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REGOLAMENTAZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO, INVESTIMENTI E ACCESSO AL CREDITO

La ricerca mira ad ottenere una valutazione quantitativa dell’effetto causale dei costi di licenziamento sulla produttività e sulle politiche di investimento delle imprese, tenendo conto della presenza di vincoli al credito che possono, eventualmente, influenzare la risposta delle imprese ad un irrigidimento della normativa sul lavoro.A questo scopo, si utilizza come "natural experiment" la riforma, avvenuta in Italia nel 1990, che ha introdotto un costo di licenziamento per le imprese con meno di 15 dipendenti, lasciando inalterata la normativa relativa alle imprese più grandi. Tale riforma permette di identificare l'effetto dei costi di licenziamento confrontando la produttività (e le politiche di investimento) delle imprese giusto al di sotto della soglia di 15 dipendenti con i salari pagati dalle imprese giusto al di sopra dei 15 dipendenti, prima e dopo la riforma. L'identificazione è garantita dal fatto che la riforma genera una discontinuità nella relazione (altrimenti continua) tra dimensione dell'impresa e produttività (o politiche di investimento) al livello della soglia di 15 dipendenti. Di conseguenza, l'effetto dei costi di licenziamento può essere stimato associando la discontinuità che appare (dopo la riforma) nella relazione tra dimensione dell’impresa e produttività (o politiche di investimento) con la discontinuità esistente nella relazione tra costi di licenziamento e dimensione dell'impresa (Regression Discontinuity Design (Campbell (1969))). Si noti che, sfruttando anche la variazione nel tempo dei costi di licenziamento, la stima non è influenzata dalle caratteristiche non osservabili dei due gruppi di imprese che non variano nel tempo.Il modello sarà stimato utilizzando i dati di bilancio relativi ad un campione di imprese raccolti dalla Banca d'Italia. I dati includono informazioni dettagliate sulle poste di bilancio e sulle caratteristiche delle imprese (settore, zona geografica, anno di fondazione, settore, struttura proprietaria) a partire dagli anni ottanta. Inoltre, includono ulteriori variabili economiche solitamente non presenti nei bilanci, quale per esempio il numero di occupati. Sono presenti circa 30.000 imprese all'anno. Poiché il settore bancario utilizza tali dati per le proprie decisioni creditizie, questi sono sottoposti a stringenti controlli di qualità.La ricchezza del dataset permette di verificare se l'effetto della riforma è differente a seconda della capacità/possibilità di ciascuna impresa di avere accesso al credito. In particolare, in linea con la letteratura sul tema, l'entità dei vincoli al credito è catturata dalla disponibilità da parte dell'impresa di risorse finanziarie liquide (cash-flow) nel momento in cui viene approvata la riforma (si veda, per esempio, Pica et al., Journal of Financial Economics, 2013).L'originalità della ricerca è costituita dal fatto che si tratta del primo lavoro che stima gli effetti dei costi di licenziamento sulla produttività e sulle politiche di investimento delle imprese, tenendo conto del ruolo e dell'entità dei vincoli al credito dovuti ad imperfezioni sul mercato del credito. I lavori empirici che analizzano gli effetti dei costi di licenziamento per l'Italia (Boeri e Jimeno (2005), Borgarello, Garibaldi e Pacelli (2004), Schivardi e Torrini (2008), Kugler e Pica (2008), Leonardi e Pica (2013)) si concentrano infatti sui tassi di turnover, la probabilità di licenziamento, la dimensione delle imprese e i salari. Tutti, inoltre, trascurano il ruolo dei vincoli al credito.

StrutturaDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.550,00 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Gruppo di RicercaPICA Giovanni (Coordinatore Progetto)
CARRIERI Vincenzo (Ricercatore)
RUSSO Giuseppe (Ricercatore)