Research | Funded Projects
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PIERO MARTINETTI TRA SPINOZA E KANT
Piero Martinetti,partendo da una morale orientaleggiante conseguenza dei suoi studi giovanili di filosofia indiana, riflette sulla crisi "spirituale" di inizio ‘900, aliena da ogni sorta di soluzione prospettata dalla rifioritura del neo-idealismo di marca crociana e gentiliana. Non a caso fu anche un fiero oppositore del regime fascista,a tratti un "clandestino" in patria. Martinetti,a metà tra metafisica e morale,leggendo uno Spinoza che anticipa Kant piuttosto che Hegel,si chiede: come può una coscienza soggettiva operare un processo di riunificazione del molteplice dell'esperienza in un’unità oggettiva,che, per taluni interpreti(come Schneider) sembra trascendere la stessa esperienza? È lo stesso problema del neokantismo di Hermann Lötze? La ragione filosofica, a fine ‘800, si pone in contrasto con la coscienza individuale della tradizione religiosa cristiana, specie di marca cattolica. Per Martinetti, infatti, occorre ritrovare una forma di idealismo spirituale che possa ricondurre a quelle istanze di autenticità di fede generatesi all’interno del Protestantesimo, tornando a quella “chiesa invisibile” come compendio di valori morali evocata da Hegel negli Scritti teologici giovanili. Anche per Martinetti un Cristianesimo razionalmente sottoposto a critica da Spinoza è, e deve essere, la base di un’etica. Storicamente il Cristianesimo autentico – come sottolinea Bultmann - sembra aver fallito: Gesù Cristo non ha mai voluto fondare una Chiesa,mentre invece l'ecclesiasticizzazione del messaggio di Gesù ha generato il pervicace dualismo nella storia dell’Occidente tra "positività" della chiesa e messaggio originario, tra politica e morale. Ma se questa "complexio oppositorum" può esser sostenuta da Carl Schmitt,Martinetti non può non sottolineare che l'etica cristiana può esser solo univoca. L’ethos cristiano non sembra aver alcuna funzione nella vita del credente specie dopo che Spinoza ha per primo avuto sotto gli occhi, nell’Europa in cui la religione è sottoposta a ricostruzione dopo i colpi della Riforma,la difficoltà di dar vita a un'etica accolta e praticata da tutti gli uomini. L’opera di Spinoza rappresenta la rifondazione dell'agire umano nel mondo: si potrà mai reintrodurre una morale universale? Quindici anni prima della morte nel 1943, Martinetti diede alle stampe un' "Esposizione e commento dell’Etica di Spinoza", da cui, assieme a "Gesù Cristo e il Cristianesimo", emerge un punto decisivo: come per Spinoza, due secoli prima, il destino dell’Occidente è il destino del Cristianesimo? L’interesse che ancora suscita la lettura martinettiana dell'opera kantiana è dovuta non solo alla singolarità della figura atipica del Martinetti, ma anche alla forte tendenza metafisica della sua interpretazione dell’impianto teoretico-pratico kantiano, che lo differenzia dal neokantismo, tanto della scuola di Marburgo quanto di quella del Baden, come pure da ogni lettura gentiliana di Kant. Unodei suoi tratti caratteristici è il costante richiamo al rapporto di intima unità tra la dimensione teoretica e quella pratica, per cui l’una pone, con il concetto di limite dell’esperienza, l’esigenza d’una realtà che la trascenda, e l’altra, come strumento del fine dello spirito, rende possibile quella considerazione teleologica della natura che pone quest'ultima in armonia con il fine supremo dell'etica. Con Martinetti non si è in presenza di un dualismo: la vita spirituale è un processo di liberazione e di graduale elevazione dalla dimensione sensibile a una forma d'unità trascendente. Più che di un misticismo, si tratta di una vera e propria "fede filosofica": la forma della legge morale riesce a stabilire l’unico contatto possibile tra l'attività dell’uomo e la realtà intelligibile.In tale linea interpretativa diviene fondamentale per la ricerca riproporre la pubblicazione dei due testi di Martinetti su Spinoza e su Kant, significativi della ricerca inesausta da parte di entrambi di "un accordo perfetto tra la dottrina e la vita".
Department | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Principal Investigator | FESTA Saverio | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 1.550,00 euro | |
Project duration | 29 July 2016 - 20 September 2018 | |
Proroga | 20 settembre 2019 | |
Research Team | FESTA Saverio (Project Coordinator) CALABRO' Daniela (Researcher) CAMMAROTA Gian Paolo (Researcher) GAGLIARDI Nicoletta (Researcher) PULLI Gabriele (Researcher) |