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Salerno ricorda Pier Paolo Pasolini a quarant’anni dalla sua morte tra riflessioni,
performance e la proiezione integrale e restaurata del film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”
Lunedi 2 novembre (ore 20.30) Cinema Apollo di Salerno
Salerno ricorda Pier Paolo Pasolini a quarant’anni dalla sua morte. E lo fa con il terzo atto della “nottepasolini” a cura di Alfonso Amendola (docente presso l’Ateneo di Salerno) in collaborazione con Luca Vaglia (direttore del Cinema Apollo). “Nottepasolini. Atto III” oltre ad essere l’unico omaggio dedicato a Pier Paolo Pasolini presente sul nostro territorio vede la collaborazione di una giovane squadra di esperti della comunicazione: Simona Castellano, Luca Lanzetta, Pina Meriano, Alfonso Maria Salsano e Giuseppe Volpicelli.
L’omaggio al poeta e regista scomparso il 2 novembre del 1975 è diviso in tre frammenti. Nel primo lo scrittore Elio Goka e il giornalista Davide Speranza raccontano l’opera di Pasolini con un intervento a due voci “Senza spargimento di sangue”. A Seguire Alfonso Amendola analizza l’ultimo film di Pasolini con un breve talk dal titolo “Esegesi dell’inferno”. Nella seconda parte della serata il regista ed attore Antonio Grimaldi si esibisce in una performance dal forte impatto fisico ed emotivo “Io e la mia croce”. Il terzo ed ultimo frammento della “nottepasolini” è la proiezione restaurata ed integrale della pellicola “Salò o le 120 giornate di Sodoma” diretto da Pier Paolo Pasolini nel 1975. Il film restaurato dalla Cineteca di Bologna e da CSC - Cineteca Nazionale, in collaborazione con Alberto Grimaldi è un geniale “tradimento” del Marchese de Sade e audace dissimulazione storica (la Repubblica Sociale è solo un 'cartonè metaforico). L'ultimo film di Pasolini aggredisce lo spettatore precipitandolo in un incubo senza pietà e senza vie di salvezza, dove i rituali di perversioni e violenze rimandano surrettiziamente al presente. Mostra aberrazioni perpetrate secondo un regolamento da collegio infernale, dove ogni etica è pervertita nel suo contrario e la “soluzione finale” pedagogica consiste nella creazione di una nuova umanità, indifferente e assuefatta all'orrore.
