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RIQUALIFICAZIONE URBANA E TOPOPHILIA NELLA CITTA' DI SALERNO

La città di Salerno agli inizi degli anni Novanta è una città in ginocchio. Il processo di deindustrializzazione (comune a molte realtà del Mezzogiorno), si somma al degrado urbano dovuto a decenni di speculazione e malgoverno. Manca alla città un’identità locale forte e condivisa: la maggior parte dei quartieri cittadini denuncia mancanze gravi nell’offerta di servizi collettivi: dai trasporti, alle attrezzature sportive, dal verde pubblico alle strutture destinate al tempo libero. Dal 1993 il sindaco Vincenzo de Luca inizia un progetto di riqualificazione delle aree urbane e affida all'architetto catalano Oriol Bohigas la redazione di un nuovo Piano Regolatore, con l'intento di dare un incisivo respiro europeista e internazionale alla costruzione moderna della città di Salerno, attraverso sperimentazioni già collaudate con successo nella città mediterranea di Barcellona.Si partirà prendendo in esame l'inquadramento geo-storico-antropologico della città di Salerno. Un ampio spazio sarà riservato all'analisi della popolazione. Successivamente sarà analizzata la costruzione della città moderna, nei secoli XIX e XX secolo: i primi due decenni del secolo, il ventennio fascista e il secondo dopoguerra. Successivamente si tratterà dell’urbanistica strategica suddivisa in quattro nuclei di analisi: progetti per la città a ovest del fiume Irno; sulla Lungo Irno; a est del fiume e i progetti compresi tra lo Stadio Arechi e la zona industriale. Per ogni settore s’individueranno le diverse sub–aree e per ognuna delle quali sarà fatto un breve inquadramento storico–urbanistico. Dopo tale ricognizione si cercherà di tracciare il significato di due termini della geografia umana: attachment e topophilia. L'ultima parte prevede la creazione di un questionario volto a rilevare e analizzare la conoscenza dei processi di trasformazione urbana nonché i processi di attachment e di topophilia da parte della popolazione salernitana.