Le Relazioni con gli Stakeholder Esterni

Le relazioni con i nostri stakeholder esterni

L’Università rappresenta il più alto grado istituzionale della produzione scientifica e culturale. La qualità di tale produzione e la sua diffusione rappresentano obiettivi prioritari.

Tale processo diviene più incisivo attraverso forme di condivisione e compartecipazione con le modalità e gli attori locali, con rilevanti effetti sul contesto sociale e produttivo.

L’Ateneo Salernitano è da tempo orientato ad un’intensa collaborazione con organizzazioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, per realizzare un ampio processo di crescita delle opportunità di sviluppo e di internazionalizzazione, attraverso contratti e convenzioni.

In termini generali, gli accordi vengono normalmente attivati su proposta dei Dipartimenti\Facoltà che, con questo strumento, realizzano rapporti di collaborazione culturale in determinati settori.

Il Senato Accademico è chiamato ad esprimersi sulle proposte e gli accordi approvati sono sottoscritti dal Rettore in qualità di rappresentante legale dell’Ateneo.

Nell’accordo i partner definiscono gli obiettivi dell’intesa e stabiliscono, secondo criteri di reciprocità, il settore di ricerca e\o di didattica, le modalità di scambio del personale docente e ricercatore e degli studenti, nonché le condizioni in materia di assicurazione e di spese di viaggio e soggiorno dei partecipanti.

Associazioni, Scuole, Enti locali e PA

L’Ateneo salernitano stipula, con regolarità, una serie di convenzioni e contratti con associazioni e pubbliche amministrazioni, attraverso i Dipartimenti, dimostrando una migliorata capacità di trasferire, in particolare al settore pubblico, i risultati dell’attività di ricerca.

La tipologia di rapporti con tali soggetti è rappresentata per lo più da convenzioni e da contratti di ricerca e di consulenza.

L’Ateneo, inoltre, partecipa a una serie di società, fondazioni e associazioni, nei quali assume un’evidente prevalenza la partecipazione ai consorzi universitari.

Ministeri e MIUR

Nell’ambito dei rapporti con la Pubblica Amministrazione, l’autonomo approfondimento sulla relazione e le attese che legano l’Università di Salerno con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca è giustificata dalla rilevanza del ruolo rivestito dal Ministero nella definizione delle strategie, delle politiche e delle attività realizzate. Sebbene, infatti, il principio costituzionale contenuto nell’art. 33 sancisca la libertà dell’arte e della scienza, e del suo libero insegnamento, attribuendo alle Università il diritto di darsi autonomi ordinamenti, il Ministero rappresenta uno dei principali interlocutori dell’Ateneo, in qualità di soggetto che:

  • definisce gli obiettivi di medio e lungo periodo che le Università debbono perseguire;
  • individua gli aspetti regolamentari nel rispetto dei quali le Università espletano la loro attività;
  • rappresenta il principale finanziatore delle Università.

Su quest’ultimo aspetto, la rilevanza dello stakeholder Ministero per l’Università degli Studi di Salerno è attribuibile al ruolo di principale finanziatore, sebbene in un trend che porta una progressiva decrescita del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Tale fonte ha rappresentato, per gli anni 2011 e 2012, rispettivamente il 54% e il 59.8 % del totale delle entrate dell’Università di Salerno. L’andamento è attribuibile al contemporaneo effetto della riduzione del FFO e all’incremento delle entrate proprie diverse dai trasferimenti. Per dettagli sulle risorse acquisite, si rinvia alla Seconda sezione, par. 2.

