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Research Funded Projects

IL PROBLEMA DELLA GARANZIA DEI BENI AMBIENTALI

La presente ricerca si pone l’obiettivo di superare l’assetto precedentemente illustrato e ciò passa attraverso una rinnovata qualificazione giusteorica del bene ambientale, da svilupparsi in più tappe.In primo luogo, la ricerca criticherà la tesi ampiamente diffusa secondo cui quello all’ambiente sia un ‘diritto fondamentale’ di nuova generazione. Tuttavia, siffatta interpretazione, da un lato, genera dissonanze rispetto alle nozioni più diffuse di ‘diritto fondamentale’, dall’altro lato, non riesce a dar conto appieno della rilevanza che i beni ambientali hanno nella normazione della vita associata. L’ambiente, infatti, manifesta caratteristiche, per così dire, ‘naturali’ che certamente non obbligano, ma suggeriscono un attribuzione di senso diversa da quella propria di un diritto soggettivo, per quanto fondamentale esso sia. In secondo luogo, occorrerà approfondire queste caratteristiche, anche sulla scorta della letteratura economica relativa ai cd. commons. Ed invero, i beni ambientali sono beni – come si suol dire in linguaggio economico – non ‘rivali’ ovvero il loro uso da parte di un individuo non ne impedisce l’uso da parte di un altro. Questa connotazione, se tecnicamente non vieta di rendere (taluni) beni ambientali ‘esclusivi’ (suscettibili, cioè, di un loro uso solo previo corrispettivo), conferisce loro una rilevanza che ne giustifica una fruizione collettiva e che li rende alquanto alieni da un uso puramente esclusivo – ciò che caratterizza, invece, buona parte dei diritti fondamentali. Del resto, quasi sempre collettivi sono gli effetti della loro lesione. A differenza di molte altre risorse essenziali per la sopravvivenza del genere umano, l’ambiente è un bene di fatto già esistente in natura e immediatamente disponibile. La cooperazione richiesta dall’essenzialità per la vita del bene ‘ambiente’ è volta, pertanto, a regolare la sua fruizione e la sua tutela, non la sua produzione. È questa caratteristica dei beni ambientali che ostacola la configurazione dell’interesse che gli esseri umani hanno nei loro confronti esclusivamente nei termini o di ‘diritto soggettivo’ o, all’opposto’, di interesse dello Stato. Non è richiesta una cooperazione per la produzione dei beni ambientali: più precisamente, per l’esistenza dei beni ambientali non è necessaria quell’attività trasformativa da parte dell’essere umano che, se svolta individualmente, legittima il diritto ‘esclusivo’ sul bene trasformato, se svolta collettivamente, pone le premesse per una tutela affidata esclusivamente alla mano pubblica. Infine, si cercherà di tradurre le acquisizioni scientifiche delle precedenti tappe in termini giusteorici, con l’ausilio di un classico della filosofia del diritto del XX secolo ovvero Herbert L.A. Hart, in particolare attraverso la sua concettualizzazione del cd. contenuto minimo del diritto naturale. Infatti, l’ambiente è strumento essenziale per la vita tout court, non per una vita qualitativamente apprezzabile. Detto altrimenti, l’ambiente rappresenta uno di quelli che Hart definisce “truismi” per i quali “vi sono certe norme di condotta che ogni organizzazione sociale deve contenere se vuole essere vitale”. Ciò implica non solo che vi devono essere norme che regolino la fruizione dei beni ambientali e norme che li tutelino, ma anche che tali norme non possono essere considerate “peculiari a una particolare società” e, quindi, “arbitrari[e] o un mero prodotto di scelta”. Ciò non solo spinge a qualificare i beni ambientali come beni a-cefali ovvero beni di rilevanza collettiva, né imputabili ai singoli individui presi singolarmente, né a soggetti ultraindividuali quali Stati o altre organizzazioni politiche non statuali; ma ha un diretto riverbero sulla tipologia della loro tutela, che non può essere consegnata solo alla logica privatistica del risarcimento del danno o quella pubblicistica della sanzione penale, ma che deve avere natura propriamente riparatoria.

DepartmentDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
FundingUniversity funds
FundersUniversità  degli Studi di SALERNO
Cost838,60 euro
Project duration7 November 2014 - 6 November 2016
Research TeamBISOGNI Giovanni (Project Coordinator)
GIORDANO Valeria (Researcher)
MANCUSO Francesco (Researcher)
PIETROPAOLI Stefano (Researcher)
PRETEROSSI Geminello (Researcher)
TUCCI Antonio (Researcher)