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L'INCHIESTA TREMELLONI SULLA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA (1952-1954).
L’Inchiesta degli anni 1952-54 fu un’indagine approfondita ed esauriente non solo sullo stato della disoccupazione e della sottoccupazione in Italia, ma anche sulle condizioni di vita e sulle capacità professionali dei disoccupati (lavoratori manuali e lavoratori intellettuali). Con essa si intese determinare non solo raffronti sulle prevedibili possibilità di occupazione e di emigrazione, ma anche le prospettive demografiche per il successivo quadriennio, suggerendo sia le concrete possibilità, sia le condizioni e i mezzi per l’avviamento di una alta e regolare occupazione, sia, infine, i limiti eventuali entro cui si sarebbe potuto perseguire una politica di piena occupazione. In buona sostanza si trattava di predisporre le linee tanto di un programma di sistematico miglioramento delle capacità professionali e di orientamento professionale per i disoccupati e le nuove leve di lavoro, quanto di un miglioramento nelle condizioni di mobilità del mercato del lavoro che in quegli anni presentava, inoltre, anche importanti aspetti dinamici come, primo tra questi, il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione e, a seguire, il trasferimento della popolazione attiva dalle attività primarie alle attività terziarie.In tale contesto - e per la prima volta - il termine di “disimpiego” fu utilizzato per indicare tutte le forme di inattività della popolazione potenzialmente attiva, intendendo, dunque, non soltanto i disoccupati che avevano perso il lavoro ma anche i lavoratori occupati a tempo parziale e gli inoccupati. Il fenomeno del disimpiego coinvolse diversi altri aspetti significativi: le differenze a livello regionale nella composizione degli iscritti agli uffici di collocamento, la competenza professionale, il livello di istruzione, la struttura della popolazione per sesso e il fenomeno dell’inoccupazione giovanile, la disoccupazione stagionale legata alle attività agricolo-alimentari.La ricerca, pertanto, in una sua prima fase, intende studiare i caratteri che da tale fenomeno emersero con maggiore evidenza: la difficoltà di definire la figura del disoccupato quale lavoratore dipendente in una struttura agricolo-industriale, la bassa percentuale della popolazione effettivamente attiva rispetto alla popolazione totale e alla popolazione in età produttiva (15 - 65 anni), la bassa proporzione tra le ore lavorative disponibili e quelle effettivamente lavorate nonché, il basso grado di utilizzazione economica delle persone occupate. In questa seconda fase, la ricerca intende soffermarsi sulla situazione vissuta nelle provincie campane, focalizzando l’attenzione soprattutto sul Salernitano, al fine di analizzare in chiave comparativa i risultati dell’Inchiesta che furono oggetto di confronto con le diverse altre realtà regionali.Si prevedono soggiorni di studio sia a Roma presso l’Archivio Storico della Camera dei Deputati e l’Archivio Centrale dello Stato; che a Milano presso l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia.
Struttura | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES | |
Responsabile | DI SALVIA Biagio | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 2.350,00 euro | |
Periodo | 11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015 | |
Proroga | 11 dicembre 2016 | |
Gruppo di Ricerca | DI SALVIA Biagio (Coordinatore Progetto) D'ARIENZO Valdo (Ricercatore) MONTAUDO Aldo (Ricercatore) PIROLO FRANCA (Ricercatore) ROSSI Roberto (Ricercatore) SANTILLO Marco (Ricercatore) |