Le imprese del territorio

L’Università è inserita nell’ambito di un contesto territoriale che rappresenta non solo opportunità di collaborazione per l’Ateneo, ma anche uno dei principali sbocchi occupazionali per i laureati del nostro Ateneo. Di conseguenza, risulta opportuno presentare brevemente la realtà di immediato riferimento e le caratteristiche del tessuto imprenditoriale e produttivo nel quale l’Ateneo si colloca. In particolare, considerato che la maggior parte degli studenti provengono dalle province di Salerno e Avellino e che sugli stessi territori finiscono poi per trovare la loro occupazione, si intende far riferimento al territorio Campano, in via generale, e più specificatamente a quello delle due province individuate. Ciò anche in considerazione della scelta dell’Ateneo, coerente con le finalità istituzionali, di farsi promotore dello sviluppo, attraverso l’attività di trasferimento tecnologico, la valorizzazione e la diffusione dei risultati della ricerca, avviando sistematici rapporti con il tessuto economico e produttivo locale (in particolare con le PMI) nonché utilizzando i risultati della ricerca nei processi produttivi innovativi.

Tanto premesso, si presenta brevemente il contesto territoriale e si rinvia alla terza sezione per la rappresentazione puntuale delle performance realizzate a seguito delle diverse forme di collaborazione intraprese.

La crisi finanziaria ha investito gravemente il nostro territorio di riferimento: pertanto, la dinamica imprenditoriale salernitana e avellinese ha subito una flessione negativa, in linea con quella della regione (-1,2% rispetto al 2011) ma più accentuata rispetto a quella nazionale (-0,8), che ha portato alla riduzione del numero di imprese registrate. Mentre le società di capitali sono aumentate nel biennio, si è registrata una variazione negativa nelle aziende di dimensioni più ridotte, vero tessuto connettivo del territorio campano.

La Tabella 16 evidenzia le variazioni della numerosità delle imprese presenti sul territorio regionale, in riferimento alle singole province, operando il raffronto in un arco temporale medio (2010-2012).

Allineandosi alla realtà tipicamente italiana, anche il sistema produttivo irpino e salernitano conferma la prevalenza di aziende a struttura familiare, prevalentemente dedita ad attività agricole ed al commercio.

In particolare, nella provincia di Avellino l’incidenza delle imprese agricole è del 26%, risultando quasi doppia rispetto a quella nazionale. Segue il settore del commercio, che si attesta al 23.9%.

Nella Provincia di Salerno, si è avuto un vero exploit del settore agricolo che ha fatto registrare un incremento nel periodo 2008-2011 pari al 15.3%. Il commercio resta il settore prevalente per la provincia, sia in quanto a numerosità di imprese (34.081 imprese attive) sia in termini di valore complessivo creato (33,4%). Il settore manifatturiero è quello che ha maggiormente risentito della crisi, mentre quello turistico si attesta intorno al 7.7%.

Principali settori produttivi

La realtà delle province di Salerno e di Avellino si caratterizza per una elevata differenziazione dei settori in termini di contributo alla formazione del PIL territoriale. In particolare, al settore terziario (commercio, turismo e servizi) è ascrivibile l’80% del PIL della provincia di Salerno ed il 42% per quello di Avellino (dati Camera di commercio) seguito dall’agricoltura, dalle costruzioni e dalle attività manifatturiere.

Lo sviluppo delle attività territoriali sembra dunque affidato prioritariamente al settore terziario ed a quello edile. Tuttavia nel 2012 anche il comparto agricoltura ha fatto registrare un trend positivo.

L’attività industriale è prevalentemente collocata in tre aree strategiche: l’Agro-NocerinoSarnese, la Piana del Sele e la Valle dell’Irno. Di rilevante interesse l’attività agro-alimentare e il tessile in cui operano aziende di piccole e medie dimensioni, come nel Distretto Industriale agro-alimentare n.7 di Nocera Inferiore-Gragnano, comprensivo di 16 comuni della provincia di Salerno e di 4 comuni della provincia di Napoli, che rappresenta una vera e propria filiera del settore agro-alimentare per la trasformazione industriale del pomodoro San Marzano in conserve e derivati. Nell’ambito agricolo, difatti, la provincia di Salerno ha fatto registrare un incremento significativo. Nell’avellinese si annoverano i distretti industriali dell’automotive a Pianodardine e del conciario nella zona di Solofra.

Il territorio presenta, altresì, una spiccata vocazione turistica legata alla bellezza dei territori, sul piano naturalistico, ma anche alla capacità dell’offerta turistica. In tal senso sta crescendo la capacità del territorio di offrire pacchetti -anche integrati – di servizi balneari, ambientali, storici, archeologici, enogastronomici e termali.

