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LE POLITICHE SOCIALI TRA VINCOLI DI BILANCIO E REVISIONE DEL PATTO DI STABILITÀ
La categoria dei diritti sociali trae origine proprio dalla necessità di garantire a tutti prestazioni tali da riequilibrare le posizioni dei singoli all'interno della società attraverso l'intervento dei poteri pubblici. Trattandosi di “diritti a prestazione”, che necessitano di un intervento positivo da parte dello Stato, chiaramente scontano una forte dipendenza dalla disponibilità di risorse finanziarie che servono a garantirli, nonché dalle scelte politiche su come utilizzare i fondi a disposizione. In tale assetto, nonostante i vincoli posti alla finanza comunale dal Patto di Stabilità Interno, che hanno portato in quest’ultimo decennio a una dinamica di spesa generale piuttosto contenuta, i Comuni hanno cercato di investire nella spesa sociale spesso ricorrendo alla forma associata. Nella fase di crisi che ha comportato un’attenzione al contenimento della spesa pubblica, si è dibattuto molto a proposito della garanzia dei diritti sociali, diritti cioè che comportano una spesa pubblica per il loro godimento da parte dei consociati. L’introduzione di normative restrittive, pur non rappresentando una novità assoluta, ha imposto una rimodulazione della spesa pubblica, suscettibile come tale di incidere su quei diritti il cui soddisfacimento comporta un costo per il soggetto pubblico, primi fra tutti i diritti sociali. In tale assetto, la ricerca porrà l’attenzione sulla necessità di individuare il minimo vitale quale punto di raccordo tra revisione della spesa pubblica e limite alla comprimibilità dei diritti sociali. La chiave di lettura che valorizza al massimo il diritto al minimo vitale sembra essere quella che lo pone in relazione alle opportunità di vita, ossia alle chances per l’individuo di realizzare la sua persona. Peraltro, alla luce di quest’ultima ricostruzione la salvaguardia del minimo vitale appare suscettibile di divenire un fattore di sviluppo non solo per il singolo, bensì per l’intera collettività. Lanuova disciplina del patto di stabilità interno non potrà non essere indagata anche alla luce dell’art. 9 della legge 243/2012. Inoltre, il superamento del patto di stabilità dovrebbe essere accompagnato da una revisione della legge n.243/2012 e, in particolare, di quelle disposizioni che riguardano direttamente gli enti locali e che risultano ridondanti anche ai fini del rispetto della norma costituzionale. La legge n. 243/2012, infatti, impone il vincolo del pareggio su quattro saldi (sia in sede previsionale che consuntiva), che irrigidiscono sia la programmazione delle spese (correnti e di investimento) sia la gestione di cassa, in un periodo di forte “tensione” fiscale e finanziaria (art. 9); comporta un sostanziale blocco dell’indebitamento, superabile solo con accordi in sede regionale solo se il comparto degli enti territoriali (Regione, Comuni e Province) presenta un saldo di cassa complessivo non negativo (art. 10); comporta una valutazione dell’andamento della finanza pubblica e degli effetti di manovra sui diversi comparti della PA sostanzialmente inattuabile (artt. 11 e 12). La ricerca intende indagare come la sostituzione del patto di stabilità interno con il saldo finale di competenza, opportunamente declinato con l’inserimento del Fondo Pluriennale Vincolato e l’esclusione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, possa configurarsi, nell’attuale quadro normativo, come una concreta possibilità per i Comuni di disporre dei necessari spazi per applicare una parte consistente degli avanzi di amministrazione cumulati nel corso degli anni, consentendo inoltre una corretta programmazione degli investimenti di medio termine. La nuova regola si basa in sintesi su un saldo tra entrate finali di competenza e spese finali di competenza, con l’inserimento del Fondo pluriennale vincolato non finanziato da debito - che potrà determinare l’avvio di un ciclo espansivo, in grado di rilanciare gli investimenti e la crescita.
Struttura | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES | |
Responsabile | FORTUNATO Anna | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.419,00 euro | |
Periodo | 29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018 | |
Proroga | 20 settembre 2019 | |
Gruppo di Ricerca | FORTUNATO Anna (Coordinatore Progetto) FATTIBENE Rosanna (Ricercatore) |