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MERCATI INFORMALI DEL CREDITO AGRARIO NELLA PALESTINA DI FINE IMPERO OTTOMANO

Il progetto di ricerca intende essere un contributo all'analisi della relazione tra innovazioni istituzionali e mercato informale del credito agrario nello sviluppo del settore agricolo del distretto palestinese di Haifa durante l'ultimo ventennio della storia imperiale. Nel 1914, al termine della parabola storica dell'Impero, l'agricoltura contribuiva per oltre la metà (56%) alla formazione del reddito nazionale ottomano e, parimenti, le tasse sull'agricoltura rappresentavano la fonte maggiore del gettito fiscale1. Nelle aree sotto il dominio ottomano il volume della produzione agricola lorda annuale divenne più del doppio tra il 1860 e la Prima Guerra Mondiale e le esportazioni agricole dalle province arabe registrarono i più alti tassi relativi di incremento tra il 1840 e il 1913. In particolare, il settore agricolo palestinese alimentò, a partire dagli anni '50 dell'800, l'esportazione di consistenti surplus agricoli verso le regioni confinanti e, in misura crescente, verso l'Europa. I prodotti provenienti dai territori meridionali della regione venivano esportati attraverso il porto di Jaffa, mentre quelli provenienti dai territori settentrionali erano indirizzati al porto della città di Haifa, la cui rilevanza come snodo nevralgico nelle relazioni commerciali interregionali e in quelle tra Medio Oriente ed Europa si accrebbe con l'arrivo della ferrovia dell'Heijaz. Non è un caso dunque che la fonte storica presa in esame è costituita proprio dagli atti notarili del Pubblico Notaio di Haifa rogati tra il 1890 e il 1915. Dall'analisi degli atti del Pubblico Notaio di Haifa, si riscontra una fiorente attività sui mercati informali del credito agrario nell'area rurale del distretto di Haifa in concomitanza alla crescente commercializzazione del settore agricolo. Ad emergere, in particolare, è l'evoluzione dei contratti creditizi di bay-wafa, salam e muzaraah la cui stipulazione era tipicamente riscontrabile nel mondo rurale palestinese. Nell'articolo questa evoluzione viene analizzata per valutare quale impatto abbia avuto sullo sviluppo del settore agricolo locale. Tale evoluzione non può prescindere dagli effetti di lungo termine indotti sul mercato del credito agrario dalle riforme legali dell'Impero ottomano, in particolare, dal Codice fondiario del 1858. Nel contesto giuridico di progressiva privatizzazione della terra garantito dal Codice, i contratti di bay-wafa, salam e muzaraah divennero lo strumento per la creazione di una rete di mercati interconnessi, fra i quali il credito rurale fungeva da collante. Questa rete consentì l'emergere di nuove strategie imprenditoriali da parte dei notabili locali finalizzate all'investimento nel settore agrario e alla commercializzazione su larga scala dei prodotti agricoli e, al tempo stesso, permise la nascita di un ceto medio rurale tra gli agricoltori. La tesi avanzata è che lo sviluppo e i cambiamenti nel mercato informale del credito agrario palestinese non vanno letti soltanto nei termini di una semplice risposta sul piano finanziario al boom della domanda agricola di fine Impero, funzionando piuttosto, grazie al nuovo contesto istituzionale, essi stessi, a monte e dal lato dell'offerta, come un’importante leva di incremento della produttività agricola e delle relazioni capitalistiche all’interno del distretto rurale di Haifa.

StrutturaDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo500,00 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Proroga11 dicembre 2016
Gruppo di RicercaECCHIA Stefania (Coordinatore Progetto)
D'ARIENZO Valdo (Ricercatore)