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PLURIFORMITA' DEL FATTO RELIGIOSO ORGANIZZATO, EGUALE LIBERTA' DELLE CONFESSIONI E PRINCIPI DI LAICITA'/NEUTRALITA' NELLA LEGALITA' COSTITUZIONALE ED EUROPEA, TRA QUESTIONI DEFINITORIE E DIFFERENZIAZIONE DEGLI STATUTI NORMATIVI E DEI PROFILI DI RILE

Nel perseguire gli obiettivi indicati, la ricerca valorizza - traducendoli in distinti profili investigativi di originalità ed innovatività tali da connotare in senso conforme l'intera articolazione progettuale ed i suoi esiti - la vocazione pluridimensionale e sistemica del tema prescelto e, anche attraverso il ricorso ad una consapevole ed adeguata prospettazione comparatistica, la sua riemergente rilevanza sul piano della prassi e della interpretazione giurisprudenziale. Si tratta invero, di tutta evidenza, di un fronte problematico che risulta inevitabilmente influenzato da un contesto in continua mutazione e che manifesta decisivi nessi, da un lato, con l'andamento complessivo delle relazioni ecclesiasticistiche per come consolidatosi nelle singole esperienze ordinamentali e, dall'altro, con l'articolazione multilivello che (anche) queste stesse relazioni - unitamente alle istanze di regolamentazione giuridica che ispirano - vanno assumendo come conseguenza del ridimensionamento del ruolo dei diritti nazionali. Sulla scorta di tali rilievi, la ricerca si predispone, più nello specifico, a segnalare e cogliere nella pienezza delle ricadute, attuali o ancora potenziali, l'impatto che, rispetto alla prospettazione interna del tema indagato, è ascrivibile a fenomeni che, pur nella specificità dei rispettivi ambiti, possono in senso generale venire ricondotti al livello del diritto sovranazionale europeo ovvero al (tutt'altro che compiuto) processo di integrazione europea. Il riferimento non può che riguardare, da un lato, le tendenze più recenti della giurisprudenza della Corte EDU - sempre più decisa nel segnalare la contrarietà alla Convenzione delle prassi discriminatorie poste in essere da alcuni Stati firmatari in tema di registrazione e riconoscimento dei gruppi religiosi - e, dall'altro, l'innovativo assetto delineato, in tema di rapporti tra Unione Europea e comunità religiose dall'art. 17 TFUE. In effetti, estendendo l'impegno delle istituzioni comunitarie al «dialogo aperto, trasparente e regolare» nei confronti (non solo delle Chiese ma altresì) delle organizzazioni filosofiche e non confessionali la disposizione introduce un elemento di potenziale discontinuità rispetto ad assetti normativi, quale quello italiano, che mostrano diversamente di graduare riconoscimento e tutela delle formazioni sociali a vocazione ideale in ragione del più o meno percepibile (ovvero consolidato) carattere religioso e/o confessionale. Che si tratti di questione di non poco momento è testimoniato da alcuni indicatori di ordine applicativo sui quali merita volgere particolare attenzione. A titolo esemplificativo si pensi, sul versante europeo, alla decisione del Mediatore europeo (gen. 2013) , che ha accertato - proprio in riferimento all'art. 17 TFUE - un caso di cattiva amministrazione nel comportamento della Commissione europea, che non ha accolto la richiesta, avanzata dalla Federazione umanista europea (organismo che si autorappresenta quale la "più importante organizzazione europea in rappresentanza degli interessi di coloro che vivono in modo etico senza convinzioni religiose"), di attivazione di un seminario di dialogo sul tema "Diritti in conflitto in Europa", relativo, in buona sostanza, alla disciplina del rapporto di lavoro all'interno delle organizzazioni di tendenza. Sul piano interno, si pensi invece agli interventi della giurisprudenza amministrativa e di legittimità che hanno fatto seguito al diniego opposto dal Governo italiano alla richiesta della Unione Atei Agnostici Razionalisti di avvio delle trattative ai sensi dell'art. 8, comma 3, Cost.: una vicenda che lascia aperta una serie di interrogativi, di sicuro rilievo per la ricerca, la quale poi, esaurita in questo modo l'analisi critica degli assetti normativi e delle problematicità interpretative ed applicative rilevanti, avrà cura di ricondurne, gli esiti in una originale cornice ricostruttiva, che combini adeguatamente ed efficacemente principi ed applicativi.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.370,00 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Proroga27 Luglio 2018
Gruppo di RicercaD'ANGELO Giuseppe (Coordinatore Progetto)
ELEFANTE Carmela (Ricercatore)
FOLLIERO Maria Cristina (Ricercatore)
POSTIGLIONE VERONICA (Ricercatore)
VECCHIO CAIRONE Ivana (Ricercatore)