forte rapporto tra uomo e natura, a Milano in occasione dell’Expo, a Palazzo Reale dal 31 luglio al 10 gennaio 2015.
Perseguire la conoscenza profonda, questo l’obiettivo. Per ricondurre ad un denominatore comune la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale. E partendo da qui si può immaginare finalmente per l’Italia una strategia competitiva internazionale in grado di integrare valorizzazione del territorio, turismo, tradizioni e cultura.
Concept idea, elaborazione e adattamento dei testi a cura di
Vittoria Marino - Delegato alla Comunicazione UNISA