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LEIBNIZ POLITICO: LINEE DI UN CONFRONTO STORICO CON ALTRI PENSATORI DELLA PRIMA ETA' MODERNA. IL CASO DELLA AEQUITAS

La discussione su Leibniz pensatore politico è ripresa negli ultimi anni in funzione di una rilettura della storia della filosofia politica moderna che relativizzi l'importanza della linea contrattualistica Hobbes-Pufendorf-Locke recuperando la tradizione del repubblicanesimo classico come una componente essenziale del pensiero politico moderno. Leibniz è sicuramente un difensore della tradizione classica pre-moderna (Patrick Riley ha parlato di lui come erede della "mediterranean political tradition"). Come in Aristotele, la società politica è concepita soprattutto in termini di finalità (promozione del benessere o della felicità comune) e solo secondariamente come istituzione nata per tutelare la sicurezza dei singoli. Tuttavia, questo approccio volutamente classico ha degli elementi dinamici che gli sono peculiari. Pur rifiutando una lettura contrattualistica dello Stato, Leibniz ammette che la costituzione originaria della società politica è lo scambio protezione-obbedienza. Egli vede però la società politica come il regime che progressivamente tempera il diritto "stretto" o addirittura "rude" che ha reso possibile ottenere dagli uomini l'obbedienza, modificando gradualmente le regole sociali in funzione dell'utilità comune. Questo processo di adattamento delle leggi alle esigenze nate in seno alla società stessa viene chiamato da Leibniz con il termine classico di "aequitas" (epikeia), con un richiamo non molto letterale ad Aristotele. Interessante è inoltre la sovrapposizione (del tutto non aristotelica) tra il tema dell'equità e quella della giustizia distributiva. Questi due concetti sono del tutto inassimilabili nella prospettiva aristotelica, mentre sono connessi in Leibniz dal fatto che egli ritiene la giustizia distributiva non come l'adeguamento a una gerarchia già data di valori politici, ma piuttosto come un intervento del legislatore o del reggitore politico in funzione della massimizzazione del benessere collettivo. Il che è una prospettiva del tutto non aristotelica e che assume semmai alcuni elementi del nascente utilitarismo: equo è ciò che è "pubblicamente utile" e l'utilità pubblica è disaggregabile nel crescente benessere dei singoli. Questi elementi di modernità del discorso leibniziano hanno presumibilmente una fonte precisa: Grozio. E' al giurista olandese che Leibniz deve la distinzione tra diritto stretto e diritto largo, già impiegata da Grozio per rendere più mobili e contingenti i criteri di giustizia sociale (i "diritti acquisiti" diremmo oggi) sottoponendoli al vaglio del sovrano-legislatore. Ma un elemento di specifico interesse di questa vicenda è l'affinità di alcune speculazioni leibniziane sul tema del rapporto "giusto-equo" con quelle di Vico. Ciò si spiega perché entrambi i pensatori sono figli non solo di Grozio, ma di tutta quella tradizione giuridica umanistica di cui Giuseppe Giarrizzo (vedi in particolare "Vico, la politica, la storia", 1980) ha ricostruito la complessa vicenda in relazione a Vico. Tra Leibniz e Vico vi sono differenze notevoli. In Vico è esplicita la matrice conflittuale del giusto-equo, che inizia ad imporsi con le lotte di classe patrizi-plebei, laddove Leibniz vede il passaggio dal diritto rude all'equità come una sorta di adattamento spontaneo, di progressiva razionalizzazione delle relazioni sociali ad opera (indifferentemente) di giuristi-interpreti della legge tradizionale oppure di legislatori capaci di procedere a nuove codificazioni. Ma l'occorrenza di uno stesso lessico nonché degli stessi autori offre forse l'occasione di tentare un confronto tra questi due giganteschi e lontanissimi pensatori - Leibniz e Vico - su un terreno cruciale per entrambi, cioé il rapporto politica-diritto. La cifra richiesta servirà per missioni e per la traduzione in inglese dei prodotti della ricerca.

StrutturaDipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.022,69 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Proroga27 aprile 2018
Gruppo di RicercaPIRO Francesco (Coordinatore Progetto)
ADORNO Francesco Paolo (Ricercatore)
CAMBI Maurizio (Ricercatore)
DE CAROLIS DI PROSSEDI Massimo (Ricercatore)