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PERFORMANCES SHAKESPEARIANE SULLA SCENA NAPOLETANA CONTEMPORANEA

L’antropologia del contemporaneo descrive la gestualità, i modi di parlare del popolo napoletano come “comportamento sociale recitato”. La relazione tra strutture di vita e loro elaborazione artistica risulta utile “per la comprensione reciproca dei due elementi opposti e speculari. […]abbiamo di fronte una cultura circolare dove la realtà e il suo specchio tendono a intersecarsi e a identificarsi quasi mirassero a un’inconsapevole interscambiabilità.” ( De Matteis, 2015). Due sono le implicazioni di questa affermazione: l’innegabile riconoscimento della forza della tradizione teatrale napoletana (che dalla commedia dell’arte si estende da Petito, Scarpetta, Viviani, Eduardo Totò, dalla farsa e dalla sceneggiata alle avanguardie e oltre), ma anche la chiusura, quasi un circolo vizioso, a contaminazioni e aperture ad altre tradizioni. Da una parte la rivendicazione di una originale parola drammatica dialettale in un paese come l’Italia dove si lamenta l’assenza di una lingua nazionale teatrale e, dall’altra, il rischio del provincialismo.Considerate queste premesse/pregiudizi, la ricerca sull’impatto di Shakespeare a Napoli negli ultimi decenni, da mettere in relazione al progetto internazionale dell’ESRA che mira, come affermato più sopra, ad articolare la presenza della performance shakespeariana nella memoria storica e nella narrazione/i dell’Europa, non faceva ben sperare e certamente non preludeva alla scoperta e alla meraviglia di trovare tantissimo Shakespeare sulle scene napoletane che come un fiume carsico è stato in continua relazione con la creativa parola teatrale napoletana. L’ammirazione della cultura napoletana per Shakespeare è esplicita come in questi versi straordinari di Ruggiero Cappuccio : “ ‘o nomme ca purtava se dice/ come si fosse ‘nu suspiro di amore…come se si fosse ll’urdema refola de /sciato de chi more:shakespeare” (“Shakespea Re di Napoli”). Sicuramente Shakespeare sprovincializza Napoli e la apre/riapre al suo passato e al suo presente/futuro europeo. E anzi non è azzardato prevedere che il rapporto della Londra di Shakespeare con Napoli sia speciale, rispetto ad altre capitali europee, perché entrambe città barocche e teatrali nel Cinque e Seicento. E’ questa la lezione e la geniale scelta di Eduardo per la sua famosa traduzione e riscrittura in napoletano del Seicento della Tempesta.La ricerca si soffermerà sulla produzione di ‘shakespeariani napoletani’ a partire dagli anni Novanta, il creativo decennio artistico successivo alla fine della Guerra Fredda, fino ad oggi. Si metteranno a confronto le scelte di molti autori e compagnie cogliendoli nel movimento dinamico tra locale e sovranazionale, tra tradizione e sperimentazione delle avanguardie.Mario Martone, per esempio, pur partito dalle avanguardie, nel ’93 per il suo ‘Riccardo II’ ritorna alla 'parola drammaturgica' di Shakespeare, ma pur nel contesto di uno Shakespeare ricondotto ad una tradizione sovranazionale, le parole del giardiniere, metafora centrale della history shakespeariana, vengono tradotte in napoletano.All’ avanguardia e alle sue contaminazioni sperimentali è da ascriversi la 'parola scenica' di Leo De Berardinis soprattutto con il dissacrante “Totò , principe di Danimarca”, ossimoro irriverente e blasfemo solo in apparenza, come la ricerca intende dimostrare. Non verranno dimenticate le produzioni shakespeariane di compagnie ai margini come quella di Scampia, Arrevuoto, che ha avuto un successo nazionale con una sofisticata messa in scena di Hamlet travestie di Poole e Petito, fino a includere performances amatoriali studentesche nei Teatri di ateneo delle università campane.I primi risultati della ricerca verranno presentati in un Convegno internazionale che la sottoscritta e il prof. Maurizio Calbi organizzeranno con i fondi richiesti perché anche la nostra università non manchi alle celebrazioni globali per il quattrocentenario della morte di Shakespeare.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.000,00 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Gruppo di RicercaPIAZZA Antonella (Coordinatore Progetto)