Research | Funded Projects
Research Funded Projects
LE DESTINAZIONI RELIGIOSE NEL TURISMO ENOGASTRONOMICO
L’enogastronomia, oltre ad assumere un proprio carattere attrattivo, coesiste, divenendone parte essenziale, con ogni esperienza turistica, alla quale garantisce ulteriore attrattività e, quindi, potenziale competitività: «… la sperimentazione di atti propri del turismo enogastronomico diventa un complemento rilevante di un viaggio, quello che in gergo di marketing si definirebbe un consumo di impulso» (Osservatorio sul turismo del vino, 2011). Sulla base di questo assunto, pertanto, è possibile definire l’enogastronomia come una vera e propria motivazione turistica trasversale (Centro studi turistici, 2012), ipotesi rafforzata, relativamente al caso italiano, principale oggetto della ricerca, dall’analisi delle motivazioni principali del soggiorno dei turisti in visita nel Belpaese (Osservatorio Nazionale del Turismo, 2011; Isnart, 2013).Tale trasversalità appare in maniera ancor più evidente dalla campagna di comunicazione “Cibo è vita”, ideata per la promozione dell’Expo 2015, che mostra i molteplici significati racchiusi dal cibo: «… il cibo è nutrimento, piacere, gusto, famiglia, è arte, guerra, pace, affetto, amore; per il cibo si litiga, si combatte, si lavora; e soprattutto il “Cibo è vita”, per noi e per il pianeta» (www.expo2015.org). In tal senso, è importante notare come gli interessi enogastronomici costituiscano una motivazione fondamentale del soggiorno (in Italia) soprattutto per i turisti stranieri: questa peculiarità, confermata per tutte le forme di turismo, è ravvisabile in maniera prepotente anche nel caso del turismo religioso (Centro studi turistici, 2012).Infatti, per il turista religioso (in Italia) gli interessi enogastronomici pesano in maniera determinante sulle motivazioni principali del soggiorno (15,2%: Osservatorio Nazionale del Turismo, 2011) con riflessi positivi in particolare sulle degustazioni di prodotti tipici locali (18%), sugli acquisti di prodotti tipici e/o dell’artigianato locale (4,2%) e sulla partecipazione a specifici eventi enogastronomici (1,7%). Più in generale, sempre oltre all’originaria motivazione al viaggio, tra gli aspetti ritenuti più importanti dal turista religioso per la riuscita della propria vacanza ritroviamo al primo posto (46,3%) proprio la qualità del mangiare e del bere (ibidem).Dal quadro appena delineato, emerge in maniera abbastanza evidente come il patrimonio enogastronomico di un Paese possa fungere da volano per la competitività del turismo religioso. La difficoltà maggiore in tal senso può essere rappresentata dall’individuazione di misure volte a incentivare la collaborazione tra queste due forme di turismo: da tale dialogo, infatti, ci si aspettano soprattutto vere e proprie sinergie turistiche, in grado di garantire al turista religioso la possibilità di conoscere il patrimonio enogastronomico di un determinato luogo e, allo stesso tempo, al turista enogastronomico di scoprire sorprendenti destinazioni turistiche in siti religiosi che altrimenti rimarrebbero inesplorati.In tal senso, la ricerca seguirà la seguente metodologia:1) analisi della letteratura in materia di turismo religioso, enogastronomico e “integrato” (religioso ed enogastronomico insieme);2) costruzione di un frame work teorico di riferimento per l’analisi strategica delle possibili sinergie turistiche tra queste due dimensioni turistiche;3) sviluppo del case study dell’Abbazia di Montevergine (Mercogliano, Avellino, Italia) dove, da alcuni anni, i monaci benedettini hanno affiancato, ai servizi liturgici e alla cura in generale per l’Abbazia, per soddisfare appieno le aspettative del turista religioso, un negozio dove poter comprare i prodotti monastici coltivati in loco (olio, miele, vino e, soprattutto, liquori), un ristorante dove poter degustare i piatti tipici della tradizione enogastronomica del territorio e una foresteria dove poter soggiornare, realizzando di fatto un’offerta turistica integrata, capace di rispondere alle aspettative anche del turista enogastronomico.
Department | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES | |
Principal Investigator | FESTA Giuseppe | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 2.952,90 euro | |
Project duration | 28 July 2015 - 28 July 2017 | |
Research Team | FESTA Giuseppe (Project Coordinator) CIASULLO Maria Vincenza (Researcher) D'AMATO Antonio (Researcher) DELLA PIANA Bice (Researcher) GALLUCCI Carmen (Researcher) MARINO Vittoria (Researcher) |