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ORIGINI, EVOLUZIONI E PROSPETTIVE DEL SISTEMA PENSIONISTICO ITALIANO

Con un’attenta analisi dell’art. 24 del d.l. 201/2011 il lavoro tende ad analizzare l’impatto delle riforme del sistema pensionistico sul welfare state sia dal punto di vista istituzionale che socio-economico. Il filo conduttore della ricerca sarà quello di valutare le caratteristiche “medie” di un sistema pensionistico, in particolare la sensibilità delle sue regole di determinazione dei contributi e dei benefici rispetto a cambiamenti nelle variabili economiche, demografiche ed istituzionali e alla sostenibilità finanziaria. Negli ultimi anni si sta affermando, in Italia come in Europa (a partire dal vertice di Lisbona del 2000) la concezione delle politiche sociali – compresi i sistemi previdenziali – come fattore produttivo per la crescita economica. Dal punto di vista politico, dunque, i provvedimenti di natura fiscale, macroeconomica, contrattuale e persino industriale non possono considerarsi indipendenti da quelli più propriamente sociali. Allo stesso modo, lo stesso tema della (re)distribuzione della ricchezza non appare disgiunto dai ragionamenti di politica sociale del Paese. L’adeguatezza delle prestazioni e la sostenibilità finanziaria del sistema sono fortemente condizionate (oltre che dall’andamento della speranza di vita, dall’età di accesso alla pensione), dall’andamento dell’economia e dell’occupazione, dal livello di contribuzione maturata con il quale si accede alla pensione, dall’andamento e la struttura del mercato del lavoro: come espressamente previsto nella riforma Dini, le variabili di riferimento vanno perciò dal tasso di fertilità al saldo migratorio, dal tasso di attività ai tassi di disoccupazione e occupazione, dalla produttività al PIL. Tutti elementi endogeni rispetto all’operare dell’intervento pubblico e, pertanto, occorre prestare molta attenzione alle loro variazioni e alle politiche che possono influenzarle. L’interdipendenza delle variabili economiche e socio-demografiche, quindi, evidenzia la necessità di una prospettiva di analisi più ampia, senza alcuna contrapposizione tra sistema previdenziale (più in generale, stato sociale) e sistema economico-produttivo.Gli economisti e gli studiosi dei sistemi di welfare si sono negli ultimi anni interrogati sulla sostenibilità del modello attuale di spesa sociale e di welfare state. Questione delicata e complessa è naturalmente la definizione del concetto di sostenibilità: in genere si definisce sostenibile una politica fiscale – un dato debito pubblico e di conseguenza un certo valore del disavanzo – quando essa presenta un rapporto stabile rispetto al PIL per un numero elevato di anni. Il rilievo della questione previdenziale dipende, dunque, in gran parte dalle dimensioni assunte dalla spesa per pensioni.La sfida più importante resta, allora, quella di individuare politiche previdenziali capaci di realizzare contemporaneamente gli obiettivi di adeguatezza e di sostenibilità in presenza di dinamiche demografiche già in parte delineate dai comportamenti passati della popolazione e che porteranno nei prossimi decenni ad una forte crescita della componente in pensione rispetto a quella attiva.La ricerca sarà così articolata. In una prima fase, partendo dal quadro normativo di riferimento si analizzeranno le dinamiche degli ultimi anni del sistema pensionistico, la situazione a cui siamo arrivati e, infine, la direzione a cui sono rivolte le proposte in campo dai vari attori sociali e istituzionali Successivamente la ricerca si concentrerà su tre aspetti fondamentali: efficienza, efficacia ed equità del sistema pensionistico; crescita economica e previdenza; sostenibilità del sistema.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.438,60 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2017
Proroga6 novembre 2017
Gruppo di RicercaSALSANO Emanuele (Coordinatore Progetto)
FAGGINI Marisa (Ricercatore)
FARACE Salvatore (Ricercatore)