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IL RIUSO SOSTENIBILE DEL PATRIMONIO EDILIZIO DISMESSO. ANALISI DELLE PROBLEMATICHE E STRATEGIE DI INTERVENTO.

La crisi che ha colpito il mercato delle costruzioni, a partire dal 2006 ad oggi, induce gli addetti ai lavori a porre in essere iniziative che possano raccordarsi virtuosamente con quello che è il probabile sviluppo futuro del settore edilizio. Nel periodo citato si è avuto un calo crescente delle nuove costruzioni, mentre il settore del recupero del patrimonio edilizio esistente ha subito un'inflessione più contenuta, anche in virtù degli incentivi statali che hanno tra l'altro privilegiato gli interventi atti a ridurre i consumi energetici.Le dinamiche nel campo delle costruzioni si sono pertanto riconfigurate secondo un nuovo indirizzo che è quello della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, unitamente alle politiche territoriali che mirano a ridurre fortemente il consumo del suolo.Una parte significativa del patrimonio immobiliare risulta inutilizzata perché in stato di degrado o perché non sufficientemente flessibile ad accogliere funzioni diverse da quella originaria, o anche perché non è più vantaggioso economicamente mantenere un determinato uso.E' in tale ambito che si inserisce la ricerca, incentrata sul riuso dell'edilizia esistente dismessa o in via di dismissione, con la finalità di definire delle strategie di intervento e/o di mettere a punto sistemi meta-progettuali integrati, anche in sinergia con altre discipline. Nello specifico si cercherà di valutare la compatibilità al riuso di tali immobili, confrontando i livelli prestazionali (precedenti e della nuova destinazione) e tenendo conto di margini di variabilità che tale operazione richiede.Ogni edificio è stato progettato e realizzato per corrispondere ad usi specifici, mentre l'insieme delle prestazioni offerte può ammettere molteplici corrispondenze con i requisiti oggi richiesti per altri usi. L'ipotesi del riuso appare indispensabile quando la semplice manutenzione o la riqualificazione del manufatto non siano sufficienti a garantire un'utilità adeguata e conveniente al permanere della precedente destinazione.Di estrema importanza a tal fine sono i casi-studio che potranno riguardare manufatti (o complessi edilizi) anche molto diversi (sia in ambito italiano, sia europeo), consistenti in edifici monumentali di pregio, edifici industriali, edilizia di culto, immobili dello Stato sdemanializzati, scuole, impianti sportivi, alberghi, etc. o edilizia minore. Manufatti che verranno considerati non solo come organismi legati ad un sistema tecnologico, ma nella loro interazione con il contesto ambientale: secondo tale approccio verranno proposte linee di indirizzo e best pratices in grado di favorire il risparmio energetico e più in generale la sostenibilità degli interventi-tipo proposti.La "politica" del riuso potrà anche servire a "rammendare" le periferie degradate, per usare un termine caro a Renzo Piano, considerato che la maggior parte dei grandi contenitori dismessi, si trova in posizione decentrata rispetto ai centri cittadini. Secondo tale prospettiva trova spazio tutta la questione ancora aperta del social housing, oggetto di dibattiti, studi e norme in evoluzione nelle Regioni italiane, che potrebbe trovare un positivo riscontro nella pratica del riuso, specie per quelle strutture in abbandono di dimensioni e distribuzione compatibili con le logiche dell’insediamento residenziale e di integrazione sociale.

StrutturaDipartimento di Ingegneria Civile/DICIV
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo4.123,89 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Gruppo di RicercaFIORE Pierfrancesco (Coordinatore Progetto)
DE MARE Gianluigi (Ricercatore)