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IL "DIALOGO" TRA CORTI E TRIBUNALI INTERNAZIONALI E LA CIRCOLAZIONE DELLE GIURISPRUDENZE

Il progetto di ricerca che si intende avviare trova il suo presupposto in due fattori strettamente collegati.Da un lato,come conseguenza della crescente internazionalizzazione della vita delle comunità statuali, il frequente ricorso, da parte dei giudici nazionali, all’applicazione di fonti internazionali; da un lato il continuo "dialogo" tra corti internazionali inter se nell'esercizio delle rispettive funzioni.In questo contesto emerge, con proporzioni di significativa rilevanza, la tendenza di molte corti (a portata universale o tendenzialmente universale, regionale e sub-regionale; di carattere specializzato o a competenza più o meno lata) a transitare da un classico judicial borrowing, fondato sulla mera “importazione” di giurisprudenze straniere, alla ricerca di più articolate forme di interazione giurisprudenziale di tipo “dialogico” che possono condurre, in alcuni casi, ad una vera e propria cross fertilization.L’ovvia diversificazione, per ambito funzionale e spaziale, di tali rapporti di cooperazione tra giudici, con riferimento alle varie giurisdizioni coinvolte e la mutevolezza, nel tempo e nello spazio, delle modalità in cui si esplicano gli stessi suggeriscono (un originale e assai poco sperimentato) approccio ricognitivo e ricostruttivo non solo di tipo atomistico a carattere bilaterale (corte-corte), ma anche una valutazione dell’insieme degli stessi e delle loro implicazioni.La ricerca intende assumere un ambito di ricognizione che privilegia la "regione" europea.Invero in uno spazio regionale più o meno “integrato” (quale costituisce l’Europa) il fenomeno della coesistenza (e/o della concorrenza in determinati ambiti) di più istanze giurisdizionali si é tradotto, sovente, nella mutua alimentazione semantica e nella “recezione” di valori giurisprudenziali tra di esse. Lo testimoniano i rapporti di crescente “cooperazione” tra la Corte europea dei diritti dell’uomo e la Corte di Giustizia dell’Unione europea che, soprattutto dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e l’efficacia vincolante della Carta dei diritti fondamentali, contraddistinguono le rispettive giurisprudenze (V. lo studio del dicembre 2012 effettuato dal Comitato sui diritti dei cittadini e sugli affari costituzionali del Parlamento europeo relativo agli orientamenti della CEDU e della CGUE nella tutela dei diritti fondamentali Doc.PE462.446 EST73271). Una “cooperazione” destinata ad essere rafforzata una volta che si sia perfezionato il processo di adesione della Unione europea alla CEDU.La ricerca - di cui appare evidente lo spiccato carattere di innovatività e originalità - é finalizzata, quale obiettivo finale, a ricostruire le linee portanti di siffatto "dialogo" giurisprudenziale e a valutare le conseguenze della "circolazione" delle giurisprudenze rispetto all'ampliamento delle garanzie dell'individuo.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.102,00 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Gruppo di RicercaDI STASI Angela (Coordinatore Progetto)
BUONOMENNA Francesco (Ricercatore)
D'AVINO GAETANO (Ricercatore)
FANCIULLO DANIELA (Ricercatore)
NEGRI Stefania (Ricercatore)
PALLADINO Rossana (Ricercatore)
PETRONE Giovanni (Ricercatore)
PRINCIPE Angelina (Ricercatore)
RUSSO Teresa (Ricercatore)