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UN "MODELLO INDUSTRIALE" NELLA MANIFATTURA TESSILE: IL CASO DELLE OBRAJES DELLA NUOVA SPAGNA TRA XVII E XVIII SECOLO

Lo scopo della ricerca è duplice. Innanzitutto ricostruire il modello o i modelli gestionali interni delle obrajes nuovo-ispaniche nel corso del XVIII secolo. Secondariamente, quello di analizzare l’organizzazione del lavoro. Partendo dalla definizione di sistema di fabbrica si intende analizzare il modello gestionale adottato dalle obrajes, evidenziando l’esistenza di un sistema interno di controllo della produzione, standardizzazione (seppure parziale) del prodotto, strumenti di contabilizzazione dei flussi lavorati e prodotti, contestualmente al funzionamento del tradizionale sistema di contabilità finanziaria per la misurazione dei valori economici. L’altro elemento d’indagine è rappresentato dalla struttura del lavoro all’interno delle obrajes. Tali manifatture erano sostanzialmente basate su due tipologie principali di lavoratori, da una parte una manodopera forzosa, obbligata al lavoro sulla base di sentenze di condanna, in genere impiegata nelle fasi di minore valore aggiunto e (tra XVII e XVIII secolo) gradualmente sostituita da manodopera volontaria. Dall’altra esisteva una manodopera specializzata e salariata che costituiva la base funzionale delle obrajes. Tale forza lavoro costituisce un elemento interessantissimo della trasformazione economica dei territori della Nuova Spagna dal momento che era rappresentata da lavoratori indios e di origine spagnola. L’idea di partenza, sulla base degli studi di Kaplan, Greenleaf, Dusenberry e, soprattutto, Salvucci, è quella di considerare la nascita e la diffusione delle obrajes la conseguenza di un lento processo di accumulazione capitalistica che dal commercio aveva permesso il trasferimento del capitale all’interno del processo produttivo. La manifattura tessile sviluppatasi in Nuova Spagna e Perù aveva gradualmente sostituito (import-substitution) le importazioni di prodotti tessili dalla madrepatria che risultavano più costosi e insufficienti a soddisfare una domanda locale in continua crescita. Per gestire con successo un’ obraje, i proprietari avevano necessità di realizzare una manifattura sufficientemente capitalizzata (anche in termini di impianti), dotata di una fornitura continua e affidabile di materia prima (cotone e, soprattutto, lana), un sistema di distribuzione efficiente, e una forza lavoro adeguata e produttiva. Differentemente dalla bottega artigiana di tradizione medievale, e precapitalistica, l’obraje si presenta come un modello industriale in nuce, seppure avanzato rispetto alla bottega e sostanzialmente basato sul modello di fabbrica. Luis Chavez Orozco nella sua Historia Economica y Social de Mexico (1939) definì le obrajes come fabbriche embrionali, riconoscendone l’accentramento delle funzioni produttive, la particolare organizzazione del lavoro e la presenza del capitale sotto forma di capitale fisso e circolante. Accanto a questo particolare taglio moderno - in un’economia come quella centro-americana spesso ritenuta arretrata – convivevano aspetti organizzativi tipici del sistema corporativo europeo. Molti dei produttori (manager o tecnici) delle obrajes erano membri di corporazioni artigiane, replicando, un modello già esistente in madre-patria dove lo sviluppo dell’industria tessile – soprattutto cotoniera – fu conseguito da una classe di produttori che traevano origine dai gremios (corporazioni urbane) tessili.

StrutturaDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.516,00 euro
Periodo29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018
Gruppo di RicercaROSSI Roberto (Coordinatore Progetto)
CARLUCCI Fabio (Ricercatore)
ECCHIA Stefania (Ricercatore)
MONTAUDO Aldo (Ricercatore)
SANTILLO Marco (Ricercatore)