Furia Selvaggia

L'opera è stata donata all'Ateneo di Salerno dagli eredi dello scultore Mastoianni ed è stata posizionata all'ingresso lato Salerno dell'Ateneo, nei pressi del rettorato

Umberto Mastroianni
Furia Selvaggia, 1975
scultura in lamiera di ferro
Ingresso Sud Campus Università degli Studi di Salerno
Dono degli eredi dell’artista, 2001

L’opera di Umberto Mastroianni (Fontana Liri, 1910 - Marino, 1998), dopo gli esordi figurativi negli anni Trenta, risente del clima di novità e sperimentazione venutosi a creare in Italia nel secondo dopoguerra nello specifico dell’ambito della ricerca plastica. L’artista assorbe e riflette, già dall’inizio degli anni Cinquanta, alcune delle suggestioni degli schemi neocubisti, della poetica astratto-concreta e materica della stagione informale.
Il suo intervento è da subito caratterizzato soprattutto da un interesse al rinnovamento delle forme della scultura monumentale attraverso l’elaborazione di schemi strutturali astratti e di derivazione cubo-futurista, accompagnate anche da soluzioni informali-materiche. “Mastroianni ci costringe a pensare cosa è diventata dopo Boccioni la tradizione futurista - scriveva A.M. Hammacher nel catalogo della personale di Mastroianni tenutasi al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles nel 1957 - e sviluppa il dinamismo e il movimento, mentre lo spazio si determina in angolazioni urtate, e si carica di emozione, dove il grande volume gioca tutte le sue risorse nella forza di una sintetica composizione. […] Nel tumulto contrastato dell’aperto e del chiuso, del movimento e del contro movimento, del fluido e dell’angoloso, crea il suo mondo di forme spaziali, moderne e barocche, che nel loro ritmo potente fanno pensare ancora al sempre giovane concetto di dinamismo, con sempre presente un senso di ‘infinito’”. In questo giudizio critico viene espresso in sintesi quello che sarà l’intero percorso artistico di Mastroianni, maestro anche nell’impiego di diversi materiali, come il bronzo, il legno, il ferro, il cemento, l’acciaio. Ed è in acciaio che realizza quella che è forse la sua opera più nota, il “Monumento alla Resistenza“ di Cuneo, realizzato alla fine degli anni Sessanta. Nel 1971 la città di Frosinone gli affida l’esecuzione del monumento ai “Caduti di tutte le guerre”, opera in acciaio finita nel 1977. Nel 1973 l’Accademia dei Lincei rende omaggio al suo magistero conferendogli il Premio Antonio Feltrinelli con la seguente motivazione: “Per l’elevata qualità inventiva e plastica della sua opera e per la rilevante incidenza che ha avuto nella storia della cultura italiana moderna e, in particolare per quello che può considerarsi il suo capolavoro, il Monumento alla Resistenza di Cuneo, sintesi di un potente impegno plastico e di alto significato civile”.

“Furia selvaggia”, la grande scultura in ferro collocata all’ingresso Sud del Campus, è stata donata dagli eredi dell’artista nel 2001. Mastroianni conferma in questa opera datata 1975 il suo legame con le strutture lineari e dinamiche che quasi sempre formano la trama profonda delle sue opere scultoree. E’ la linea che fa germinare, circondare, frantumare la nascita di forme che a loro volta contengono un’interna costituzione di strati, schegge, appendici, che producono un movimento dall’interno all’esterno e viceversa, dando vita ad una complicata ars meccanica che delle forme indica la crescita e il destino. Così facendo l’immobilità della struttura è rotta e frammentata nello spazio, ottenendo composizioni cosmiche e quasi immaginifiche.

