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BENI COMUNI E PROBLEMA DELLA SOLIDARIETA' SOCIALE: DA GROZIO AI GIUSNATURALISTI DEL XVIII. SECOLO
La teoria giusnaturalistica del XVII. secolo è stata a lungo considerata solo come una dottrina funzionale a creare una legittimazione dello Stato sovrano moderno. In realtà, questa dottrina si pone un obiettivo più complesso e cioé prendere atto della progressiva separazione tra Stato e Chiesa. attribuire allo Stato secolare quei compiti che appaiano indispensabili per la tutela della "socialità", lasciando invece alle organizzazioni religiose i compiti non necessari alla tutela della società. Questo compito viene assunto dichiaratamente da intellettuali protestanti, anche se di diversi segmenti del protestantesimo (Grozio arminiano; Pufendorf e Thomasius luterani; Lambert van Vetlthuysen calvinista; Barbeyrac calvinista), mentre il giusnaturalismo cattolico (Molina, Suarez) si propone il compito affine (ma anche alternativo) di comprendere quali limiti lo Stato debba avere per non trovarsi in conflitto con la dottrina sociale della Chiesa. Da questo punto di vista, si può capire l'enorme importanza che, all'interno dei giusnaturalismi secolari, gioca il tema dei beni comuni. Questo tema, rinato oggi nella forma di dibattito economico e politico sui "commons", è formulato da Grozio nella forma di mito delle origini. All'inizio tutto era comune o era posseduto per poco tempo da ciascuno, poi la corruzione spinse gli uomini a dividersi il suolo e i beni. Questo mito della "communio primaeva" ha derivazioni umanistiche (Moro, Melantone) ed è chiaramente replicato da Rousseau nel "Discorso sull'ineguaglianza" e consegnato in tale forma ai posteri. Il mito groziano non ha però lo scopo di formulare un'ipotesi di società alternativa, ma quello di spiegare perché alcune regole sociali possono legittimamente ridimensionare la proprietà privata, indicando quali di tali regole restino indispensabili anche per il poco caritatevole Stato sovrano secolare. La "communio primaeva" giustifica il "dominium eminens", ovvero il diritto di esproprio dei beni privati daparte dello Stato in caso di necessità; ma anche l'utilità innocente ("utilitas innoxia") cioé il diritto del singolo di chiedere aiuto agli altri se quest'aiuto è per gli altri poco costoso, anche in questo caso in caso di necessità; nonché il diritto di violare la proprietà altrui se questo è l'unico modo per evitare la morte per fame o per sete o per freddo. In Grozio derivano inoltre dalla "communio primaeva" anche alcune pretese che limitano fortemente i poteri sovrani dello Stato territoriale: la libertà dei mari e dei fiumi, il diritto di passaggio per il territorio statale a scopo di migrazione o di commercio, il diritto di asilo da parte di chi fugge dalla fame e dalla miseria. Questi ultimi diritti sono quelli che i discepoli più statalisti di Grozio, in particolare Pufendorf, ridimensioneranno fortemente, mentre, non casualmente, questi allievi non ridimensioneranno affatto i doveri di solidarietà interna verso i propri poveri (una prefigurazione del futuro "Stato sociale" di modello tedesco?). Mentre queste istanze tornano oggi centrali nel passaggio dallo Stato sovrano classico alle nuove forme di organizzazione della società planetaria. La concezione originale groziana dipendeva dall'ideale tradizionale di humanitas, ma anche da una concreta alleanza tra la borghesia illuminata olandese e i migranti di allora (ebrei, anabattisti etc.). Ripensare l'approccio di Grozio,rilevando come esso differisca da quello puramente giuridico-statale di Pufendorf e Thomasius o anche da quello filosoficamente alto, ma politicamente ambivalente, di Leibniz, o infine con la linea "comunitaria" che da Barbeyrac porterà a Rousseau, significa dunque rifare i conti con l'intera problematica del rapporto tra etica sociale e politica organizzata in potere statale, usando la parola chiave "beni comuni" in questa chiave più ampia e non semplicemente nella chiave di una nuova legittimazione ideologica delle rivendicazioni classiche di "giustizia distributiva" comeoggi spesso avviene.
Struttura | Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF | |
Responsabile | PIRO Francesco | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.950,00 euro | |
Periodo | 29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018 | |
Proroga | 20 marzo 2019 | |
Gruppo di Ricerca | PIRO Francesco (Coordinatore Progetto) CAMBI Maurizio (Ricercatore) DE CAROLIS DI PROSSEDI Massimo (Ricercatore) |