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LA SINISTRA INTERNAZIONALE DI FRONTE ALL'UNIVERSO CONCENTRAZIONARIO SOVIETICO (1917-1953)

Il progetto intende ricostruire i diversi passaggi del dibattito politico e intellettuale sull'universo concentrazionario sovietico,animato dalla sinistra intellettuale e politica in Occidente negli anni tra le due guerre. In particolare, intendo seguire due tracce: la prima, relativa agli anni Venti, ha al centro le controversie interne all'Internazionale Operaia e socialista (IOS), la quale organizzò ripetute campagne di solidarietà a sostegno dei prigionieri politici in Unione sovietica. Una pluralità di fonti sono a disposizione a partire dalle collezione conservate presso l'Institute of Social History in Amsterdam. La seconda traccia, relativa agli anni Trenta, ha come protagonisti i transfughi del movimento comunista internazionale che rifiutarono l'antifascismo come legittimazione del regime staliniano. Al tempo del Grande terrore orchestrato da Stalin nel 1936-38, la Ligue des droits de l'homme certificò la correttezza formale dei processi di Mosca. Negli anni Trenta, le figure più importanti dell'antistalinismo provenivano dalle file del comunismo internazionale, dal quale si erano polemicamente allontanati. Si pensi ad una figura come Boris Souvarine, le cui carte sono conservate a Ginevra. Il lavoro di documentazione e interpretazione peraltro ebbe un ruolo importante anche agli albori della guerra fredda. Sulla stessa linea, si può ricordare il lavoro svolto dai menscevichi di destra che, emigrati nel 1940 negli Stati Uniti, collaborarono con l'American Federation of Labour per realizzare un'offensiva culturale contro il Gulag. Tracce importanti di questo lavoro politico si trovano nelle collezioni conservate presso la Hoover Library a Stanford, California.