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ADOLESCENZA E SOCIAL NETWORK. FENOMENOLOGIA DI UNA RELAZIONE E PROPOSTE PEDAGOGICHE

La ricerca, alla luce della letteratura recente e delle diverse indagini IARD, si articolerà in due diverse fasi. Nella prima fase si tenterà di procedere alla ricognizione delle modalità relazionali che caratterizzano il rapporto comunicativo tra gli adolescenti e la mediosfera. Il focus riflessivo di questa fase preliminare sarà rappresentato dalla questione dell'identità - reale, simulata, trasfigurata- messa in gioco nella rete. Nella seconda fase della ricerca si individuerà una possibile proposta pedagogica in grado di superare l'anacronistica contrapposizione tra apologeti e detrattori della rete. La proposta pedagogica che si intenderà avanzare ed argomentare si ispirerà alla necessità di centralizzare l'dea di un'educazione affettivamente orientata, laddove l’ ”affettivo” non fa rima con il permissivo,frutto di un pericoloso demagogismo, che risolve l’affettività nella mistica dell’affettività, ma fa rima con l'alfabetizzazione socio-affettiva. La competenza socio-affettiva non può essere avulsa da una colorazione etica: è pur vero che affettività, emozioni, socialità non equivalgono a valori, ma sono questi che sostengono l’arcipelago delle emozioni. Senza una costellazione valoriale, di aree di significati etico-civili condivisi, dell’educazione intesa, come scriveva Dewey, come “quel processo che dà senso alle cose”, non se ne avrà più traccia. Ed è forse a partire da una ricerca del senso che sarà possibile se non stanare, ma almeno individuare quell’ ospite inquietante del nichilismo che abita gli adolescenti: un ospite che trasforma il disagio esistenziale dell’adolescente in disagio culturale. Un ospite che “si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui” (U. Galimberti, 2007). Forse proprio dalla ricerca di un oltrepassamento del deserto nichilista attraverso la messa incampo, formale ed informale, di referenti valoriali e di archetipi affettivo-emotivi forti, di narrazioni forti capaci di “illuminare” i sentieri del vivere adolescenziale sarà possibile ripensare, parafrasando una celebre opera di Eccles e Robinson, la meraviglia di essere adolescenti, prima ancora della meraviglia di essere uomini