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COMMON GOODS: REGIMI NORMATIVI, GIURISPRUDENZA INTERNA ED INTERNAZIONALE E BEST PRACTICES - DIPARTIMENTALE
La ricerca muove dalla definizione di res communes omnium, rapportandola alla dimensione di discrimine teorico quale luogo, concreto e simbolico, di determinazione dei confini territoriali e normativi sulla quale una comunità definisce il proprio ambito di potere politico-giuridico. Questo conduce l’interprete ad interrogarsi sull’intreccio di concetti fondamentali della riflessione giuridica: beni, diritti, autorità. Attraverso la loro problematizzazione si dipanano interrogativi oggi cruciali: la individuazione dei beni fondamentali, la titolarità degli stessi, il loro uso esclusivo ovvero indirizzato al soddisfacimento degli interessi generali, il ruolo delle autorità e gli ambiti residuali dei privati, i limiti ad uno sfruttamento oltre la soglia di sostenibilità, i profili di responsabilità pubblica e privata, l’effettività giudiziale delle tutele e delle garanzie. Com’è noto, il dibattito scientifico nazionale ed internazionale che indaga su questa tematica è attraversato da una pluralità di approcci che coinvolgono le diverse anime disciplinari del Dipartimento di Scienze Giuridiche. La ricerca, quindi, pur seguendo specifici filoni di approfondimento legati alle singole materie, sarà affrontata in una modalità trasversale e unitaria, attraverso differenti fasi che scandiranno l’ordine logico e cronologico delle problematiche che verranno di volta in volta prese in esame.In una prima fase si procederà alla delimitazione del campo di indagine, allo scopo di mostrare come esso si presenti molto articolato, perché attraversato da una pluralità di significati certamente più ampi di quello che la letteratura scientifica anglosassone definisce come commons. Lo spettro di indagine sarà quindi allargato fino a comprendere una ricognizione compiuta della polisemia di nozioni che investono l’attuale dibattito internazionale sui beni comuni. Si renderà necessario un approccio multidisciplinare, perché la centralità degli interessi e dei diritti connessi all’uso di determinati beni, definendo l’ambito del giuridicamente rilevante, segna anche gli autentici confini di interesse, di natura pratica oltre che teorica della questione.La seconda fase evidenzierà le problematicità ed i punti di crisi che emergono da una rigorosa lettura delle categorie sviluppate dai diversi profili di ricerca. In particolare, le trasformazioni tecnologiche e l’importanza sul piano commerciale dello sfruttamento dei beni immateriali impongono di misurare la capacità dell’attuale sistema giuridico di offrire tutele e garanzie adeguate al loro godimento e sfruttamento. L’importanza della connessione tra beni fondamentali determinati ed interessi generali della collettività sarà un banco di prova per le categorie tradizionali dei beni pubblici e delle nuove modalità di controllo ex post sviluppate nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Questi aspetti fanno emergere il tema dell’effettività delle garanzie, che dovranno essere affrontate sottolineando i molteplici problemi di legittimazione processuale sia in ambito penale sia civile: inerenti sia alla legittimazione attiva che alla legittimazione passiva e agli strumenti adeguati per la chiamata in giudizio di soggettività giuridiche transazionali che competono, in termini di forza e potere, con quelli di interi Stati.I nodi problematici così emersi saranno posti a verifica, nell’ultima fase, con le ricadute giurisprudenziali diffuse nel panorama delle Corti nazionali ed internazionali, sottolineando in particolare le possibili critiche alle soluzioni ermeneutiche adottate. Ulteriore piano di confronto sarà offerto dallo studio delle best practices nel governo e nella tutela dei beni rivendicati alla sfera comune. Particolare attenzione sarà dedicata alle pratiche sviluppate nell’ambito delle amministrazioni pubbliche e nel variegato mondo della cittadinanza attiva e più in generale dei soggetti privati.