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LE COMPETENZE LINGUISTICHE E METALINGUISTICHE NELLA FORMAZIONE DEI DOCENTI

Il progetto trae alimento ed ispirazione da un testo che ha ormai compiuto quarant’anni ma è di gran modernità: le “Dieci tesi per l'educazione linguistica democratica” formulate nel 1975 dal GISCEL (Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica). La figura del docente di lingua è infatti, in molti casi, ancora lontana da quella lì delineata, caratterizzata da un bagaglio di solide conoscenze della lingua, in termini impliciti di uso ed espliciti di capacità di spiegarne i meccanismi di funzionamento e variazione, la natura delle strutture più complesse, frequenti nella varietà per lo studio, le potenzialità espressive e comunicative legate a differenti scelte linguistiche. La ricerca intende contribuire allo sviluppo di tali competenze linguistiche e metalinguistiche nella formazione dei docenti, di lingua ma anche di discipline non linguistiche, soprattutto di quanti già operano nelle classi e ne conoscono la complessità ed eterogeneità.La ricerca si articola in 5 linee di intervento, condotte in collaborazione con colleghi dell’Università di Salerno e di altri atenei italiani (cfr. punto 7):1.l’uso e la percezione della grammatica italiana da parte degli studenti di scuola e di università, attraverso l’analisi di dati linguistici e metalinguistici raccolti con un questionario composto da 5 task (giudizi di grammaticalità, narrazione di uno stimolo video, riconoscimento del soggetto e del verbo in un testo dialogico, definizione della categoria di soggetto, opinioni sulla grammatica e sul questionario stesso);2.elementi costitutivi dell’interazione in italiano L1 e L2 di studenti universitari, come i segnali discorsivi “sì”/”no”, studiati nella loro duplice funzione di marche di polarità e di accordo/disaccordo con l’interlocutore in contesti di replica a affermazioni e a domande poste in forma negativa, per misurare la funzione prevalente in tali contesti interazionali in parlanti nativi e non nativi di italiano;3.la variazione diamesica nell’italiano L1 e L2 di studenti universitari, attraverso l’analisi di una serie di tratti linguistici ritenuti rilevanti per distinguere le peculiarità della modalità orale e della modalità scritta (iconicità della sequenza degli eventi riportati, segnali discorsivi, deittici, tempi e modi verbali, movimento referenziale, coppie sinonimiche, …), applicata alle narrazioni orali e scritte prodotte da tre sottogruppi di parlanti (italiano L1, spagnolo L1, tedesco L1), al fine di validare in ambito universitario il Modokit proposto da Miriam Voghera, in parallelo con la sua validazione in ambito scolastico condotta attualmente dal GISCEL Campania, e poter impostare una buona didattica multimodale in classe;4.l’individuazione dei bisogni formativi dei docenti operanti sul territorio locale, tramite la sperimentazione di percorsi di formazione per insegnanti in servizio di area linguistica, in collaborazione con attività di formazione analoghe nelle aree della matematica e delle scienze naturali (fisica e chimica);5.gli effetti della didattica CLIL sull’apprendimento del contenuto disciplinare veicolato in lingua straniera, confrontando i risultati (pre, post, delayed post) di quattro classi parallele, che hanno svolto lo stesso modulo didattico su un argomento specifico di disciplina non linguistica (fisica e chimica), due in lingua inglese, due in lingua italiana, con lo scopo di dare risposta ad una delle preoccupazioni più frequenti dei docenti durante le formazioni CLIL, ovvero le eventuali ricadute del CLIL sull’apprendimento del contenuto disciplinare non linguistico.