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PRIMA EDIZIONE DELLOPERA DI NICOL LEPORI, IL FINTO MORO, CONSERVATA NELLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI NEL MS. XIII E 65.

Quattro le linee di indagine che il progetto affronta innovativamente –si spera- con l’obiettivo di ampliare i dati di conoscenza attualmente posseduti:1) la biografia dell’autore; 2) la collocazione dell’opera nel genere letterario con le sue differenze specifiche; 3) la manipolazione del mito in relazione a specifici obiettivi dell’autore; 4) trascrizione e analisi linguistica, stilistica e metrica dell’opera per il recupero concreto della formazione letteraria dell’autore. Quanto scarse siano le notizie documentalmente fondate sulla vita di Nicolò Lepori è noto. Gli scarni dati offerti dagli studiosi contemporanei e da quelli del XVIII e XIX secolo lasciano tuttavia intendere un’attività fervida che ebbe per scenario tutta l’Italia Meridionale finendo per concludersi in una diocesi alpina, per nomina papale –certamente- ma anche per “chiamata” di un sovrano regnante. Le decisioni dei suoi sinodi diocesani sono note, ma un’indagine accurata negli archivi del suo ordine religioso e delle chiese diocesane che egli toccò da predicatore potrà fornire certamente elementi nuovi di conoscenza, utili ad illustrare il percorso intellettuale attraverso il quale un grande prelato rigorosamente ortodosso fino a tentazioni inquisitoriali estrapola dalle favole mitologiche a lui note una bella e complessa storia d’amor profano. La seconda linea d’indagine intende analizzare la sua formazione per comprendere i suoi studi, le sue letture i suoi rapporti con altri letterati contemporanei. Il rapporto con il mondo classico filtrato attraverso la conoscenza dei grandi scrittori –da Dante ai rinascimentali- fu certamente feconda, come la ricchezza dei richiami testuali proverà. Naturalmente ciò comporterà richiami ai caratteri del dramma antico e alla sua eredità sedimentata e affinata sulle scene italiane nella seconda metà del Cinquecento. Evidentemente qui le suggestioni della musica –considerata l’esplosione di grandi personalità musicali a Napoli, da Scarlatti a Durante, da Paisiello a Pergolesi ed altri, pressappoco negli anni in cui Nicolò Lepori predicava e scriveva- hanno avuto un ruolo propulsivo nell’indirizzare il prelato-poeta verso una specifica forma di genere letterario. Ampio il terreno d’indagine, non ancora da altri battuto, sui suoi collegamenti con questo mondo. Sulla sua rilettura della favola mitologica oggetto del dramma sembra utile ripercorrere la tradizione attraverso i testi dei mitografi che l’hanno tramandata, per una verifica testualmente accertata degli autori maggiormente seguiti ed evidenziare le modalità attraverso le quali viene realizzata l’omologazione dell’amor profano dei protagonisti alle intenzioni moraleggianti e pedagogiche che le conclusioni della favola chiaramente rilevano. L’ultima –e non ultima- linea d’indagine, quella più strettamente filologica, punterà secondo le tecniche più aggiornate all’accurata trascrizione del testo, tentando di ricostruirne la storia e la diffusione. L’analisi delle forme metriche presenti costituirà un ulteriore elemento di rilievo per la definizione della personalità letteraria dell’autore, mentre l’esame delle strutture lessicali consentirà di valutare –sia pure nei limiti della singolarità dell’opera- in quale misura la cultura e la formazione letteraria dei grandi predicatori gesuiti abbia partecipato alla modernizzazione della lingua letteraria nei decenni che precedettero e accompagnarono la nascita dell’età dei lumi.

DepartmentDipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF
FundingUniversity funds
FundersUniversità  degli Studi di SALERNO
Cost1.300,00 euro
Project duration28 July 2015 - 28 July 2017
Proroga27 Luglio 2018
Research TeamCHIRICO Irene (Project Coordinator)