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FILOSOFIA DELLA VITA E ARTE
La ricerca muoverà innanzitutto dalle analisi di Bergson, a partire da “Materia e Memoria”, passando per “L’Evoluzione creatrice”, fino a “Il pensiero e il movente”. Seguendo programmaticamente la lezione bergsoniana, il primo passo sarà quello di retrocedere «al di qua di quella svolta decisiva in cui l’esperienza, flettendosi nel senso della nostra utilità, diviene propriamente l’esperienza umana» (Materia e Memoria). A questo livello, l’analisi verterà essenzialmente su come si formano in generale “le immagini” o le “forme di mondo”, prima e al di qua di qualsiasi flessione in senso antropocentrico. Dentro questa orbita teorica s’innestano i differenti pensieri di Simmel e Deleuze, tesi entrambi a capire come nascono, nel flusso vivente, i plessi che volta a volta dànno luogo alle diverse “formazioni” istituite dall’uomo nel reale. Procedendo lungo questo asse teorico, non è un caso che entrambi i filosofi si siano confrontati con alcune espressioni artistiche eminenti (Rodin e Rembrandt nel primo caso; Bacon, la musica e la cinematografia contemporanea nel secondo). Proprio perché nella “formazione” artistica è condensato il processo di “istituzione” in generale messo in atto dall’uomo in rapporto con la realtà esterna nella quale si trova a vivere.L’intero lavoro teorico andrà dunque sviluppato a diretto confronto con le opere artistiche del nostro tempo. Infatti lo scopo principale è quello di capire i mutamenti da esse prodotti. Poiché tali mutamenti – in linea con quelli che stanno avvenendo anche in altri campi culturali ed esistenziali – hanno determinato un vero e proprio sovvertimento delle distinzioni categoriali del passato (principio d’identità; divisione fra un piano trascendente ideale e un piano immanente reale; separazione fra mente e corpo, ovvero fra dimensione ‘spirituale’ e dimensione sensoriale; statuto ontologico umano e statuto ontologico delle cose; etc.). Infatti oggi ci troviamo di fronte a procedure che ritematizzano l’immagine e la forma, lavorando su una «intermedialità tecnologica» sempre più imprevedibile e ibridata. Procedure che sfuggono dunque a qualsiasi criterio interpretativo precedente così come a qualsiasi classificazione ‘colta’, dal momento che non solo vengono miscelati parametri e schemi di riferimento diversi e contrastanti, ma spesso un apparato si ristruttura a seconda del fruitore che vi entra in contatto, in uno scambio reciproco di identità. Tutto questo rivolgimento categoriale ed esistenziale, che crea continui transiti fra l’umano e l’extraumano (o il reale), impone dunque la ricerca di nuovi paradigmi, che ci consentano di definire tali processi sempre più ibridati e individuare le nuove “formazioni di senso” che ne possono scaturire. Senza perdere di vista la tutela dell’umano e dei soggetti personali, che vanno però ripensati nei loro statuti ontologici.A queste urgenze – che riguardano il pensiero e gli apparati teorici, ma anche la prassi relativa all’esistente – intende rispondere la ricerca in oggetto.
Struttura | Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF | |
Responsabile | LISCIANI PETRINI Enrica | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 2.022,69 euro | |
Periodo | 28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017 | |
Proroga | 27 Luglio 2018 | |
Gruppo di Ricerca | LISCIANI PETRINI Enrica (Coordinatore Progetto) CALABRO' Daniela (Ricercatore) RUSSO Marco (Ricercatore) |