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IL TRATTATO DELLE NAZIONI UNITE SUL COMMERCIO DELLE ARMI (ARMS TRADE TREATY) TRA DIRITTI UMANI, DIRITTO UMANITARIO E DISARMO

Il commercio internazionale di armi convenzionali è regolamentato con carattere di assoluta novità dal Trattato delle Nazioni Unite (ATT) adottato il 2 aprile 2013. I tentativi degli Stati di accordarsi su una disciplina in questo specifico ambito sono stati ripetuti e tutti destinati al fallimento. Le esigenze di non proliferazione e di riduzione degli armamenti sono state perseguite finora mediante accordi di disarmo aventi ad oggetto prevalentemente le armi di distruzione di massa. Gli unici strumenti internazionali aventi ad oggetto le armi convenzionali riguardano l’uso di determinate armi per gli effetti particolarmente distruttivi che possono causare. Rispetto alla disciplina sul commercio, invece, rilevano il Protocollo contro la produzione illecita ed il traffico di armi da fuoco, loro parti, componenti e munizioni, annesso alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, il Programma d’azione delle Nazioni Unite per la prevenzione, la lotta e l’eliminazione del commercio illecito di armi di piccolo calibro e leggere e, su un piano regionale, la Convenzione centroafricana per il controllo delle armi piccole e leggere, nonché delle relative munizioni e componenti. In un’ottica universale e generale (che comprende 8 categorie di armi convenzionali), il Trattato ATT si propone di definire gli standard internazionali sul commercio internazionale di armi convenzionali e di prevenire ed eliminare i traffici illeciti.La ricerca si propone in primo luogo di analizzare il contesto che ha portato all’adozione del Trattato, inclusi i precedenti tentativi di adottare una regolamentazione in materia, i negoziati e il regime giuridico delle armi convenzionali. Si deve rilevare innanzi tutto l’assenza di norme consuetudinarie che vietano la produzione e il commercio di armi. Il diritto di autodifesa individuale e collettiva sancito dall’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, espressione di una norma consuetudinaria, consente invece agli Stati di provvedere all’armamento necessario alla difesa della propria sovranità territoriale, purché ciò avvenga per mezzo di armi lecite secondo il diritto internazionale. Occorre ricordare, inoltre, l’esclusione del commercio delle armi dalla disciplina dell'OMC sulla liberalizzazione degli scambi per la stessa esigenza di sicurezza nazionale. In secondo luogo, la ricerca intende esaminare in maniera critica la disciplina del Trattato, a partire dall’ambito di applicazione e dagli obblighi degli Stati. Il Trattato non prevede l’esclusione dal commercio di alcune tipologie di armi convenzionali (ad esempio le armi il cui utilizzo è vietato da convenzioni internazionali), né tratta di barriere tecniche o tariffarie, o del contenuto delle clausole contrattuali (ad esempio la clausola che vieta la riesportazione degli armamenti). I profili riguardanti i contratti internazionali presentano particolare criticità. Il Trattato contiene inoltre norme dettagliate sulla trasparenza e sulle misure di c.d. confidence building. Particolare rilievo rivestono anche gli obblighi di non esportazione verso Stati in cui in cui è probabile che vengano perpetrati il genocidio, crimini di guerra, crimini contro l'umanità, a tutela dei diritti umani e del diritto umanitario. A tale riguardo, la ricerca intende soffermarsi sulle attività illecite, anche di privati, poste in essere in violazione di misure di embargo adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in scenari di crisi. Particolare rilievo rivestono gli obblighi degli Stati di attivare i sistemi di controllo su base nazionale, anche al fine di evitare azioni di triangolazione.La ricerca si propone, infine, di esaminare le prospettive applicative dell’accordo e l’attuazione in Italia e nell’Unione europea. Al riguardo, occorre tenere presente che la legge italiana n. 185 del 1990 contiene già norme in linea con il contenuto del Trattato.

DepartmentDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
FundingUniversity funds
FundersUniversità  degli Studi di SALERNO
Cost1.450,00 euro
Project duration11 December 2013 - 11 December 2015
Research TeamMARRANI Daniela (Project Coordinator)
D'AMATO Paolo (Researcher)
D'AMBROSIO Marcello (Researcher)
DE CHIARA Pasquale (Researcher)
DESIO ANDREA (Researcher)
GIBBONI ANTONINO (Researcher)
INDRACCOLO Emanuele (Researcher)
ORIOLO Anna (Researcher)
PUGLIESE Michele (Researcher)
VALENTINO Daniela (Researcher)
VIGORITO ANNA (Researcher)