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IL PENSIERO POLITICO DI ABDELMALEK SAYAD

Il progetto intende situare Sayad e alcuni aspetti specifici della sua riflessione all'interno della storia del pensiero politico, nella convinzione che Sayad sia, oltre che un sociologo, anche un pensatore politico e, nello specifico, un pensatore dello Stato. Sayad cioè, attraverso l'analisi delle caratteristiche dei fenomeni migratori, soprattutto di quello algerino, ha gettato sullo Stato e sui tentativi che soprattutto nella modernità (da Machiavelli e Hobbes in poi) cercano di costruirne la teoria o di dimostrarne l'impossibilità, una luce nuova, asserendo che "pensare l'immigrazione significa pensare lo stato e che lo stato pensa se stesso pensando l'immigrazione" (Immigrazione e pensiero di Stato, in La doppia assenza, Cortina Ed., p. 368). È da questa affermazione che la mia ricerca intende partire e nella prospettiva che essa apre situarsi. L'orizzonte che essa lascia intravvedere, infatti, è del tutto innovativo, perché non c'è nessun teorico dello Stato che abbia pensato lo Stato a partire dall'immigrazione; piuttosto, e di frequente, è stato fatto il contrario: si è cioè pensato lo Stato sull'"omissione" (come dice Sakia Sassen), io direi sulla "rimozione", per usare un lessico psicoanalitico, del processo migratorio nel suo complesso: emigrazione e immigrazione.Spesso è stato imputato a Sayad, il che spiega almeno in parte la poca attenzione al suo pensiero, di aver fatto basato tutti i suoi ragionamenti sullo Stato-nazione e quindi su qualcosa che la globalizzazione sta spazzando via (se non l'ha già fatto). Sono molto scettico su questa osservazione: 1) Sayad scrive in tempi in cui lo Stato-nazione è rilevante e le politiche migratorie sono quasi esclusivamente nazionali, almeno in Europa (ma in realtà un po' dappertutto); 2) Sayad si confronta col lascito del colonialismo francese in Algeria e con i suoi effetti postcoloniali che trasferiscono, a suo avviso, la mentalità nazionalistica anche dove prima essa non c'era; 3) lo Stato sta attualmente attraversando una fase di trasformazione, ma non è affatto morto, come nemmeno i nazionalismi (il dibattito sulle migrazioni all'interno dell'Unione europea lo dimostra); 4) la nazione inoltre significa per Sayad la forma storica concreta che, dalla Rivoluzione francese a oggi, assume il meccanismo di inclusione/esclusione che definisce lo Stato: non si esclude quindi che altre forme questo meccanismo possa assumere permanendo lo Stato, ma non la nazione; come dire: i confini si spostano e si trasformano, ma restano confini; 5) lo Stato è un dispositivo (giuridico, politico, culturale, linguistico ecc.) di inclusione/esclusione, perché, di fatto, si basa sempre su una "proprietà" da difendere; di là dal fatto che tale "proprietà" sia economica, culturale, spirituale, personale e via dicendo: c'è Stato, dice Sayad, ovunque c'è una "proprietà" che produce come suo principale effetto l'esclusione di qualcuno e l'inclusione di qualcun altro; 6) lo Stato, dunque, produce delle identità - noi/gli altri - cioè dei confini, che deve poi amministrare e gestire in vari modi: politicamente, socialmente, giuridicamente e ideologicamente, ad esempio.Seguendo Sayad, si può dunque pensare lo Stato in modo nuovo, pensando le migrazioni in modo diverso, senza seguire cioè ciò che Bourdieu definì il "pensiero di Stato", che invece utilizziamo sempre, sebbene inconsapevolmente? Se riconosciamo i processi di emigrazione/immigrazione come connaturati alla natura sociale e politica degli esseri umani, quale organizzazione politica e sociale è la più adatta a garantire a tutti questo 'diritto'? C'è una forma di Stato che può farlo (e se sì quale)? Oppure lo Stato non è in grado di affrontare la sfida e, dunque, va sostituito? Ma se sì, con cosa? Ecco, queste sono alcune delle domande alle quali vorrei cercare di rispondere, partendo da Sayad e dalla sua riflessione sulla relazione tra processi migratori, Stato, confini e nazioni.

DepartmentDipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione/DISPC
FundingUniversity funds
FundersUniversità  degli Studi di SALERNO
Cost2.050,00 euro
Project duration7 November 2014 - 6 November 2016
Research TeamRAIMONDI Fabio (Project Coordinator)