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UN ARCHITETTO-INGEGNERE DA RISCOPRIRE: IL CONTRIBUTO DI PLINIO MARCONI ALLA CULTURA ARCHITETTONICA E URBANISTICA DELLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO

Laureato in Ingegneria edile a Roma, Plinio Marconi manifesta fin da giovane un particolare interesse per l’architettura, la sua storia, gli aspetti teorici ed estetici che lo conducono tra l’altro a tenere nel 1934 presso l’Istituto Interuniversitario Italiano diverse lezioni sull’architettura barocca. Dopo una serie di progetti di quartieri popolari e residenziali nella capitale, tra cui la borgata giardino della Garbatella, l’architetto-ingegnere diventa un prolifico pianificatore, componente di numerose commissioni urbanistiche, interpellato e ricercato da molte municipalità. Rimini, Verona, Vicenza, Salerno sono solo alcune delle città italiane per le quali Marconi redige un Piano Regolatore Generale a partire dagli anni Trenta. Anche la sua carriera accademica, dopo una prima collaborazione come assistente al corso di “Elementi delle fabbriche” al fianco di Gustavo Giovannoni presso la Scuola di Applicazione per ingegneri di Roma, lo vede impegnarsi nel settore urbanistico diventando nel 1933 professore incaricato di Urbanistica alla facoltà di Architettura e nel 1950 professore ordinario. Come si evince da questi sporadici dati biografici, Plinio Marconi ha sicuramente contribuito in maniera feconda al dibattito sull’architettura moderna, non solo attraverso le sue realizzazioni, ma anche tramite le numerose pubblicazioni incentrate su temi più teorici, estetici e storici. La ricerca intende inizialmente concentrarsi sui progetti elaborati in territorio campano per poi estendere il campo d’indagine alle opere architettoniche e urbanistiche realizzate nel resto d’Italia ma anche nelle colonie d’Oltremare. Verranno pertanto presi in esami i diversi progetti urbani elaborati per la città di Salerno, nonché il Piano Regolatore Generale al quale Marconi dedica, assieme all’architetto Scalpelli, diversi anni della sua carriera a partire dal 1953. Un’attenzione particolare verrà posta inoltre ai progetti campani non realizzati, quali quelli riguardanti le case della Gioventù del Littorio di Capua ed Aversa, nonché il progetto del nuovo stadio Arechi, purtroppo arenato per ragioni economiche. Ma la ricerca intende procedere, parallelamente, anche ad una puntuale disamina degli scritti di Plinio Marconi e in particolare di quelli in cui l’architetto-ingegnere conduce la sua riflessione storico-critica sull’architettura spontanea (l’Arte senza Nomi di Riegl), su quelle caratteristiche costruzioni vernacolari che egli ha scoperto a Capri nel 1922 quando viene invitato a partecipare al Convegno sul Paesaggio organizzato da Edwin Cerio. Tali casette bianche “di bella forma e purezza” come le descriveva Schinkel ad inizio Ottocento, diventano per Marconi un modello di verità e schiettezza costruttiva a cui l’architetto fa esplicito riferimento in alcuni dei suoi progetti, come per esempio all’interno della borgata giardino della Garbatella. Risulta pertanto di estremo interesse analizzare il rapporto che la storia, secondo l’architetto veronese, può o deve intrattenere con il progetto contemporaneo. Anche l’analisi che Marconi ha compiuto dell’architettura ottocentesca si rivela densa di significati, poiché in quelle esperienze del XIX secolo lo studioso intravvedeva i segni precursori dell’architettura moderna. Si tratta quindi di un’interpretazione estremamente all’avanguardia, che potrebbe essere messa in parallelo con le prime pubblicazioni che rinomati autori come Kaufmann o Giedion hanno dedicato all’Ottocento, rivalutandone il significato e l’importanza storiografica.

StrutturaDipartimento di Ingegneria Civile/DICIV
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo4.188,00 euro
Periodo15 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020
Proroga20 febbraio 2021
Gruppo di RicercaTALENTI Simona (Coordinatore Progetto)