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LA RUSSIA NELLE RIVISTE D'ARTE ITALIANE DEGLI ANNI VENTI-TRENTA

L’analisi delle riviste d’arte edite negli anni Venti-Trenta evidenzia una prolungata e ricca interazione tra il mondo artistico russo e quello italiano, che hanno in questo periodo intenti comuni e affinità di posizioni. L’Italia post-bellica si trova in un momento di delicata transizione dalle avanguardie, esprime un rifiuto di forme stilistiche sperimentali, aspira ad un’arte sentita come tradizione e recupero della classicità. Sono anni, in cui la ricerca degli artisti italiani ribalta il rapporto con l’Europa, nel senso che non si cercano più in Europa (a Parigi) i propri modelli, ma - ponendosi nel solco della tradizione classica in continuità con i grandi modelli rinascimentali - si vuole offrire un esempio all’arte europea. Lungo questa traiettoria comune è il cammino con gli artisti russi – sia con chi si è trasferito per sempre in Italia (Nicola Benois, Andrej Beloborodov, Gregorio Sciltian, Aleksej Iusupov, Petr Bezrodny, ecc.), sia con chi vi soggiorna e lavora per lunghi periodi (Pavel Muratov, Jurij Annenkov, Boris Grigorev, Fedor Brenson, ecc.).In questo contesto il ruolo più attivo è svolto da “Emporium”, la più importante rivista d’arte italiana del periodo, pubblicata a Bergamo dal gennaio 1895 al dicembre 1964 con un ricchissimo apparato iconografico, in cui il focus dell’attenzione su pittori e architetti russi si esplicita soprattutto negli articoli di Vittorio Pica, Francesco Sapori e Ugo Nebbia, i quali dedicano all’opera degli artisti russi analisi dettagliate, recensioni, schede biografiche. Nei loro articoli si parla così per la prima volta degli acquerelli del pittore russo-veneziano Pietro Besrodny,delle sculture di Paolo Trubeckoj, della vita e delle opere di Aleksandr Benois, Mstislav Dobužinskij, Ivan Bilibin, Konstantin Somov, Evgenij Lansere ed altri. Particolare attenzione è dedicata all’arte russa nelle Biennali veneziane, di cui si segnalano – senza distinzioni tra artisti emigrati e sovietici – tutte le realizzazioni russe.Altrettanto importante è la funzione svolta da “Valori Plastici”, fondata a Roma nel 1918 dal pittore e collezionista Mario Broglio, che si apre alle correnti dell’avanguardia europea e accanto agli scritti teorici degli artisti che aderiscono al movimento “Valori Plastici” (Carlo Carrà, Giorgio de Chirico e Alberto Savinio) pubblica - per la prima volta in Italia - scritti su Chagall, Derain, Kandinskij. Intento di Broglio è rifondare una filosofia dell’arte, in cui l’artista stesso, in prima persona, si ponga come nuovo filosofo, interprete delle finalità del proprio operato. La volontà di dialogare e aprirsi al confronto con le esperienze europee è attestata da ogni numero della rivista; la ricchezza di informazioni su quanto avveniva fuori d’Italia е l’impulso alla ricerca, che produceva una vivace dialettica interna tra i collaboratori, fanno di «Valori Plastici» una esperienza unica nel panorama figurativo italiano. Accanto a Mario Broglio svolge un ruolo attivo nella riflessione teorica della rivista la moglie Edita Zur-Muehlen, nata in Lettonia, allora provincia dell'impero russo, di cui sono molte copertine e illustrazioni.Si distingue per la rigorosa riflessione teorica e il taglio internazionale la rivista “Noi”, fondata nel giugno 1917, in piena guerra mondiale, da Enrico Prampolini e Bino Sanminiatelli con il sottotitolo “Raccolta internazionale d’arte d’avanguardia”, che affronta l’arte russa, analizzando il nuovo linguaggio scultoreo di Aleksandr Archipenko o Osip Zadkin, i disegni scenografici geometrici e ‘costruttivisti’ di Vera Idelson e di Aleksandra Ekster, nonché le ricerche teatrali del regista Aleksandr Tairov, moderna mistura di pantomima, clownade e equilibrio.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.700,00 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Gruppo di RicercaD'AMELIA Antonella (Coordinatore Progetto)