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LA PERSISTENZA DEI REGNI PRE-UNITARI IN ITALIA

Sono passati più di 150 anni dall'unificazione italiana. Ciononostante, la frattura tra il sud e il nord del paese rimane profonda, e le principali variabili economiche e sociali hanno accentuato il trend divergente negli ultimi anni di crisi economica. La disuguaglianza è aumentata in quasi tutti i parametri: reddito, opportunità, istruzione, disoccupazione.Il progetto si propone di studiare se l'inclusione in regni finiti 150 anni fa influenza ancora i risultati economici e i comportamenti individuali. L'analisi si basa sull'idea che la popolazione che viveva in uno stesso regno è stata esposta alle stesse istituzioni formali, come il sistema politico e giudiziario. Queste istituzioni formali a loro volta influenzano le istituzioni informali -come i valori e le norme di comportamento- che cambiano molto lentamente (si veda Tabellini, 2008a, 2008b).E' possibile che i diversi regni che componevano l'Italia abbiano lasciato un'eredità istituzionale? I valori e le norme sono diversi tra aree che appartenevano a regni diversi? Quali sono gli effetti sulle variabili economiche? Queste sono alcune delle domande a cui il progetto si propone di rispondere.Il metodo scelto è sfruttare un regression discontinuity design per studiare se l'inclusione in un regno influenza i livelli di trust e di altre variabili socio-economiche (come l'occupazione, la criminalità e la corruzione) presenti nell'Atlante dei Comuni Italiani. Il progetto prevede di sfruttare i comuni entro un certo range (100-150 Km) su entrambi i lati del confine. Questo approccio è vantaggioso perchè le istituzioni sono omogenee e i confini stabili dal 1861 in poi. Di conseguenza, dovrebbe essere possibile sfruttare le differenze tra i regni di cui era composta l'Italia pre-unitaria per verificare l'eventuale persistenza dei loro effetti ad oggi, ma soprattutto per vedere su quale variabile -o insieme di variabili- questo eventuale effetto si manifesta ancora. Un primo passo in questa direzione è il tentativo di Bracco et al. (2013) che sfruttano la regression discontinuity per stimare l'atteggiamento verso l'evasione fiscale. Il presente progetto sviluppa un approccio molto più generale rispetto a quello di Bracco et al.(2013), e darebbe la possibilità di evidenziare le dimensioni e le aree in cui il processo di unificazione ha avuto successo, dando precise indicazioni in merito alle azioni di politica economica che possono favorire la convergenza territoriale italiana.BibliografiaAcemoglu D.; Simon J.; Robinson J.; (2001). The colonial origins of comparative development: an empirical investigation. American Economic Review, 91(5):1369-1401.Becker, S. O.; Boeckh K.; Hainz C.; Woessmann L. (2011). The Empire Is Dead, Long Live the Empire! Long-Run Persistence of Trust and Corruption in the Bureaucracy, CEPR Discussion Papers 8288.Comin D., Easterly W., Gong E., (2010). Was the Wealth of Nations Determined in 1000 BC? American Economic Journal: Macroeconomics, vol. 2(3): 65-97.Bracco E.; Porcelli F.; Redoano M., (2013). Political Competition, Tax Salience and Accountability: Theory and Some Evidence from Italy, CESifo Working Paper Series 4167, CESifo Group Munich.Nunn, N. (2009). The importance of history for economic development. AnnualReview of Economics. Annual reviews, 1(1):65-92.Tabellini G. (2008a). Institutions and Culture. Journal of the European Economic Association 6 (2-3): 255–294.Tabellini G. (2008b). The Scope of Cooperation: Values and Incentives. Quarterly Journal of Economics 123(3), 905-950.Wysokinska A.(2011). Invisible Wall. The Role of Culture in Long-Term Development, working paper EUI

StrutturaDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.647,00 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 31 Dicembre 2020
Gruppo di RicercaRUSSO Giuseppe (Coordinatore Progetto)
ABATEMARCO Antonio (Ricercatore)
CARRIERI Vincenzo (Ricercatore)