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A SOSTEGNO DELLA SUBLIME PORTA: LA COOPERAZIONE TRA GOVERNO, NOTABILI E CONTADINI ATTRAVERSO LE FONTI GIURIDICHE PALESTINESI DI FINE IMPERO OTTOMANO.

Recenti studi di storia ottomana (Cosgel, Miceli e Rubin) hanno utilizzato l’approccio di political economy introdotto da Acemoglu e Robinson per mostrare come la reazione delle élites politiche dell’Impero ottomano alle innovazioni istituzionali, in termini di cambiamento o di stagnazione, dipendesse dal cosiddetto “political replacement effect”. In particolare, è emerso che la disponibilità del governo ottomano ad adottare innovazioni fosse funzionale all’aspettativa di più alte entrate fiscali senza effetti avversi sulla legittimità nell’esercizio del proprio potere.Tradizionalmente i governanti ottomani cercarono nella comunità giuridica islamica, incorporata nella struttura burocratica imperiale, questa legittimazione. In cambio di tale supporto, i governanti ottomani accettarono le rigidità istituzionali generate dal sistema legale islamico che finirono, però, nel lungo periodo, col determinare la divergenza economica del Medio Oriente rispetto all’Occidente (Kuran).L’impatto della rivoluzione francese e di quella industriale mise in evidenza la condizione di sottosviluppo dell’Impero sempre più vulnerabile di fronte al concomitante espansionismo europeo. Fu così che, a partire dagli anni quaranta dell’Ottocento, il governo ottomano avviò una politica di riforme che consentissero la trasposizione nel contesto ottomano di istituzioni occidentali atte a stimolare lo sviluppo economico. Ciò innescò un graduale processo di secolarizzazione che minò la cooperazione tra la comunità islamica degli ulema (i giuristi islamici) e il governo ottomano.Nonostante l’introduzione di innovazioni istituzionali in campo civile, amministrativo, giudiziario, di fronte all’insostenibile crescita del debito pubblico, il governo ottomano fu costretto, nel 1876, a dichiarare bancarotta e a subire la conseguente perdita di parte della sua stessa sovranità finanziaria. Con la nascita, nel 1881, dell’Amministrazione del debito pubblico, importanti cespiti fiscali ottomani vennero infatti dirottati al rimborso dei portatori dei titoli emessi dallo Stato ottomano.La nostra ipotesi è che i governanti ottomani cercarono allora, e trovarono, una diversa fonte di legittimazione del proprio potere nell’alleanza con i notabili provinciali non più necessariamente appartenenti alla classe religiosa degli ulema: tali notabili divennero i funzionari del nuovo apparato giudiziario e amministrativo che doveva implementare le riforme a livello locale.Il tradizionale antagonismo tra governo centrale e notabili venne superato in nome della cooperazione che questi ultimi instaurarono con i contadini dell’Impero - la classe di piccoli proprietari terrieri su cui reggeva il sistema agrario ottomano - elargendo loro prestiti finalizzati all’investimento in agricoltura. Tale cooperazione, stimolata dall’impatto del nuovo Codice fondiario ottomano del 1858 e dalla commercializzazione agricola, sostenne finanziariamente la crescita del settore agricolo che rappresentava il principale comparto fiscale ottomano, contribuendo così a restituire all’Impero credibilità finanziaria e legittimazione politica di fronte ai paesi europei portatori di rendita turca.Evidenze a sostegno di questa ipotesi si possono trovare incrociando due tipologie di fonti che si riferiscono alla Palestina di fine Impero ottomano: da un lato, gli atti del Pubblico Notaio di Haifa (1890-1915), in cui sono registrati i contratti finanziari tra notabili e contadini; dall’altro, i registri del tribunale religioso di Haifa (1870-1918), in cui emerge come quegli stessi notabili che ricorrono negli atti notarili ricoprissero effettivamente anche le più importanti cariche nella gerarchia amministrativa provinciale.

StrutturaDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo500,00 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016
Proroga6 novembre 2017
Gruppo di RicercaECCHIA Stefania (Coordinatore Progetto)
D'ARIENZO Valdo (Ricercatore)