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FILOSOFIA E UTOPIA NELL'ETÀ ELISABETTIANA

Dopo la stampa dell'Utopia di Thomas More (1516) in Inghilterra cominciò a diffondersi il genere letterario al quale More aveva dato un canovaccio e una nobiltà riprendendo suggestioni presenti principalmente negli scritti di Platon (Repubblica e Leggi). La critica ricorda l'esemplare più noto di questo genere, La New Atlantis di Francis Bacon che anora negli ultimi mesi della sua vita lavorava al progetto di una città ideale. L'utopia di Bacon, però, era tutta fondata sull'avanzamento delle scienze; progresso che avrebbe garantito un innalzamento della qualità della vita degli Atlantici. A ben vedere non c'è un progetto politico nell'opera di Bacon, né compare quella ricetta tipica, rivolta ai lettori, perché – adottandola – si possa migliorare le condizioni di vita reali. Le cose stanno diversamente per due autori, a torto consoderati minori: Philip Sidney e Gabrile Plattes.Solo per il secondo troviamo qualche contributo che ci aiuta a ricostruirne il profilo e a interpretarne l'opera utopia (Macaria). Anche Plattes, però, è inserito nel modello baconiano e gli studi su di lui sono spesso ripetitivi e scarsamente originali. E' mia intenzione analizzare i rapporti tra gli ambienti inglesi e la Germania dei circoli intellettuali per verificare l'ipotesi che vi fosse una circolazione di temi e una consonanza d'intenti tesi a stabilire sul vecchio continente un clima di collaborazione e di amicizia. Philip Sidney è quasi completamente sconosciuto ai più. Eppure ha ricoperto un ruolo di grande rilievo alla corte di Elisabetta Tudor. Nobiluomo, poeta (è autore di un'"Apologia della poesia"), statista Sidney attrasse l'attenzione e la stima di Giordano Bruno durante il biennio 1583-1585. A Sidney, Bruno dedicò alcuni dei suoi dialoghi più noti. Sidney, a sua volta, è autore di un testo (Arcadia) dalla vicenda editoriale controversa; testo che però, tra i suoi capitoli, "nasconde" un'utopia.Il testo, per nulla sondato sotto questo aspetto, appare interessante per più di una componente. Sidney è un protagonista attivo della vita politica inglese, non è un letterato che vive lontano dalla corte: conosce i gangli principali dei rapporti più o meno segreti tra i personaggi più in vista. Il suo punto di vista sulla gestione del potere (pur se tradotto nella prospettiva "roovesciata" dell'utopia) è quindi prezioso per comprendere le prospettive politiche e le speranze di uno dei principali animatori degli ambienti che furono anche frequentati da Shakespeare.

DepartmentDipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF
FundingUniversity funds
FundersUniversità  degli Studi di SALERNO
Cost2.022,69 euro
Project duration28 July 2015 - 28 July 2017
Proroga27 Luglio 2018
Research TeamCAMBI Maurizio (Project Coordinator)
PIRO Francesco (Researcher)