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IL RISVEGLIO DAL SOGNO AMERICANO
La ricerca si muoverà pertanto ad ampio spettro, focalizzando in un primo momento l'attenzione sulla sola letteratura americana, nell'arco di tempo che va dalle prime uscite postbelliche di Salinger e Nabokov a quello della pubblicazione delle opere controverse di Heller e Pynchon. Avendo tutti gli autori in questione declinato a loro modo la forma romanzo, meticciandola con elementi narrativi esplicitamente di tipo audiovisivo, una particolare attenzione si dedicherà alla produzione cinematografica postbellica, e soprattutto a quattro film fondamentali del 1946, che vertevano tutti a loro modo sulla questione stessa di come poter narrare il trauma: "Let There Be Light" di John Huston, "It's a Wonderful Life" di Frank Capra, " The Stranger" di Orson Welles e "The Best Years of Our Life" di William Wyler. Testimoniata da questa prima fase dell'analisi la necessità da parte della narrazione letteraria postbellica di inglobare i metodi della narrativa audiovisiva, e nello stesso tempodi dare vita a una sorta di storiografia alternativa, la ricerca da una parte proverà a mettere in luce le ascendenze tipicamente letterarie di tale procedimento (che riconduce inevitabilmente al magistero joyciano), e dall'altra tenterà di seguirne le declinazioni nelle varie letterature postbelliche, dove il "sogno americano" ha fatto presto a trasformarsi nell'“incubo della storia". Se già nell’opera di Joyce, difatti, è facile reperire tecniche sottratte ad altri e più pervasivi media (stampa periodica e cinema, e poi naturalmente la tempesta magnetica del "Finnegans Wake"), non potrà certo stupire quanto negli autori che possono definirsi post-joyciani trascorra una corrente decisamente audiotattile, fortemente connessa alla diffusione capillare dei mezzi di comunicazione di massa. Basti pensare per l’appunto allo sperimentalismo multimediale di Beckett, o al pastiche cinematografico (per voce fuoricampo, montaggio convulso e improvvisi fermo-immagini) di cui beneficiafin troppo "Lolita", e ancor prima di divenire esplicitamente una sceneggiatura, o al presunto parlato (in realtà una lingua da deejay mentale) del Salinger di "The Catcher in the Rye" e del Burgess di "Clocwork Orange", o alle strutture dichiaratamente televisive di Pynchon, o al gorgo post-tipografico del «traumscrapt» (Finnegans Wake 623.36) di "Zettels Traum" di Arno Schmidt; oppure, per venire in Italia, alla prosa a sua volta radiofonata del "Pasticciaccio" di Gadda, o al formulaico da nastro magnetico e ralenti del mirabile indiretto interiore di D’Arrigo, o all’accelerazione sintattica da videoclip ante litteram dell’ultimo sottovalutatissimo Pizzuto. Ma ciò che è in questione nelle lingue a vario titolo risonanti di tutti questi autori, andrà chiarito una volta per tutte, non è tanto il propagginarsi «dell’io in un suo corpo linguistico, che si governa con sue nuove leggi» (tanto per citare Gianfranco Contini, e il suo concetto di "espressionismo letterario"), ma un trauma storico da ricostruire e da cantare nel presente, un epos se si vuole, e dunque una sorta di "storiografia espressionista" atta a contrapporsi, nella sua mediazione mimetica tra la realtà storica e il pubblico che la recepisce, tanto all’eterno presente dei media elettrici quanto alle posticce (o quanto meno postume) testimonianze oculari delle stesse ricostruzioni storiche. In questo modo le opere sortite dagli autori oggetto della ricerca, sempre a loro modo epiche ed epocali, svolgono la duplice funzione da un lato, avrebbe detto Theodor W. Adorno, di «storiografia inconscia, anamnesi di ciò che è stato sconfitto, rimosso, e che forse è possibile», dall’altro di veri e propri "ibridi mediali", di forme dunque che cospirano, come per primo notò Marshall McLuhan, per il nostro risveglio, strappandoci al sonno ipnotico della narcosi narcisistica ingenerata dal vederci, senza riconoscerci, rispecchiati nelle nostre protesi mediali.
Department | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Principal Investigator | FRASCA Gabriele | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 1.450,00 euro | |
Project duration | 29 July 2016 - 31 December 2018 | |
Research Team | FRASCA Gabriele (Project Coordinator) |