Va segnalato in tal senso che la politica di sviluppo turistico della provincia di Salerno tende da tempo a coniugare le attrattive artistiche ed archeologiche (Distretto Archeologico) con le risorse ambientali (Parco Nazionale del Cilento) e i prodotti tipici di qualità (olii, vini, pomodoro S. Marzano, pasta, mozzarella di bufala, limoni di Amalfi, ecc.), principalmente valorizzando i “Sette Distretti del Tipico” (Agro Sarnese-Nocerino e Valle dell’Irno; Salerno, Cava e Costa di Amalfi; Picentini; Piana del Sele; Antica Volcei, Alburni, Calore; Vallo di Diano; Cilento).

Tuttavia, per effetto della recessione, anche la provincia di Salerno, ha registrato anche nel 2012 una flessione nelle presenze di turisti sia italiani che stranieri (arrivi -26,6% e presenze -25,3% e riguarda tutti i mesi dell’anno).

Apertura ai mercati internazionali

Gli scambi con l'estero continuano nella Regione e mostrano un andamento sensibilmente differenziato tra i settori: mentre da un lato peggiora l’export di autoveicoli e si registra un calo per il comparto farmaceutico, è stata registrata una crescita nel comparto aeronautico ed una ripresa in settori che appartengono alla tradizione dell’industria manifatturiera campana, specificatamente nel sistema moda (abbigliamento e calzature). Complessivamente il valore delle esportazione dalla Campania, pari a 9,4 miliardi euro per il 2012, si è ridotto dello 0,5 % rispetto al 2011 (Rapporto ICE 2012).

Il Grafico 16 evidenzia la percentuale di esportazione delle imprese campane, rapportate al totale delle esportazioni italiane.

Secondo dati elaborati dalla Banca d’Italia, gli investimenti fissi delle imprese con sede in Campania hanno mostrato ulteriori cedimenti nel 2012, dopo il marcato calo dell'anno precedente. Solo la metà delle imprese prevede di rispettare le intenzioni di investimento programmate per il 2012, mentre quasi il 40 per cento di esse ha rivisto al ribasso la spesa, prevalentemente a causa di difficoltà di natura finanziaria. Il basso livello di utilizzo della capacità produttiva e le incerte prospettive della domanda tendono a frenare gli investimenti anche per il 2013.

Competitività del territorio

L’Ateneo salernitano trova collocazione nella Valle dell’Irno, antica area industriale a ridosso del Fiume Irno in una posizione privilegiata a metà strada tra la provincia di Salerno e quella Irpina. Il polo universitario rappresenta la naturale congiunzione tra due territori a vocazione diversa che arricchiscono le possibili e naturali relazioni competitive con il suo territorio. La provincia e la città di Salerno si pongono al centro di una fitta rete di relazioni commerciali e culturali che vedono aumentare progressivamente l’importanza ed il peso della città nello sviluppo dei rapporti con il Mediterraneo.

Anche grazie al porto di Salerno ed alle sue molteplici attività e competenze negli ultimi anni si è avviato un dibattito culturale che ha coinvolto le rappresentanze istituzionali di Salerno e della sua provincia in una proiezione internazionale verso tutti i paesi che condividono il Mar Mediterraneo. Tale vocazione, naturale per posizione geografica, è sempre più legata alla naturale propensione verso culture ed economie diverse ma fortemente complementari che possono arricchire ambiti culturali, scientifici e di ricerca.

La provincia di Avellino rappresenta tradizionalmente un territorio fiero e determinato nel preservare una propria identità distintiva, tradizioni produttive e integrità del proprio ambiente. In questo senso essa si distingue per produzioni di eccellenza legate soprattutto all’agroalimentare e alle produzioni tipiche e per la valorizzazione delle stesse a livello sia nazionale sia internazionale.

La competitività del territorio campano passa ovviamente soprattutto attraverso la sua dotazione delle infrastrutture economiche, così come evidenziato nel Grafico 17.

