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L'ISTITUZIONE DELL'ORDINE COSMICO

La ricerca prende spunto da un concetto apparentemente paradossale, su cui convergono due autori molto distanti come Alexander Rüstow e Friedrich von Hayek, e che può quindi essere considerato un principio basilare e condiviso dalle due principali scuole neoliberali, quella austro-americana e quella dell'"ordoliberalismo" tedesco: l'idea cioè che il governo dell'economia debba basarsi su un ordine spontaneo ("cosmico"), che tuttavia ha bisogno di essere istituito e controllato attraverso una rete di pratiche artificiali.Questo apparente paradosso permette al neoliberalismo di contrapporre al tradizionale governo "sovrano" (Government) un'idea nuova di Governance concepita come interna agli stessi processi sociali che occorre governare e pilotare. L'obiettivo esplicito è quello di eliminare alla radice non solo ogni genere di privilegio e di vassallaggio neofeudale, ma persino ogni necessità di un'effettiva decisione politica, trasformando il mercato in un meccanismo selettore, che separi le risorse da "salvare" da quelle che vanno invece lasciate cadere.La ricerca ricostruisce il modo in cui questo modello di selezione attraverso il mercato è stato effettivamente messo in pratica, cercando di mettere a fuoco le ragioni profonde per cui la Governance neoliberale ha finito in realtà per amplificare - anziché contrastare - i processi che gli stessi neoliberali raccolgono criticamente sotto l'etichetta della "rifeudalizzazione" (Refeudalisierung), riconoscendovi uno snodo cruciale e una minaccia per l'intera "civiltà" nella sua accezione moderna.Il confronto minuzioso fra le teorie e le pratiche neoliberali dovrebbe far emergere gli aspetti antropologici che risultano sistematicamente oscurati in entrambe le concezioni della civiltà che si sono alternate alla guida del mondo moderno: tanto quella tradizionale - basata sulla sovranità, sul primato formale della legge e sulla netta opposizione tra civiltà e natura - quanto quella fatta valere dal neoliberalismo, incentrata per l'appunto sull'idea di un ordine "cosmico" che si affranca dal dominio e dal potere. Un'attenzione particolare va tributata, in questo quadro, al carattere "ricorsivo" delle aspettative collettive, un presupposto basilare della socialità umana, di cui si può mostrare il valore cruciale in tutti i punti decisivi dell'una e dell'altra tradizione: dalla descrizione dello "stato di natura" in Hobbes alla ricostruzione proposta da Keynes dei meccanismi "mimetici" che rendono incontrollabile la dinamica speculativa sui mercati. Partendo da questi casi eccezionali, ma per questo particolarmente significativi, la ricerca mira a ricostruire la fisionomia completa della "riflessività" che permette al linguaggio e alla prassi di fondersi nella più specifica delle operazioni umane: la costituzione del senso.Si intende dimostrare che il carattere "riflessivo" della costituzione del senso è esattamente ciò che il neoliberalismo tende a rimuovere, perché resta ostinatamente legato a un'idea di "ordine cosmico" lineare e intrisa di positivismo. Si intende dimostrare che proprio questa rimozione della riflessività condanna la Governance neoliberale al fallimento, spingendola ad amplificare i fenomeni di rifeudalizzazione anziché combatterli. Istituzionalizzare la riflessività diventa perciò il compito politico primario in uno scenario globale in cui il conflitto basilare è diventato quello tra le spinte al pluralismo e le spinte opposte verso la rifeudalizzazione.Lo sviluppo della ricerca implica un lavoro di tipo interdisciplinare e richiede il confronto tra materiali altamente eterogenei e il contatto diretto - in eventuali convegni e seminari - fra studiosi di diversa provenienza. Questo lavoro è stato avviato soprattutto attraverso l'attività del Laboratorio di Studi e Ricerche sulla Natura Umana del DISUFF, che ha permesso di creare una rete stabile fra ricercatori. I fondi richiesti sono finalizzati all'ulteriore rafforzamento di questo tessuto di ricerca.