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GIOCO D'AZZARDO E LAVORO CAPITALISTICO IN BENJAMIN

Il presente progetto di ricerca verte sul tema ‘Gioco d’azzardo e lavoro capitalistico in Walter Benjamin’. In realtà esso intende ricostruire una discussione, dal punto di vista filologico certamente indiretta, ma da quello culturale e teorico necessaria, fra due momenti altissimi della riflessione sviluppata durante gli anni trenta del secolo scorso sul rapporto fra i mutamenti della forma del lavoro, in particolare il lavoro industriale alla catena di montaggio inaugurato nelle fabbriche di automobili di Henry Ford sulla base delle ricerche di fisiologia e psicologia del lavoro di Frederick Taylor, e le trasformazioni psicologiche da queste innestate soprattutto sul versante della vita sessuale. Le posizioni di Walter Benjamin su questi argomenti articolate nel lavoro su Baudelaire (Di alcuni motivi in Baudelaire) e in molti frammenti del Passagen Werk verranno confrontate con quelle quasi coeve presenti nel quaderno 22 ‘Americanismo e fordismo’ dei Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci. Fedele all’assunto di Marx secondo il quale l’aumento della produttività del lavoro è propedeutico per la costituzione di una società comunista, Gramsci vede nel lavoro alla catena di montaggio e nelle modifiche psicologiche che da un lato richiede e da un latro produce un vantaggio considerevole in vista della lotta operaia per l’egemonia. In primo luogo c’è il progressivo scomparire dei ceti improduttivi, dei percettori di rendita a favore della produzione industriale che fa da premessa per qualsiasi lotta rivoluzionaria della classe operaia; in secondo luogo c’è il tirocinio, l’addestramento cui vengono sottoposte larghe masse umane a una sempre maggiore razionalità che ha conseguenze sulla loro psicologia e sula loro vita sessuale. Gli esseri umani si abituano a sopportare razionalmente il disagio della civiltà e la rinuncia al godimento. L’educazione sessuale conseguente alle forme di vita della modernità industriale e capitalistica permettono una civilizzazione crescente delle masse e la rapida autonomizzazione delle donne dal dominio maschile. Il capitalismo distrugge il vecchio erotismo libertino della vecchie classi aristocratiche e apre la via ad una sessualità razionale e libera.Per Benjamin invece il lavoro alla catena di montaggio con il suo abbandono della continuità inerente all’antico mestiere e il passaggio integrale allo spezzettamento del processo lavorativo in tanti segmenti staccati e indipendenti l’uno dall’altro ha la stessa forma delle giocate al tavolo verde e dei battiti del godimento sessuale. Benjamin mette in evidenza cioè il lato improduttivo che accompagna quello che sembra ed è anche in gran parte il trionfo del produttivismo. Al coup del gioco d’azzardo corrisponde secondo Benjamin ‘lo scatto nel movimento della macchina’. Della macchina intesa come macchinario industriale cui il lavoro vivo dell’operaio è sussunto ma anche della macchina fotografica. Benjamin è particolarmente interessato ai significati psicologici del gioco d’azzardo soprattutto a quelli di natura libidica: il gioco d’azzardo è un’aggressione al principio di realtà, al mondo degli adulti ed esprime una sessualità infantile già imparentata con la pulsione di morte. La tendenza del giocatore a perdere mostra che l’unico modo per contrastare il produttivismo del capitalismo consiste nel far leva su quell’elemento di godimento presente nella lavoro alla catena di montaggio. L’analisi della posizione benjaminiana comporterà altresì lo studio della fonti psicanalitiche e letterarie (Edmund Bergler e la sua Psicologia del giocatore d’azzardo, il racconto di Dostoevskji Il giocatore) e anche il confronto con interpretazioni successive del gioco d’azzardo quali quella sartriana contenuta in Essere e tempo.

DepartmentDipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF
FundingUniversity funds
FundersUniversità  degli Studi di SALERNO
Cost2.060,00 euro
Project duration7 November 2014 - 7 November 2017
Proroga7 novembre 2017
Research TeamMORONCINI Bruno (Project Coordinator)