Biografia

Umberto Mastroianni nasce a Fontana Liri, in provincia di Frosinone, il 21 settembre 1910.
Nel 1924 è a Roma dove frequenta lo studio dello zio scultore Domenico e i corsi dell’Accademia di San Marcello. Due anni dopo si trasferisce con la famiglia a Torino, proseguendo la sua formazione sotto la guida del maestro Michele Guerrisi, scultore accademico di notevole cultura e solida preparazione tecnica. Nel 1930 vince il “Premio del Turismo” indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione, riconoscimento che gli apre le porte a mostre di livello nazionale ed europeo. Nel ‘31 inaugura la sua prima personale alla Galleria Genova di Genova. Dal 1933 espone regolarmente alle Sindacali nazionali e alle mostre organizzate dalla Promotrice di Belle Arti di Torino. Una sua Figura di atleta induce il “collega” artista Filippo De Pisis a scrivere: “Umberto Mastroianni è artista di grande talento, certo tra i migliori giovani d’Italia”. Nel 1935 è invitato alla II Quadriennale di Roma, dove sarà presente per dieci edizioni della rassegna fino al 1992. L’anno successivo partecipa alla Biennale di Venezia, dove tornerà nel 1938 con un’intera sala personale e nel 1958 vincerà il Gran Premio Internazionale per la scultura con l’opera Battaglia del 1957.
Ai primi anni ‘40 risalgono alcuni lavori pittorici che segnano un’importante evoluzione del suo modo di fare arte: si tratta di gessi, cartoni, sacchi colorati e raschiati in cui prendono forma figure geometriche, cromaticamente dense, “materiche”, cariche di espressività e tensione, dove la rappresentazione decanta in una sorta di antropomorfismo astratto. Gli anni del conflitto bellico, sono gli anni in cui ha modo di conoscere e frequentare alcune straordinarie personalità della cultura italiana, sulla cui amicizia e sostegno potrà contare nel tempo a venire: sono i poeti De Libero e Gatto, il musicologo Mila, gli storici dell’arte Ponente, Valsecchi, Argan, Venturi, il filosofo Abbagnano. Il 1947 è anche l’anno in cui con Luigi Spazzapan, Ettore Sottsass jr. e Mattia Moreni, dà vita al “Premio Torino” (che purtroppo non va oltre la prima edizione) “organizzato allo scopo preciso - secondo quanto scrive Marziano Bernardi in un articolo apparso sul quotidiano “La Stampa” - di raccogliere e fare conoscere le nuove correnti della pittura e della scultura, che vanno prendendo forma in Italia dalla fine della guerra”.
Nel 1951 tiene la sua prima mostra personale alla Galérie de France di Parigi di Gildo Caputo, unanimemente considerata la più importante in Europa, dove espone anche nel ’57. E’ stato uno degli artisti che più si sono impegnati nel rendere il significato morale della Resistenza in una serie di monumenti che hanno contribuito alla sua fama. Nel ‘64, a conclusione di una travagliata vicenda concorsuale, il Comune di Cuneo gli commissiona l’esecuzione del Monumento alla Resistenza italiana (350 mc di acciaio e bronzo), opera su cui lavora per cinque anni e che viene inaugurato da Sandro Pertini il 7 settembre del 1969. “Il monumento di Cuneo, forse il più significativo della mia vita - racconta - mi costa cinque anni di lavoro, cinque anni esaltanti, faticosi, durissimi insieme all’architetto Enzo Venturelli. Di lotta con la materia e con l’opinione pubblica”.
Umberto Mastroianni, tra i tanti riconoscimenti, ha anche ottenuto nel 1989 il "Premio Imperiale" giapponese, una sorta di Nobel del Sol Levante. Nei primi mesi del ‘90 inaugura ad Arpino (Frosinone), nella sede provvisoria del Palazzo Ducale Boncompagni, il Museo del “Centro Internazionale Umberto Mastroianni”, diretto da Floriano De Santi (oggi Fondazione Umberto Mastroianni con sede nel castello di Ladislao) che raccoglie oltre cento opere tra sculture monumentali, bassorilievi, disegni e incisioni.

L’artista muore il 25 febbraio 1998 nella sua casa-museo di Marino (Roma).

Furia SelvaggiaFuria SelvaggiaFuria Selvaggia