Fatto pari a 100 l’indice nazionale, la provincia di Salerno registra nel 2012 un indice di dotazione infrastrutturale, pari 94,2. Si posiziona in posizione più bassa la Provincia di Avellino (55,8) dove la maggiore carenza riguarda la rete ferroviaria come evidenziato in Tabella 17.

Ugualmente al di sotto della media nazionale è l’indice relativo alla presenza di impianti di produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili nelle due province, anche rispetto alla media regionale.

Ovviamente, in questo scenario, anche il Campus determina esigenze di mobilità che richiedono azioni congiunte sul sistema delle infrastrutture.

I progetti che ne derivano migliorano ed accrescono una disponibilità della quale usufruisce e beneficia la collettività. L’attivazione di nuove linee di autobus, i progetti relativi al trasporto ferroviario, l’ampliamento di tracciati stradali e la realizzazione di nuovi svincoli, sono esempi di realizzazioni che, nel dare risposta alle necessità della popolazione universitaria, migliorano gli assetti della mobilità urbana a vantaggio di tutta la comunità locale.

Gli effetti principali, però, si riconoscono nella qualificazione del territorio, nell’accrescimento della sua offerta formativa e delle competenze presenti, nello sviluppo delle sue peculiarità produttive ed economiche supportate da processi conoscitivi e di ricerca e nel potenziamento delle risorse locali.

Ed in questo senso nel 2009 è stato siglato un protocollo di intesa tra la Regione Campania, l’Università di Salerno, i Comuni di Baronissi e Fisciano, la Provincia di Salerno e l’Ente Autonomo Volturno (EAV), per la realizzazione di un collegamento in sede propria tra la stazione FS di Fisciano e del Campus universitario da realizzarsi con tecnologia diversa da quella ferroviaria tradizionale.

La proposta progettuale elaborata da EAV prevede la realizzazione di un sistema di trasporto del tipo “People mover”, con una potenzialità di 1200 passeggeri per ora e direzione di marcia.

Sarà di ridotto impatto ambientale; quattro le fermate previste: Campus di Baronissi, RFI Fisciano, Rettorato, Terminal Campus di Fisciano con interconnessione degli abitati di Fisciano (parte alta e parte bassa) e Baronissi.

TABELLA 16 - DISTRIBUZIONE DEL NUMERO DELLE IMPRESE IN CAMPANIA (VAR. 2010-2012)
ProvinciaSocietà di CapitaliSocietà di PersoneDitte IndividualiAltre Forme
20102012Var %20102012Var %20102012Var %20102012Var %
Avellino8.1618.67065.9345.952028.93127.931-41.5651.513-3
Benevento6.0086.705113.4923.415-224.34823.542-31.2451.220-2
Caserta16.38818.0491012.79912.811054.28554.78114.4634.264-5
Napoli68.48473.302762.42161.269-2123.938125.626110.83611.0812
Salerno20.30722.3991019.04118.838-174.32073.550-16.3476.133-3
Totale aziende119.348129.1259103.687102.285-1305.822305.430-124.45624.211-2
Fonte: Infocamere - Union Movimprese
TABELLA 17 - INFRASTRUTTURE ECONOMICHE IN CAMPANIA
Province e RegioniRete stradale kmPorti kmAeroportiRete ferrov. kmReti energetico ambientaliServizi a banda largaStrutture per le impreseIndice delle infrastrutture economiche
Avellino149,80.8046.158.273.462.055.8
Benevento72.600118.04.561.457.251.0
Caserta142.5021.8149.980.1137.779.287.3
Napoli75.2215.3103.4117.0123.7250.6122.6144.0
Salerno117.7163.518.6114.267.4108.070.494.2
CAMPANIA106.6120.145.8113.187.0156.188.5102.5
ITALIA100100100100100.0100100100
Fonte: Istituto Tagliacarne 2012

Grafico 16 - Esportazione delle inprese campane

Grafico 17 - Indice di dotazione delle infrastruture economiche campane (Italia=100)