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LA MODERNITÀ DELL¿ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO DELL¿ORDOLIBERISMO E DELL¿ECONOMIA CIVILE: UN APPROCCIO DIACRONICO E COMPARATIVO

Nell’attuale scenario economico internazionale, segnato da incessanti trasformazioni e da un ‘ripiegamento’ del sistema capitalistico nel suo complesso, emergono (o riemergono) - rispetto ai modelli interpretativi di più consolidata tradizione - filoni esegetici in grado di rispondere più efficacemente alle problematiche innescate dalla crisi economica e dai processi di integrazione dei mercati (globalizzazione).Si fa riferimento ai modelli di organizzazione economica e di regolazione dei mercati che si richiamano, in varie forme, all’ordoliberismo, all’economia sociale di mercato (nelle sue diverse declinazioni), così come all’economia civile tout court.In particolare il pensiero storicamente riconducibile - nelle sue diversissime accezioni e declinazioni - al sistema dell’economia sociale di mercato rappresenta un filone teorico che acquisisce crescente centralità e rinnovata attualità, giacché postula che i rapporti economici possono essere compatibili, o addirittura richiedere, una rete di regole, norme, comportamenti ispirati da un lato ai principi del rigore e della responsabilità, dall’altro a quelli dell’etica e della solidarietà.Un’analisi condotta nel solco dell’ordoliberismo e dell’economia sociale di mercato deve però evitare il rischio di incorrere in equivoci interpretativi e in sterili contaminazioni, derivanti talvolta da una considerazione indifferenziata del pensiero degli intellettuali appartenenti alle diverse scuole di pensiero. Infatti, l’economia sociale di mercato e l’ordoliberismo non sono affatto sinonimi, per quanto sussistano diversi elementi che li accomunano, così come l’economia civile è disciplina, teorica e pratica, per molti versi caleidoscopica, che si presta a diverse chiavi di lettura e interpretazioni che non possono acriticamente essere rappresentate come l'anticipazione delle elaborazioni teoriche delle altre scuole di pensiero.Sicché, ai fini del superamento del dualismo individualismo/solidarismo e dell’antitesi etica/economica hanno riacquisito vitalità i paradigmi teorici dell’economia civile, che si traducono in proposte di politica economica tese a coniugare il principio della libertà di mercato con quello della socialità, e che conferiscono centralità ai beni relazionali (nell’accezione di Putnam) e alle nuove forme di ‘fare economia’ proprie del no profit, della gift economy, dell’economia senza denaro, ed in generale dei sistemi di scambio non monetario. La riscoperta dell’economia civile è testimoniata peraltro dalla nascita di movimenti come quello dell’Human Development and Capability Association (HDCA) fondata nel 2004 per iniziativa di Martha Nussbaum e Amartya Sen, che a sua volta si collega ai principi della Happiness Economics della letteratura anglosassone, disciplina ispirata ai principi dell’etica, della solidarietà, dei beni comuni, della relazionalità.Una riflessione sul paradigma dell’economia civile deve necessariamente collocarsi oltre l’impostazione dominante del pensiero economico del XIX e del XX secolo fondata sulla razionalità strumentale per recuperare, invece, il senso dell’economia intesa quale “scienza della felicità”, o meglio della “felicità pubblica”, ed è questo un patrimonio teorico che possiamo storicamente far risalire alle feconde intuizioni degli illuministi italiani dei secoli XVII e XIX (sia della scuola meridionale sia di quella lombarda).

StrutturaDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.194,00 euro
Periodo20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020
Proroga20 febbraio 2021
Gruppo di RicercaSANTILLO Marco (Coordinatore Progetto)
CARLUCCI Fabio (Ricercatore)
DI SALVIA Biagio (Ricercatore)
ECCHIA Stefania (Ricercatore)
MONTAUDO Aldo (Ricercatore)
ROSSI Roberto (Ricercatore)