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QUADRI AMBIENTALI, TERRITORIALIZZAZIONE E TRASFORMAZIONI PAESAGGISTICHE. IL CASO DEL COMUNE DI CASTELCIVITA (SALERNO).

La ricerca partirà da una preliminare ricostruzione geografico-storica del comune di Castelcivita, che al valore delle risorse naturali (tutelate dall’appartenenza al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, patrimonio Unesco dal ‘98) aggiunge quello dei beni geografico-storici. Per quanto riguarda le fonti cartografiche in tal senso disponibili, vi è una netta prevalenza di documenti cartografici relativi a contenziosi territoriali di natura privata e demaniale di fine XIX-inizio XX secolo. Questi ultimi saranno considerati in ottica sistemico-relazionale, quali utili indizi per la ricostruzione dei quadri territoriali coevi, contestualizzati nell’ambito delle trasformazioni socio-economiche e amministrative del Mezzogiorno d’Italia pre-unitario (per azione della politica borbonica, prima e dopo il celebre “Decennio” francese). Si tenterà perciò in un secondo step di ricomporre, con questi ideali tasselli, il “puzzle” dei rapporti orizzontali e verticali della collettività castelcivitese e del funzionamento del “sistema produttore” del suo paesaggio. Per fornire una base d'appoggio a tale obiettivo, saranno vagliate anche alcune carte storiche più generali, di diversa epoca e finalità (da quelle cosiddette “aragonesi” a quelle di stampo maginiano agli atlanti di età borbonica) e carte odierne (topografiche e satellitari). Per la ricostruzione dei quadri territoriali castelcivitesi si farà quindi ricorso anche alle testimonianze sul terreno, a partire dai toponimi, “spie” per eccellenza dei processi plurisecolari di territorializzazione. Il dialetto e la toponomastica locali sono difatti ricchi di preziosi riferimenti (di origine magno-greca e deutero-greca, latina, araba, nonché spagnola e francese) per la comprensione dell’identità territoriale dell’area, rivelandone alcuni indizi essenziali per l’individuazione del rapporto verticale tra popolazione, ambiente fisico-naturale e collettività, nonché di quello orizzontale con le comunità limitrofe nel corso dei secoli. Di tali aspetti risultano particolarmente interessanti gli elementi permanenti del “genere di vita” locale: quest’ultimo, infatti, denotante «il complesso di abitudini e di concezioni organizzate e sistematiche» attraverso cui un gruppo umano regola autonomamente il proprio rapporto con il territorio (in forme tali da assicurare una gestione equilibrata delle risorse), vi imprime un'impronta originale e irripetibile, costituente il paesaggio. Un aspetto, quest’ultimo, tanto più rilevante perché in aree ristrette (come dimostrato agli inizi del Novecento da Vidal De La Blache) il genere di vita risulta talmente radicato da conservarsi immutato nei secoli. Si tratta perciò di un aspetto prettamente geografico che si inserisce a pieno titolo nel concetto di paesaggio, inteso quale segno polivalente dell’azione performativa umana sulla natura e oggi al centro di una crescente e rinnovata attenzione da parte del mondo culturale e politico-amministrativo. In tale ottica sarà esaminata anche la “Convenzione Europea del Paesaggio” (2000), che prende atto dell’importanza di quest’ultimo sul piano culturale, ecologico, ambientale, sociale, quale risorsa favorevole all’attività economica, al benessere collettivo, all’elaborazione delle culture locali e al consolidamento della stessa identità europea. Si farà quindi attenzione al nesso tra paesaggio e pianificazione progettuale, quanto mai valido nel caso di una realtà territoriale quale quella di Castelcivita, dotata di un centro storico molto caratteristico e fortemente identitario, ma oggi spopolato, a causa delle trasformazioni economico-sociali attuatesi dalla fine della seconda guerra mondiale in poi.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.550,00 euro
Periodo29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018
Gruppo di RicercaSINISCALCHI Silvia (Coordinatore Progetto)