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IL "LIBER AD HONOREM AUGUSTI" E IL SUO CONTESTO.

Gli studi finora si sono concentrati sulla corrispondenza testo-immagine, tentando di evidenziare il grado di comprensione del testo da parte del miniatore. La presente ricerca si pone il problema del pubblico cui era destinato il prezioso volume e della sua ricezione. Infatti il Gran Cancelliere Conrad Querfurt, prelato di grande cultura, che aveva studiato a Parigi con Lotario di Segni, poi asceso al papato col nome di Innocenzo III (1198-2016), e che doveva condividere la conoscenza della cultura classica con l’autore, come dimostra la pagina iniziale, con le puntuali citazioni di Virgilio, Ovidio e Lucano, doveva essere ben conscio della funzione dei sontuosi manoscritti posseduti dal sovrano, destinati certamente alla lettura individuale e alla declamazione, ma anche non solo sontuosi testimoni della magnificenza dell'Imperatore, bensì propugnatori del suo ruolo nel progetto divino della storia dell'umanità e del suo cammino verso la salvezza. Destinato alla lettura, ma anche alla percezione visuale da parte delle élites aristocratiche ammesse ai circoli più alti della corte, il volume racconta attraverso le immagini una storia parallela al testo, illustrandolo e parallelamente visualizzando ciò che il testo espressamente non dice. In questo modo la ricerca cerca di delineare per la prima volta l’interazione tra cultura scritta e immagine in un contesto multilinguistico quale quello dell’Italia meridionale, ove da secoli latino, greco e arabo avevano rappresentato alternativamente la lingua della classe dominante, ma dove le immagini avevano continuato a costituire un sistema prioritario di comunicazione sulla base di una tradizione millenaria, estranea alle spinte iconoclaste che avevano a varie riprese sconvolto il mondo mediterraneo. Il secondo punto che l’indagine intende perseguite è l’aspetto gestuale della rappresentazione, al fine di stabilire il ruolo dell’immagine con le brevi didascalie nella percezione del racconto da parte di fruitori non dotati di sicura conoscenze linguistiche soprattutto in relazione a opere di nuova composizione. La realizzazione in area siciliana di un testo quale Synopsis Historiarum di Ioannes Skylitzes, destinato alla corte costantinopolitana, e la accertata presenza nella stessa area del prezioso codice noto attualmente come l’Iliade Ambrosiana pongono il problema della scelta di questo particolare linguaggio di immagini da parte del miniatore del testo latino, certamente un artefice di raffinata cultura che plasma il suo linguaggio più sul modello delle cronache e i cartulari monastici dell’area longobardo-normanna che sui modelli aulici bizantini. Il terzo punto che l’indagine si propone di analizzare è la eventuale responsabilità dell’autore nella progettazione del ciclo illustrativo, anche attraverso il confronto con i manoscritti di un’altra opera da lui composta, il De Balneis Puteolanis, di cui peraltro si conservano solo copie seriori.

StrutturaDipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.710,00 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Proroga27 Luglio 2018
Gruppo di RicercaZANICHELLI Giuseppa (Coordinatore Progetto)