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IL PRINCIPIO DI NON REGRESSIONE NEL DIRITTO INTERNAZIONALE DELL'AMBIENTE
Il progetto di ricerca si divide in tre fasi. La prima fase è dedicata alla ricognizione del principio di non regressione nelle dichiarazioni e negli accordi internazionali in vigore oltre che nella prassi statuale e nella giurisprudenza, al fine di identificarne l’origine e il contenuto. Ad una prima verifica la prassi sembra riportare diversi, e in alcuni casi significativi, richiami al principio in parola, sia mediante una formulazione esplicita dello stesso, sia mediante una indicazione implicita. Sul piano internazionale, il principio ha trovato un primo esplicito enunciato in una risoluzione del Parlamento europeo del 29 settembre 2011, relativa all’elaborazione di una posizione comune dell’Unione europea nella prospettiva della Conferenza Rio + 20: “The European Parliament (…) calls for the recognition of the principle of non-regression in the context of environmental protection as well as fundamental rights” (par. 97). Parallelamente, il principio di non regressione è stato enunciato dai partecipanti alla terza riunione mondiale dei giuristi e delle associazioni di diritto dell’ambiente, tenuta a Limoges nel 2011 (raccomandazione n. 1): “To prevent any weakening of environmental protection, States shall, in the common interest of humanity, recognize and adopt the principle of non-regression. To this end, States shall take the steps necessary to guarantee that no measure may diminish the existing level of environmental protection”. Tuttavia, nel documento programmatico adottato dalla Conferenza Rio + 20 del 2012, “Il futuro che noi vogliamo”, il principio di non regressione è ripreso soltanto in un modo indiretto e parziale: "In this regard, it is critical that we do not backtrack from our commitment to the outcome of the Earth Summit.” (par. 20). Va appena ricordato, inoltre, che il principio di non regressione troverebbe un richiamo implicito nel principio 7 della Dichiarazione di Rio, che fa obbligo agli Stati di cooperare per conservare, proteggere e ristabilire la salute e l’integrità dell’ecosistema terrestre, e nei trattati che ne riprendono il tenore. La seconda fase è finalizzata a verificare il contributo della teoria dei diritti umani alla definizione dello statuto giuridico del principio di non regressione. In particolare, l’analisi è preliminarmente volta a richiamare le basi scientifiche del diritto ad un ambiente salubre quale diritto umano. Ciò al fine di ipotizzare livelli di tutela ambientale sempre crescenti in termini di qualità, quale presupposto sostanziale dell’esistenza del principio di non regressione. Da un lato, il diritto a un ambiente sano è ormai riconosciuto come un diritto umano; dall’altro lato, la ricerca intende prendere in esame il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (New York, 1966) al fine di verificare se sia fondato il richiamo ad un progresso costante dei diritti protetti, inteso come un divieto di regressione dei diritti fondamentali. Infine, nella terza fase, alla luce dell’analisi svolta nelle due fasi precedenti e della prassi rilevante, il progetto di ricerca si propone di rispondere alla domanda in merito all’esistenza di un tale principio quale principio giuridico nel diritto internazionale (e se sia possibile ritenere che si tratti di una norma consuetudinaria), o se tale principio non costituisca, invece, un principio strutturale delle relazioni tra Stati in materia di cooperazione sulle tematiche ambientali, nell’ottica dell’attuazione del principio dello sviluppo sostenibile. Particolare rilievo ai fini dell’affermazione dell’accezione positiva di progressione sembra doversi riconoscere alla recente adozione dell’Accordo di Parigi, l’11 dicembre 2015 dalla Conferenza delle parti alla Convenzione quadro sul cambiamento climatico. In tale accordo, il concetto di progressione è più volte ripreso, a partire dal preambolo, nel quale le parti dichiarano di riconoscere la necessità di una risposta progressiva al pericolo urgente posto da tale cambiamento.
Department | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES | |
Principal Investigator | MARRANI Daniela | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 1.514,00 euro | |
Project duration | 29 July 2016 - 20 September 2018 | |
Research Team | MARRANI Daniela (Project Coordinator) ALTAMURA FABIO (Researcher) D'AMATO Paolo (Researcher) D'AMBROSIO Marcello (Researcher) DE CHIARA Pasquale (Researcher) FOTI Marco (Researcher) INDRACCOLO Emanuele (Researcher) ORILIA MARINA (Researcher) PAESANO GAETANA (Researcher) RIZZO Maria (Researcher) RUSSO Teresa (Researcher) SENATORE Giuseppina (Researcher) VALENTINO Daniela (Researcher) |