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L'ALBERO DELLA VITA. LA METAFORA VEGETALE TRA BIOLOGIA E FILOSOFIA
Il progetto di ricerca è dedicato alla ricostruzione genealogica del valore paradigmatico attribuito alla metafora del germe/seme nella filosofia della vita del XX secolo. In particolare, si suddivide in tre tappe principali: 1) Analisi della nozione di "vita germinale" elaborato da Gilles Deleuze in "Mille piani" (1980) quale proposta alternativa al modello cibernetico del Programma genetico (Monod, Jacob, 1965), considerato come il "dogma" della biologia genetica fino alla fine del XX secolo ed oggi ampiamente criticato, sia all'interno della biologia che della filosofia della scienza. In particolare, tale analisi comporta una rilettura critica dello studio su Deleuze considerato più autorevole in questo ambito: K. Ansell-Pearson, "Germinal Life: Difference and repetition of deleuze" (1999) e delle fonti filosofiche alle quali Deleuze fa riferimento, in particolare di Bergson.2) Il secondo momento delle ricerca è quindi dedicato ad un esame dell'opera bergsoniana dedicata alla filosofia della vita e alla teoria dell'evoluzione: "L'evoluzione creatrice" (1909). In particolare, si tratta di mostrare che le tesi bergsoniane sulla vita e la sua concezione della teoria dell'evoluzione sono giustificate dall'uso pervasivo di metafore di matrice vegetale che gli permettono di descrivere lo "slancio vitale" - l'origine e la forza che guida la genesi della vita e la sua evoluzione - come processo di crescita continua e sviluppo immanente di un seme, la cui trasmissione guiderebbe l'eredità genetica. Questo modello tuttavia, da un lato, impedisce di cogliere la necessità dei processi selettivi causati dall'adattamento all'ambiente, imponendo l'idea che la vita si sviluppa ed evolve indipendentemente dalle influenze dell'ambiente stesso, dall'altro, ci permette di muovere una critica alla stessa teoria dell'evoluzione nella versione scientifica più accreditata: il neo-darwinismo, secondo il quale all'origine dell'evoluzione della vita sulla terra vi sarebbe un unica matrice genetica, non a caso definita "ceppo", che si svilupperebbe differenziandosi secondo ramificazioni ad albero, e cioè ancora una volta, secondo un modello vegetale. Attraverso la decostruzione (Derrida) è possibile mostrare che questo modello vegetale, da un lato, riproduce inconsapevolmente il modello metafisico e teologico dell'origine della vita, dall'altro impedisce di cogliere la necessità della relazione all'alterità (ambiente interno, ambiente esterno, partner sessuale...) per la costituzione della vita. Per dimostrare questo punto è necessario un terzo momento, 3) dedicato all'analisi dell'opera di August Weismann (1834-1914), biologo e botanico tedesco tra i più autorevoli del suo tempo, padre della teoria del "plasma germinale", fonte nascosta di Bergson. Weismann fu uno dei più acuti teorici dell'evoluzionismo e dell'eredità. Accolse con entusiasmo le teorie di Darwin, che contribuì a diffondere in Germania, divenendo capo della scuola dei cosiddetti "neodarwinisti" che negano assolutamente la trasmissibilità dei caratteri acquisiti, in contrapposto ai "neolamarckisti". L'evoluzione avviene, secondo Weismann, per opera della selezione, che agisce sulle variazioni individuali ereditarie, le quali sono tutte esclusivamente di origine interna. L'azione che l'ambiente esercita sul "soma", cioè sul corpo degli organismi, non si ripercuote sul "germe", cioè sulle cellule destinate alla riproduzione, ed è perciò nulla agli effetti dell'eredità e quindi dell'evoluzione. Weismann è inoltre autore della teoria della continuità del plasma germinale, secondo la quale le cellule germinali costituiscono una linea virtualmente immortale, mentre le cellule somatiche sono destinate a morire e a rinnovarsi periodicamente di generazione in generazione. La decostruzione dei fondamenti metafisico-teologici delle teorie di Weismann mira quindi ad una messa in discussione dei fondamenti stessi della teoria dell'evoluzione, oggi tenuta per inattaccabile in ambito scientifico.
Department | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Principal Investigator | VITALE Francesco | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 1.500,00 euro | |
Project duration | 20 November 2017 - 20 November 2020 | |
Proroga | 20 febbraio 2021 | |
Research Team | VITALE Francesco (Project Coordinator) |