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LA GUERRA IN UTOPIA

Le molte storie della tradizione utopica, anche quelle scritte da storici del pensiero politico come quella di Victor Ivo Comparato, si sono prevalentemente soffermate sugli aspetti sociali ed istituzionali che consentivano alle progettate città ideali di porsi al riparo dai mali che affliggevano le comunità e gli Stati dell'Europa moderna. Quest'ottica, incentrata sugli espedienti redentivi delle utopie, tendenti ad eliminare malattia, diseguaglianza, povertà, e a ritardare la morte rendendola talvolta perfino ricercata e gioiosa, ha fatto passare sotto silenzio un tratto comune che accompagna la tradizione moderna da More fino a Tyssot de Patot, quello della presenza in utopia di armi e guerra. Questa indagine si concentra invece solo su tale presenza. Essa intende da un lato mostrare la continuità del tema in una serie di autori che, da More a Brucioli, da Rabelais a Burton, da Campanella a ZUccolo, da Foigny a Gilbert, fanno della loro città felice, una città armata e combattente, sia spiegare i motivi di tale connessione.

StrutturaDipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.710,00 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Gruppo di RicercaTARANTO Domenico (Coordinatore Progetto)