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RISVOLTI ANTROPOLOGICI DELLA ATTUALE CRISI ECONOMICA

Partendo dall’ipotesi che la crisi economica influenzi, con effetti di ritorno, i tratti culturali, il progetto aspira ad approfondire gli aspetti antropologici delle trasformazioni economiche degli ultimi anni, adottando il metodo classico dell’osservazione partecipante, senza rinunciare alle tecniche quantitative di tipo statistico. La ricerca avrà comunque le caratteristiche del “case study”, rappresenterà i vissuti quotidiani attraverso interviste e descrizioni che restituiscano un quadro ampio, per quanto non esaustivo, della crisi. I soggetti saranno scelti in base alla loro diversa rappresentatività socio-culturale, dando comunque spazio anche ai lati eccentrici delle figure sociali, in modo da realizzare un equilibrio tra le rappresentazioni dei gruppi e la storia irripetibile dei singoli. Il lavoro di analisi rappresenterà le diverse forme di sofferenza prodotte dalla crisi economica, distinguendo, per esempio, tra le angosce che rendono rischiosa l’esistenza dei senza lavoro e la sofferenza di quanti lavorano vivendo il lavoro non più come elemento di mediazione dell’emancipazione né come alienazione nell’accezione classica del termine, ma come “disgrazia”. Approfondire questa nuova differenza prodotta dalla crisi potrà consentirci di comprendere fino a che punto essa invece di generare nuove forme di solidarietà e di mobilitazione collettiva tra le categorie che vivono il disagio blocchi o contribuisca a bloccare la denuncia e la lotta a vantaggio di una silenziosa e rassegnata inattività: chi lavora non dice la sua sofferenza e non protesta perché è paralizzato da un senso di colpa nei confronti di chi non lavora e chi perde il lavoro non lotta contro la propria esclusione e contro l’ingiustizia perché sa di non essere ascoltato. Tutti si difendono dalle proprie emozioni, operano rimozioni, che sono effetto di paura e segno di impotenza. Verificheremo se proprio la perdita di ogni forma di interlocuzione, associata alla tendenza a rinunciare alla inutile messa in scena della propria disperazione, possa portare in molti casi alla tragedia silenziosa del suicidio. Occorrerà dimostrare come tutto questo abbia forti connessioni con la fine della cultura della reciprocità nel mondo del lavoro. L’imporsi velleitario del mito delle azioni utili e risolutive dei problemi concreti segna la fine della cultura del dono, al tempo stesso in cui lo spegnimento dell’interesse collettivo e della dedizione al bene comune determina la fine della cultura del sacrificio, tristemente associata al radicarsi di un individualismo di basso profilo ideologico e comportamentale. La ricerca potrà individuare l’elemento di congiunzione tra le nuove forme di disagio nella paura. Da un lato la minaccia del licenziamento, il rischio della precarizzazione, la sensazione indotta di inadeguatezza, che annichilisce ogni forma di rivendicazione e produce sottomissione; dall’altro, la preoccupazione dell’esclusione definitiva dal mondo del lavoro, che determina una avvilente accettazione di qualsiasi cosa a qualunque prezzo. La percezione diffusa del rischio potrebbe costituire una delle componenti culturali più significative che attraversano le varie forme di vita. Essa andrà indagata partendo dal mondo produttivo, dove si concreta nel rifiuto ad avviare una attività imprenditoriale in proprio. Attraverso processi che ci proponiamo di individuare, la paura sembra catalizzare tutte le forme di insicurezza, diventando paura del futuro: la rinuncia alla progettazione tende a cancellare la visione di lungo periodo, producendo una lacuna che inchioda a un presente, diventato la prigione dei propri propositi. Se in economia diminuiscono in maniera preoccupante gli investimenti, nella famiglia i genitori cominciano ad investire di meno sui figli, i figli investono sempre meno nell’istruzione e nell’apprendimento. Infine, partendo dalle avvisaglie del presente, si indagherà sulle conseguenze che la crisi possa generare in un non lontano futuro.

StrutturaDipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo360,00 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016
Gruppo di RicercaDE LUNA Piera (Coordinatore Progetto)
CASADIO Giovanni (Ricercatore)
VERRASTRO Donato (Ricercatore)