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ALIENAZIONI GRATUITE E VINCOLI DI INDISPONIBILITÀ: LA TUTELA DEI CREDITORI EX ART. 2929 BIS COD. CIV.

L’art. 2929 bis c.c. modifica il peculiare contemperamento - operato dal sistema ordinamentale fino all’entrata in vigore della disposizione in esame - tra la tutela dei creditori e l’autonomia privata del disponente. Ciò al fine di assicurare una maggiore rapidità nel soddisfacimento dei creditori pregiudicati da vincoli di indisponibilità o da alienazioni a titolo gratuito. La formulazione della disposizione manifesta, tuttavia, con notevole evidenza, l’introduzione nel codice civile in difetto di una ponderata considerazione e regolamentazione dell’impatto della tutela dei creditori anteriori non soltanto sulla disciplina delle alienazioni a titolo gratuito e dei vincoli di indisponibilità, ma anche e soprattutto sulle regole che presiedono alla circolazione dei beni immobili e dei mobili registrati. Da qui la tendenza della dottrina, intervenuta in tema, a proporre interpretazioni restrittive della disposizione che ne limitino l’evidente carica eversiva rispetto a consolidate regole e principi in materia di circolazione. Al contempo, a fronte di un dato normativo che lascia aperti numerosi problemi ermeneutici, acceso è il confronto tra gli interpreti in ordine all’ambito applicativo della norma e alla sua concreta incidenza nel sistema. L’Unità di ricerca muove, dunque, dalla ricognizione delle posizioni dottrinarie e giurisprudenziali sull’art. 2929 bis per poi svilupparsi nella disamina delle diverse questioni ermeneutiche, nel costante raffronto con le soluzioni sino ad ora prospettate. Da una parte, la delimitazione del campo applicativo dell’istituto passa attraverso il confronto con l’azione revocatoria, là dove la comune funzione di tutela del creditore contro atti dispositivi del debitore (limitati dall’art. 2929 bis alle alienazioni gratuite ed ai vincoli di indisponibilità), potrebbe indurre a ritenere che il rimedio posto dall’art. 2929 bis non sia uno strumento di tutela ulteriore rispetto alla revocatoria e sia perciò soggetto all’applicazione delle regole e dei principi alla stessa relativi. Dall’altra, la riflessione si sviluppa nella individuazione degli atti concretamente assoggettabili al rimedio in esame. Il riferimento ai ‘vincoli di indisponibilità’ impone il confronto con gli atti di destinazione ex art. 2645 ter, con il fondo patrimoniale, con il trust, con l'ipoteca; tutte ipotesi rispetto alle quali la dottrina ha variamente limitato l’operatività dell’art. 2929 bis. Al contempo, il riferimento alle alienazioni a titolo gratuito impone di individuare i caratteri fisionomici di tali atti. L’idea che la gratuità non possa essere valutata su di un piano meramente formale, ma vada apprezzata in relazione all’adeguatezza delle attribuzioni patrimoniali, potrebbe, infatti, giustificare la riconduzione nell’ambito dell’applicazione dell’art. 2929 bis cod. civ. anche di ipotesi quali la vendita mista con donazione o la donazione con modus che assorbe interamente laliberalità. Tracciato sul piano ‘oggettivo’ il campo di operatività della disposizione, la ricerca procede nell’indagine sui ‘riflessi’ della normativa sulla efficacia, o meglio sulla inopponibilità, degli atti legittimanti la relativa procedura espropriativa, anche e soprattutto in relazione alle regole sulla circolazione giuridica. Di particolare interesse risulta la dibattuta questione della proponibilità dell’azione ex art. 2929 bis cod. civ. nei confronti dei terzi sub acquirenti, nonché quella delle regole applicabili nella risoluzione dei conflitti tra i creditori. L’indagine si sviluppa, inoltre, anche sul piano procedimentale, nella verifica dei presupposti e dei caratteri dell’azione, ancora una volta nel confronto con l’azione revocatoria.