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LA CONGIURA DI MACCHIA NELLA GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA
Il concetto di “transizione” si carica di pregnanza quando viene associato all’aggettivo “europea”, perché l’estensione spaziale restituisce l’enorme portata, il disorientamento e lo stato di emergenza che caratterizzano la vita interna ed i rapporti fra gli Stati a cavallo tra il Sei e il Settecento, quando il preannunciarsi dell’estinzione degli Asburgo di Spagna prefigura all’Europa l’infrangersi di equilibri secolari.Il principio dinastico, uno degli elementi-cardine dello Stato moderno, diventa materia del contendere in un complicato scenario di rivendicazioni di diritti, che fungono da paravento formale per il dispiegarsi di ambizioni di supremazia, a livello di Stati, di ceti, di individui. Fondamentali appaiono le posizioni assunte dalle élites dirigenti delle province coinvolte nel processo di disgregazione e ripartizione del bisecolare impero spagnolo.Nella crisi provocata dalla morte di Carlo II d’Asburgo,l’Europa si divide in due blocchi orientati alla modifica degli equilibri internazionali o al riequilibrio degli assetti stravolti. Così, a livello locale, il fronte dei ceti dirigenti si spacca, alla ricerca di una soluzione soddisfacente in una situazione di grande precarietà: la conservazione del ruolo-chiave che la feudalità aveva ricoperto sotto il dominio spagnolo è per i contendenti al trono un elemento sul quale puntare per procacciarsi il consenso delle élites e lascia emergere aspirazioni di potenziamento del ceto e del casato.La successione al trono stimola il riemergere delle fazioni che avevano spaccato l’aristocrazia napoletana durante le guerre franco-asburgiche del ‘500 e che si erano riproposte nei momenti di crisi come sostegno ideologico o militare in funzione filo o antispagnola. Le vicissitudini dinastiche di inizio sec. XVIII determinano un ribaltamento delle tradizionali fedeltà. Per il Mezzogiorno d’Italia, la crisi aperta dalla successione rappresenta un’occasione per valutare l’operato bisecolare del governo spagnolo e favorisce la diffusione delle tendenze antispagnoliste nella cultura napoletana, che sottolineano l’inefficienza degli apparati e delle strategie di politica economica attuate dalla Spagna, ritenute penalizzanti per i Regni meridionali, e soprattutto gli abusi perpetrati dai ministri di un sovrano lontano. Il miraggio dell’indipendenza sembra profilarsi con la soluzione austriaca dell’arciduca Carlo, secondogenito dell’imperatore Leopoldo, che prospetta ai napoletani una vera mutazione di stato, con l’ipotesi di un “re proprio”, un “re nazionale”, che li avrebbe liberati dalla secolare soggezione. Tale disegno si incrocia con le aspirazioni di alcuni settori della nobiltà, orgogliosi custodi dei privilegi di ceto, che coltivavano il sogno di una res publica aristocratica, col predominio della nobiltà nel governo del Regno. Il cosiddetto “partito aristocratico” prende corpo prima della crisi, formula i suoi progetti di egemonia all’estinguersi della dinastia spagnola e ridefinisce progressivamente i suoi obiettivi alla luce dell’evolversi della situazione internazionale, che accelera la trasformazione del “partito patrizio” in “partito asburgico” e alimenta l’ideazione della “Principum Neapolitanorum Coniuratio”(G. Vico). La cosiddetta “congiura di Macchia” e la rivolta che ne scaturisce sono l’espressione di un movimento nato dai progetti di affermazione autonomistica del partito aristocratico e convertitosi in azione di sovvertimento filoasburgica, che nel settembre del 1701 sembra ancora garantire un ampio margine di realizzazione per il cambiamento del regime politico e il conseguimento dell’agognata indipendenza napoletana. La ricerca intende scandagliare fonti finora inedite o scarsamente utilizzate, per approfondire la ricostruzione degli eventi legati alla transizione nella penisola italiana, con particolare riguardo all’ancora poco analizzata “congiura di Macchia” (Archivio di Vienna, Archivio di Madrid, Archivio di Parigi, Archivio di Venezia, Archivio Vaticano).
Department | Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF | |
Principal Investigator | NOTO Maria Anna | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 1.485,00 euro | |
Project duration | 28 July 2015 - 28 July 2017 | |
Proroga | 27 Luglio 2018 | |
Research Team | NOTO Maria Anna (Project Coordinator) AZZARA Claudio (Researcher) VISCARDI Giuseppe Maria (Researcher) |